Un fischio inconfondibile. Dalla gioia alla delusione passando, spesso, per la rabbia. In pochi attimi. L’arbitro con la mano indica il centro dell’area. E’ calcio di rigore. Con un solo tiro possono cambiare le sorti di un’intera partita. Tensione e concentrazione. Questo lo stato d’animo di chi si incarica di calciare quel pallone. Sensazioni che Mario Mercadante, difensore del Cesena, conosce bene. Lui, che con quel dischetto instaura un legame confidenziale che trova nei playoff il suo anello di congiunzione. Come accade in quel di Lecco dove i romagnoli riescono a portarsi in vantaggio contro la squadra di Luciano Foschi e a vincere la semifinale di andata dei playoff. Mario Mercadante e i rigori; croce e delizia del club romagnolo.
L’epopea del tiro dal dischetto. La massima punizione. Storie di partite ribaltate. Vittorie e sconfitte. Episodi al limite del dubbio. Cambiano i contesti, ma non la sostanza. Non c’è nulla di più ambito, voluto, festeggiato e discusso allo stesso tempo del calcio di rigore. Il penalty sarà sempre uno dei momenti più ad alta tensione di una partita di calcio. Gli attaccanti lo cercano, i portieri non vorrebbero mai averci a che fare. E pensare che fu proprio un portiere ad inventarlo: William McCrum. L’assegnazione di un calcio dal dischetto può essere condanna e assoluzione allo stesso tempo. In qualsiasi categoria. Per conferme chiedere a Mario Mercadante, difensore, ma anche un po’ goleador, del Cesena.
Lui, croce e delizia dei bianconeri dagli undici metri. Da difensore qual è i rigori non li concede. Però li tira. E bene. Quello tra Mercadante e il dischetto dell’area avversaria è un rapporto consolidato, quasi confidenziale. L’uno chiama, l’altro risponde. Si rincorrono e si trovano. Sia per le sue galoppate sulla fascia sinistra, come l’idolo Javier Zanetti insegna, o per la malizia di un attaccante al quale fornisce assist dentro all’area l’epilogo è scritto. Il fallo ci sarà.
Mercadante prenderà quel pallone, se lo metterà sotto il braccio e con accuratezza e precisione lo posizionerà sul cerchietto bianco. Un ultimo sguardo al suo compagno di viaggio e un’occhiata rispettosa al portiere davanti a lui per poi perdersi nel silenzio di quegli istanti. Mercadante si isola in una bolla. Anche nel tutto esaurito del “Rigamonti-Ceppi” dove la posta in palio è di quelle che pesano prima, dopo e durante la gara.
Lecco – Cesena, semifinale dei playoff di Serie C, il VAR, la novità di questi spareggi promozione, emette il suo primo verdetto. Rigore per il Cesena. Il difensore classe 1995 risponde alla chiamata del cerchietto bianco in mezzo all’area dei blucelesti. La memoria dei 613 tifosi bianconeri giunti sulle sponde del Lago di Como fa un salto indietro di un anno. Ancora playoff, gara di ritorno del primo turno della fase Nazionale. Nel fortino dell’ “Orogel Stadium” arriva il Monopoli allenato da Alberto Colombo. Una serata triste, deludente e che questa stagione vuole dimenticare per sempre. In quella gara il Monopoli è straripante. Il Cesena subisce. I biancoverdi si impongono per 3 a 0. Protagonista indiscusso del match è proprio Mario Mercadante. Da vero leader, come la fascia di capitano al braccio richiede, si carica la squadra sulle spalle e sfodera una prestazione impeccabile. E con lui c’è l’inseparabile penalty.
Al “Dino Manuzzi” l’arbitro fischia due rigori a favore dei pugliesi. Il dischetto invoca Mercadante. Non si tira indietro. Coraggio, freddezza, senso di responsabilità e precisione. Il terzino di Altamura registra un due su due dagli undici metri che vale il passaggio del turno. Il Cesena saluta il sogno Serie B. Mercadante, il rigorista che non ti aspetti, trafigge il club che oggi punta su di lui e ammutolisce uno degli stadi più caldi della Serie C.
Avvisaglie del rischio che i romagnoli avrebbero corso in quella partita è lo stesso ex Bari a lanciarle nelle settimane precedenti. Lui, che ipoteca il passaggio alla fase nazionale del “Gabbiano” con un altro rigore. Vittima è la Virtus Francavilla. Un regolamento di conti? Forse. Nel 2018 sono i biancazzurri ad eliminare capitan Mercadante e compagni dalla postseason. “I rigori? Fin qui li ho segnati tutti, spero di continuare a farlo con questa maglia” – così il calciatore nella sua conferenza stampa di presentazione a Cesena. Detto fatto. E nel momento più importante.
Mercadante e il suo fedele compagno “rigore” si ritrovano ai playoff. Lì, dove lasciano lacrime di tristezza e amarezza oggi portano pianti di gioia, sorrisi e imprimono linfa ad un sogno dal quale a Cesena non hanno intenzione di svegliarsi. Rigore dentro e fuori dal campo. Una laurea in Scienze Motorie lo certifica. Rigoroso nel mantenere la parola data. “Vorrei cancellare dalla mente dei tifosi il ricordo negativo dei playoff della stagione passata” – promette nel suo primo giorno nella città malatestiana. Per farlo percorre oltre 350 chilometri, la distanza tra Cesena e Lecco, ma con la consapevolezza che quelli contano sono gli ultimi 11 metri. Mario Mercadante, nascere da incendiario e morire da pompiere. A Cesena per una promozione da conquistare con “rigore”.
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