I rigori condannano il Cesena. Il Lecco proverà a scrivere la sua nuova storia in finale playoff
Quando si cerca spettacolo all’ Orogel Stadium si è nel posto giusto. Come quello andato in scena nella semifinale di ritorno dei playoff di Lega Pro tra Cesena e Lecco. Una partita che sulla carta non avrebbe avuto nulla da dire. Alla vigilia i pronostici pendono in maniera netta dalla parte dei romagnoli. Complice anche la vittoria al Rigamonti-Ceppi che consegna al Cesena la possibilità di giocarsi un ritorno con due risultati su tre a favore. Ma il bello del calcio è la sua imprevedibilità. La prova del nove di questo teorema sono i calci di rigore. Momento in cui tutto si azzera. E quindi succede anche che il Lecco, accompagnato dai suoi trecento tifosi ammutolisca uno stadio intero. Con un solo tiro. Secco. Ma il più dolce perché regala ai blucelesti l’accesso alla partita più bella. La finale dei playoff di Serie C.
La partita dell’ Orogel Stadium
Stadio gremito. 15.000 sciarpe e bandiere bianconere che sventolano, cori infiniti, ricchi di emozioni. Quelle vere. Quelle di chi sogna ad occhi aperti. Quelle di un tifoso che sa che il traguardo è lì a pochi passi. Si presenta così l’Orogel Stadium di Cesena all’inizio del ritorno delle Final Four. Il pubblico si fida, ci crede e non smette un attimo di sostenere la sua squdra. Il Cesena sembra aver recepito il messaggio e risponde con un buon avvio di gara. I gemelli Shpendi sembrano in grande forma. Corrono, conquistano palloni e ripartono. Stiven arriva in porta in un paio di occasioni. Ma niente, quel pallone continua a lambire il palo. Il Lecco, però, c’è e non vuole fare la comparsa. Respinge ripetutamente gli attacchi del Cesena e quando le condizioni lo permettono affonda il colpo. Tordini il più vivo. Suo il tiro a giro sul palo lungo di Tozzo che fa sudare freddo lo stadio intero. Pinzauti? Una mina vagante nella trincea bianconera composta da Ciofi, Silvestri e Prestia.
Nella ripresa qualcosa cambia. Il Lecco entra in campo con un altro passo. E’ più veloce, arriva prima sui palloni e crea nuove trame di gioco. Soprattutto nel reparto avanzato. E’ in questi frangenti che il calcio non perdona. Come Nicolò Buso. Lui, che in Romagna muove i primi passi sul prato del campo da calcio e scopre l’amore per il pallone. Sì, la dura legge dell’ex colpisce ancora. Decimo minuto del secondo tempo. Lecco in vantaggio. Buso trafigge il suo passato. Perché alla fine quello che conta è solo il presente. Che oggi ha solo due colori: il blu e il celeste.
I rigori, il prologo di un romanzo che potrebbe trovare un lieto fine a Lecco
Per passare il turno il Lecco avrebbe necessità di segnare un’altra rete. Non arriverà. Al triplice fischio si andrà ai supplementari. Le due squadre sono stremate. Shpendi tenta ancora qualche galoppata sull’esterno, Ferrante ci prova, ma sbaglia un tentativo ravvicinato. Il Lecco corre, cerca di impostare, ma sbatte sull’intramontabile De Rose in mezzo al campo. La nota positiva di una serata stonata per la squadra di Toscano. Nell’arco dei trenta minuti nessuna riesce a prevaricare sull’altra. La stanchezza, forse, fa il suo corso. Saranno i rigori a decretare la finalista dei playoff di Serie C.
La tensione è altissima. Si respira nell’aria del Dino Manuzzi. La Curva Mare è in silenzio. Le squadre abbracciate nel cerchio di centrocampo. Il pallone sul dischetto. Celjak il primo a tiare. Gol. Mercadante, lo specialista per i bianconeri non si smentisce. Zuccon. 2 a 1. Stiven Shpendi c’è. Bunino? Nessun dubbio. Poi è la volta di Chiarello. Sfiora Melgrati, ma è gol. Scapuzzi spiazza Tozzo. Tocca a Mustacchio. Tira. Cala il silenzio allo stadio. I tifosi sono ammutoliti. Il Cesena sbaglia il rigore. “La dura legge dell’ex” dispiega i suoi effetti. Ancora una volta. La parata di Melgrati è una sentenza. Definitiva, senza possibilità di appello. Sogni e ambizioni si pietrificano. Per poi crollare in maniera definitiva pochi secondi dopo. Lepore sfonda la rete alle spalle dell’incolpevole Tozzo. E’ finita. Il Lecco è in finale. “Quel ramo del Lago di Como” oggi è in festa. Un romanzo in cui si leggono pagine d’amore e passione. Quella per quei colori. Il blu e il celeste. Le sfumature dell’acqua del lago in cui nascono storie d’amore che possono avere solo un epilogo dolce e glorioso. “Sarà vera gloria?”. “Al campo l’ardua sentenza“.