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Cesena, il ritorno di Parolo: la presentazione del libro e l’incontro coi giovani

A distanza di quasi 12 anni dall’ultima partita giocata con la maglia del Cesena – il 13 maggio 2012 contro la Roma – Marco Parolo è tornato in Romagna: territorio che ha consacrato il suo talento. Il classe 1985 di Gallarate si è ritirato dal campo da oltre due stagioni. Ha fatto ritorno in Riva al Savio da scrittore. L’ex centrocampista della Nazionale ha scelto di presentare il suo primo libro alla cena di inaugurazione del trentottesimo anno di attività del Panathlon Club. Un romanzo a quattro mani scritto con la collaborazione del giornalista di DAZN Marco Cattaneo dal titolo “Quando giochi“. Nel pomeriggio Parolo ha incontrato, presso la Club House dell’Orogel Stadium, anche un nutrito gruppo di ragazzini delle giovanili del Cesena ai quali ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera e dato alcuni consigli per vivere al meglio i propri sogni con un pallone tra i piedi.

Parolo: “Cesena mi ha fatto crescere la passione per il calcio”

Inseguite i vostri sogni, io ho giocato e segnato in Champions League nell’ultimo anno della mia carriera con la maglia della Lazio. Ho giocato in Champions quattro partite e ho fatto due gol. Era quello il mio sogno quando da bambino passavo ore ed ore a calciare il pallone contro il muro, sotto casa mia”. Con queste parole piene di soddisfazione e di augurio per i suoi giovanissimi interlocutori Marco Parolo saluta i ragazzini del settore giovanile del Cesena. Bambini che, come lui alla loro età, coltivano il desiderio di diventare professionisti. Con quei colori, in quello stadio, ascoltando quei cori che il Dino Manuzzi può regalare. Queste sono le emozioni che riaffiorano alla mente dell’ex centrocampista bianconero. Lui, che con la maglia dei romagnoli si affaccia per la prima volta alla Serie B.

Si presenta al palcoscenico del calcio delle categorie importanti. Conquisterà una storica promozione in Serie A. Poi lotterà per la salvezza. La troverà e soffrirà quando sarà la volta di retrocedere. Perché Cesena è emozione, passione e ricordi di crescita. “Cesena mi ha fatto crescere la passione per il calcio. Qui si parla e si vive di calcio tutta la settimana. Il gol della promozione dalla B alla A? E’ stata una rete bruttissima ma un momento bellissimo. Mi ricordo il Garilli di Piacenza invaso dai tifosi del Cesena che dopo la partita hanno invaso anche gli autogrill lungo l’autostrada, in pratica noi calciatori non ci siamo potuti fermare per bere qualcosa. Poi siamo arrivati al Manuzzi e abbiamo trovato lo stadio pieno”. Genesi di un passione, dunque, ma anche fonte di motivazione: “Alla vostra età mi divertivo veramente. Qui a Cesena sono stati tre anni fantastici.”. Non può mancare il saluto social a tutti i tifosi del Cesena. Proprio da quello stadio Manuzzi che per Parolo è custode di una carriera.

Credits: Luigi Rega

I consigli dell’ex centrocampista oggi scrittore ai ragazzini del Cesena

Quella “Romagna Capitale” che risuona dalla Curva Mare è auspicio che trova armonia nella carriera di Parolo. Cesena consegna all’ex giocatore la maglia più prestigiosa della Nazionale. “Da un lato ero contentissimo, ma dall’altro avevo una gran paura di non essere all’altezza. Infatti per sei-sette giorni ho vissuto male, con l’ansia, fino a quando Prandelli si è avvicinato e mi ha detto ‘Marco, vuoi iniziare a divertirti?’. Allenatori; fonte di ispirazione. Totem di un percorso. “Seguite i mister. Sono la vostra guida”. Parolo non ha dubbi: “Per me il migliore è stato Conte. Maniacale e vive per il calcio”. Tutti regalano qualcosa. Nel bene e nel male.

Ma sempre col sorriso. “Il mio primo allenatore a 7 anni mi fece piangere in campo, mentre Bisoli ai tempi del Foligno mi sostituì dopo mezz’ora mentre stavamo perdendo 2-0. Ci rimasi molto male, ma il giorno dopo mi prese da parte e mi disse che l’aveva fatto per me”. Insegnamenti: esperienze. Spazio alle domande dei piccoli fan. “La partita più difficile? Quella che ho vissuto con maggiore tensione nella mia carriera è un Inter-Cesena, entravo per la prima volta a San Siro da calciatore e da bambino tifavo il Milan, per un quarto d’ora non ci ho capito nulla”. L’importanza dei modelli, ma anche degli avversari. Rispetto e riconoscenza. Sempre. “Di fronte a Ibrahimovic in campo ti sentivi impotente”. Parolo e Cesena, un legame unito e consolidato da un pallone.

Redazione

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