Home » Cesena, si scrive Juventus si legge storia

Cesena, si scrive Juventus si legge storia

Sarà la prima volta in assoluto, ma è come un “deja vu”. Trepidazione? Attesa? Curiosità? Chissà. Cesena-Juventus Next Gen, partita valida per la sedicesima giornata di Serie C, è un match del tutto inedito, ma comunque capace di aprire quei famosi cassetti della memoria che rendono tutto più accattivante. Due squadre diverse sotto molti punti di vista. Per organico, classifica, storia e obiettivi. Ma quando lungo il Savio si dice Juventus tutto assume un aspetto diverso. L’ambiente si scalda. La rivalità è palpabile. Stessi colori, ma concezioni agli opposti. Sogni di gloria che si contrastano con la presa di coscienza della realtà. Blasone contro umiltà. Lo squadrone contro la provincia. Questi i sentimenti che solo il bianconero di Torino è capace di risvegliare nei cuori pulsanti, caldi e sempre vivi del tifo dell’Orogel Stadium Dino Manuzzi. Cesena-Juventus Next Gen: il nuovo che avanza sulle orme della storia.

Cesena Juventus

Anni Settanta: la prima storica vittoria casalinga del Cesena sulla Juventus

Inutile nascondersi, a Cesena quando si parla di Juventus la mente inizia a viaggiare nei meandri più nascosti della memoria in cerca di quel famoso “Mo te t’arcòrd piò quand…” che tanto piace e anima lo spirito del tifoso. Forse più anziano, ma senza dubbio più esperto. Quel classico “nonnino” che seduto al bar antistante lo stadio Dino Manuzzi, con il classico bicchierino di Sangiovese racconta al giovanotto di turno di quella volta che Bertarelli segna una doppietta fantastica contro la Juventus di Sivori. E permette al Cesena di vincere una partita che rimarrà negli annuari. La prima volta in assoluto che i romagnoli battono il famigerato “Squadrone degli Agnelli” nel proprio stadio. Altri tempi, altre concezioni, altri impianti. Già, perché all’epoca il Cesena le partite casalinghe le gioca ancora alla “Fiorita”. Il campo sito nell’omonimo quartiere che oggi è sede proprio dell’Orogel Stadium.

cesena-stadio

Ricordi vivi; di quelli che puoi comprendere solo ascoltandoli da chi li vive. Una vittoria simbolica nel Lungo Savio non solo per il blasone dell’avversario, ma anche per il risvolto generale. Sì, perché i due gol di Bertarelli aprono la strada alla rincorsa allo Scudetto del Torino. I granata vinceranno la Serie A in rimonta proprio sulla Juventus. Oltre al danno anche la beffa per la squadra del Presidente Boniperti. Una partita, quella descritta che arriva nel 1976, due anni dopo “l’esordio” della sfida tra Cesena e Juventus. Il primo incontro risale al 1974. In quel frangente nonostante un Cesena che può contare su uno degli ultimi “liberi” della storia, già scudettato con il Cagliari di Riva e di messicana memoria come Cera, su un portiere come Boranga, sulle sgroppate di Ceccarelli e su giocatori simbolo come Brignai, Rogni e Bordon nulla può contro la fantasia, la qualità e l’estro del fattore italo-sudamericano di marca Juventus. Altafini e Anastasi chiudono la pratica con un secco 2-0. Fa tutto parte del lungo racconto di quel “nonnino”. Ci basta ascoltare e dare libero sfogo all’immaginazione.

Cesena Salvetti

La Serie B

Passano gli anni, le stagioni calcistiche si alternano. Il Cesena sale e scende le categorie. Finché nel 2006 le note vicende del caso “Calciopoli” condannano la Juventus a retrocedere in Serie B. Nel frattempo, fra un’amichevole estiva e l’atra le due squadre non si sono mai lasciate del tutto. Una tradizione quella dell’incontro d’agosto in terra di Romagna che si ripete per diverse stagioni. Un evento, forse l’unico, capace di chiamare a raccolta un territorio intero in serate umide e afose, dove, se non sulla Costa sarebbe la noia ad avere la meglio. In Serie B le due squadre si affrontano in primavera. Inutile dire che i pronostici pendano in maniera netta dalla parte di Del Piero e compagni.

Juventus

Tuttavia, come corsi e ricorsi insegnano il pallone è imprevedibile. E ribaltare le previsioni è un’arte che lo sport insegna da sempre. All’undicesimo minuto l’idolo della Curva Mare Emiliano Salvetti trafigge Buffon. La gioia durerà fino allo scadere del primo tempo quando Trezeguet prima, Nedved poi, ristabiliranno le gerarchie. Il Cesena, però, non ci sta. Castori, l’allenatore dei padroni di casa vuole regalare al Dino Manuzzi la gioia che aspetta da troppi anni: fermare la Juve. Arriva in suo soccorso uno dei giocatori più stimati di quegli anni. Tutto sorrisi e scatti sulla fascia Papa Waigo fa 2-2. Stadio in visibilio e Buffon con le mani sui fianchi a fissare il vuoto. Quella Juve non farà fatica a ritornare in massima serie proprio in quella stagione, ma ciò non cancellerà la soddisfazione di poter far dire a quel nonnino “Chi s’arcòrda piò”. Basta poco per strappare una risata.

Credits: Luigi Rega

Cesena-Juventus Next Gen: il passato per immaginare il futuro

La routine è sempre la stessa. Campionato dopo campionato. Fino al 2010 quando in Romagna l’entusiasmo è alle stelle. La Serie A è di nuovo realtà. Bisoli riesce nell’impresa. Scala le categorie e riporta il Cesena lassù dove manca da decine di anni. Non siederà lui sulla panchina dei romagnoli. Arriva Ficcadenti. Sempre in primavera la Juventus torna in Romagna. E l’euforia è ai massimi livelli. Il Cesena cerca punti salvezza e la Juve…deve solo riparare al massimo i danni di una stagione sotto le aspettative. Al termine dei primi 45 minuti sembra aver raggiunto il suo scopo. Un ispirato Alessandro Matri mette a segno una doppietta che ammutolisce l’intero stadio. Nella ripresa il Cesena tiene un altro passo. I giocatori di qualità in quella squadra non mancano. Il futuro lo dimostrerà.

Juventus Next Gen
Credit Martina Cutrona

Ma senza andare neanche poi così in là. Basterà arrivare all’ottantesimo minuto quando Parolo metterà il sigillo su un pareggio per 2-2 che varrà il mantenimento della categoria per lui e per i suoi compagni e tre punti persi per la rincorsa all’Europa della Juve. Nel mezzo una rete del sontuoso e cristallino talento di Luis Jimenez. L’anno seguente, sempre nell’impianto dei romagnoli, Antonioli parerà un rigore a Pirlo, ma vincerà la Juve con un lampo di Borriello. I padroni di casa nella stessa stagione torneranno in Serie B. Stesso risultato nell’ultimo incontro in ordine di tempo nel 2015. Djuric e Brienza da una parte Morata e Marchisio dall’altra. Quella in programma sabato 2 dicembre sarà una sfida completamente diversa per molte ragioni. Inedita perché è un’altra Juve. Forse quella del futuro. E cosa c’è di meglio del conoscere la storia per immaginare “il domani”?  Prima o poi, tutti ci imbatteremo in quel “nonnino”.