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Cesena-Next Gen, una sfida mai vista con qualcosa da raccontare

Cesena Orogel Stadium

È vero. Trovare elementi che leghino Cesena e Juventus Next Gen è piuttosto complesso. E la ragione è presto detta. Le due squadre si affrontano per la prima volta nella loro storia. Una partita inedita. Lottano per obiettivi diversi. Il Cesena non si nasconde più. La promozione diretta è l’unica meta del suo percorso nel girone B di Serie C. 36 punti, primato in classifica, gol a raffica e due sole sconfitte stagionali (una in campionato, una in Coppa Italia). Discorso diverso per la Next Gen che con 14 punti brancola nei bassi fondi della graduatoria. Diciassettesima posizione, ma due partite in meno rispetto agli avversari della sedicesima giornata di campionato. Insomma, due realtà molto distanti. Che affrontano la Lega Pro con scopi agli antipodi. Ma che, nonostante la difficoltà nel ricavarli, possono anche celare alcuni intrecci curiosi.

Cesena-Next Gen: generazioni a confronto

Non è più un segreto. Anche la cabala non ha più ragion d’essere. Il Cesena vuole la Serie B diretta. Dal primo posto. Collocazione occupata grazie alla differenza reti nei confronti dell’inseguitrice Torres. Una squadra, quella di Toscano, capace di segnare come nessun’altro in Italia, con una media realizzativa di 2.5 gol a partita e un ruolino di marcia in termini di risultati invidiabile. 11 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta in campionato. Lascia l’amaro in bocca perché comunque di derby si tratta, ma nella giusta misura l’uscita dalla Coppa Italia per mano del Rimini. Il prossimo impegno di capitan De Rose e compagni è contro la Juventus Next Gen all’Orogel Stadium.

Credit Martina Cutrona

Una sfida che porta con sé molti interrogativi determinati dal fatto che si tratterà della prima volta in assoluto per entrambe le squadre. Fino a oggi romagnoli e Under 23 della Juve non si incrociano mai. Sempre nel girone B i primi, nel girone A la seconda. Due realtà molto diverse. Il primo dato a saltare all’occhio è la differenza in termini di organico. L’anagrafe parla chiaro. Il Cesena è fra le prime tre squadre con l’età media della rosa più alta del girone B: 24,5. Dietro solo alla Torres (26,5) e alla Carrarese (25.2). Discorso ribaltato per la squadra di Brambilla. La seconda squadra juventina si colloca in vetta alla graduatoria opposta. Quella delle squadre più giovani: 21,2 la media. Non solo di gran lunga la più “green” del secondo raggruppamento, ma la più giovane di tutta la Serie C in coabitazione con l’Atalanta Under 23.

Francesconi
Credit Cesena

Largo ai giovani anche in Romagna

Tuttavia, nonostante i numeri raccontino realtà agli antipodi c’è un dato interessante che, con i dovuti accorgimenti, può accomunare le due squadre. Che la Next Gen sia costruita per garantire calciatori pronti al salto in prima squadra è cosa nota, dunque, l’età al ribasso della rosa non deve stupire. I giocatori crescono in ambiente Juventus e lì si formano. A Cesena non esiste una seconda squadra, ma il settore giovanile è ben organizzato e sta regalando grandi soddisfazioni all’allenatore Toscano. In questo campionato sono ben 6 i giocatori cresciuti sui campi del Centro Sportivo di Martorano: Pieraccini, Francesconi, Giovannini, Berti, David e C. Shpendi.

cesena berti

Ragazzi nati dal 2003 in avanti ai quali l’allenatore non rinuncia. C’è chi gioca titolare come l’albanese e si guadagna pure il primato della classifica marcatori del girone con 8 reti all’attivo. C’è chi, come Pieraccini, parte in sordina poi scala le gerarchie e si guadagna un posto fisso. E chi come Berti è l’asso nella manica dell’allenatore. Nessun paragone fra le due società. Obiettivi diversi e storie inconciliabili, ma se volessimo trovare un filo conduttore di questa inedita partita forse questa potrebbe essere una lettura vincente. Una conferma? Turicchia. Lui, che i bianconeri li indossa entrambi. Cesena-Next Gen: una vetrina di novità. Che avvicinandosi a Natale…

brambilla juventus next gen
Pro Patria-Juventus Next Gen serie C

Cesena “porta fortuna” alla Next Gen

Se per il faccia a faccia delle due squadre è la prima occasione non è così per il teatro della sfida. Già, perché l’Orogel Stadium fa storia a sé. E racconta di un o stadio foriero di soddisfazioni da entrambe le parti. Il Cesena, in questa prima parte di stagione, non perde mai una partita sul prato del Manuzzi; la Juve Next Gen non conosce sconfitte in riva al Savio. Se in campionato i ragazzi di Brambilla non solcano mai il terreno dell’Orogel Stadium lo incontrano e ringraziano in Coppa Italia. 27 giugno 2020 in uno stadio vuoto a causa delle restrizioni per la pandemia da Covid-19, l’allora Juventus Under 23 conquista la sua prima storica Coppa Italia Serie C avendo la meglio sulla Ternana. 2-0 reti di Brunori e Rafia. Di quella squadra, oggi, non c’è più nessuno, ma, qualcuno nel match col Cesena potrebbe anche sorridere nel riaccendere la memoria. Quel Siano che oggi indossa il bianconero romagnolo, ma che quel trofeo lo vince con quello piemontese. I ricordi restano. E il Dino Manuzzi è ancora lì.

Orogel Stadium protagonista

È proprio nel tema stadio che si può riscontrare la diversità fra le due realtà. L’Orogel non fa più testo. Per ogni partita si contraddistingue come uno degli impianti più popolati della categoria. Per la precisione il secondo dell’intera Serie C. 10.104 gli spettatori medi del Cesena in sette uscite casalinghe in questa stagione. Solo il Catania nel girone C fa meglio andando oltre le 17.000 presenze. Non si può dire la stessa cosa della Next Gen. Per la quale i numeri raccontano di 153 spettatori di media. C’è da sottolineare che Guerra e compagni giocano i loro incontri casalinghi al Moccagatta di Alessandria, che la squadra nasce solo nel 2018 e che, quindi, le dinamiche sono diverse rispetto a un Cesena che alle spalle vanta una tradizione ben più consolidata. Ma questo è. Ciò che rimane, tra fatica nello scovare intrecci e statistiche è la curiosità di assistere a un match inedito. Mai visto prima e che, vada come vada, metterà in mostra giovani talenti pieni di entusiasmo. Che, in fondo, è ciò che rende bello il calcio.