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Totti, il doppio salto a Parma e il gol nel derby: Iacoponi, la Coppa Italia del Rimini nel segno della maturità

Una volta a testa e tutti contenti? Difficile da immaginare, ma la realtà racconta questo. Il derby di Coppa Italia Serie C va, anche quest’anno, al Rimini. Interpreti in parte diversi, ma stesso risultato. I biancorossi vincono una partita sin dall’inizio lanciata verso un’unica direzione: quella della Riviera. Nell’eterno scontro per la supremazia di un territorio la spunta la squadra ospite e lo fa in grande stile. Con uno 0-2 che ammutolisce l’Orogel Stadium. In una partita all’insegna della “green line” con molti giocatori under in campo da ambo le parti a prendersi la scena è Daniele Iacoponi. Giovanissimo esterno destro classe 2002 del Rimini. Primo gol in stagione per lui. Indimenticabile perché arriva nella partita più sentita: il derby di Romagna. E lì dove tutto ha un valore in più.

Iacoponi, un derby per continuare a sognare

Se solo due anni fa qualcuno avesse detto a Daniele Iacoponi che avrebbe segnato il gol vittoria in un derby così sentito come quello fra Cesena e Rimini, il ragazzo sarebbe scoppiato in una grossa risata. Lui, che fino ai vent’anni gioca a calcio solo per passione e perché l’importante è crescere. Non conta la categoria. Ciò che rileva sono la determinazione, l’attenzione e la dedizione. Non una filosofia, bensì una strategia. Quella con la quale affronta i campi sterrati e spesso sconnessi dei dilettanti. Quelli dove quel detto “mangiare la polvere” diventa esatta rappresentazione della realtà. Nessuna ambizione. Tanta costanza e spirito di sacrificio. Sfrontato e spontaneo come solo la sua giovane età permette. Quella che gli consente di non sentire il peso del gap generazionale. Lui è il più piccolo tra le fila della Team Nuova Floridia. Una squadra del comune di Ardea sito nella città metropolitana Roma Capitale. Nella città Eterna inizia il viaggio di un ragazzino verso (la) Sud.

Credit: Rimini FC

No, non in meridione, dove tuttavia, vive un’esperienza da professionista che ringrazierà per sempre, ma in direzione Curva Sud. Quella dello Stadio Olimpico. Tra tifo, sogni e traguardi che solo il tempo dirà se saranno raggiungibili. Prima in Eccellenza poi in Serie D sempre con la stessa squadra e gli stessi compagni. Tutti più grandi. Un limite? Non per Daniele. Quei giocatori sono solo fonte di consigli e aiuti. Per una crescita come uomo prima che come calciatore. Fra i dilettanti, tra buche e ginocchia frantumate il classe 2002 “si fa le ossa” – afferma lui stesso sul sito ufficiale del Parma Calcio. Tra dribbling velocissimi e innumerevoli assist il ragazzo si guadagna ciò che, forse, gli spetta. A metà stagione arriva la chiamata del calcio professionistico. L’Arezzo in Serie C vuole costruire una squadra giovane. Istintività e ingenuità dei vent’anni portano Iacoponi ad accettare. 15 presenze e la gioia del primo gol. Perché, in fondo, partire dal basso è la strada diretta verso la maturità.

Parma: non credere alla realtà

Iacoponi corre. La velocità e la rapidità sono i suoi marchi di fabbrica. Non solo con la palla fra i piedi. Anche nella costruzione di una sua personalità. Di un suo futuro. Se ne accorge presto anche il calcio “dei grandi”. Quello che si materializza nel contesto della Serie B. In un solo anno il salto è doppio. Dalla Serie D alla Serie B. Il Parma intravede qualcosa nel giocatore. Il primo a non credere a quello che sta accadendo è lui stesso. Dall’anonimato dell’Eccellenza e della Serie D ai riflettori battenti dello stadio Tardini. Sì, perché Daniele in Emilia in campo ci va.

Credit: Rimini FC

Esordisce in cadetteria e sogna ad occhi aperti. Ma sempre con i piedi per terra. Anche se il solo pensiero di dover calciare in porta in allenamento sapendo di doversi misurare con le mani di Buffon qualche volo di immaginazione lo comporta. Chissà se in quel frangente le istantanee dei gol del suo idolo Totti sono capaci di regalare sicurezza e consapevolezza. E magari anche giocate. Quelle che da sempre Daniele spera di rubare all’ex capitano della Roma. Ruoli diversi quelli di Iacoponi e Totti, ma la realizzazione di sé stessi passa anche da queste piccole fantasie.

Foggia: la crescita di Iacoponi passa dalle esperienze

Parma. La tappa più gratificante. Quella che spera un giorno possa regalargli la soddisfazione più grande: esordire in Serie A. Nel mezzo, però, ci sono le esperienze. Gli unici fattori determinanti un risultato. Per Iacoponi si chiamano prima Pordenone poi Foggia. Quel Sud che ritorna. L’annata in Puglia è quella della definitiva conferma. Daniele tra i professionisti deve esserci. Soddisfazione e legami. Questo significa indossare la maglia rossonera. Oltre trenta presenze, un gol e cinque assist per l’esterno destro. Che gioca a sinistra perché puntare l’uomo e scaricare a rete è la sua specialità.

Foggia vuol dire anche instaurare rapporti. Stare bene e ricordare. La delusione dei playoff come stimoli per il futuro. Un saluto toccante quando in estate lascerà la società. L’ulteriore conferma di una maturità raggiunta. Quella che lo condurrà sulla Riviera Romagnola. In quel Rimini che degli under fa la sua linfa. E che, in silenzio, senza tanti sussulti, segna nel match più importante. Lì dove promette. Sotto il settore ospiti dell’Orogel Stadium. Aizzando il coro che è colonna sonora del popolo cesenate; quel “La Romagna siamo noi!” che, oggi, porta la griffe dei tifosi del Rimini. Dirige l’orchestra Daniele Iacoponi.

Alvise Gualtieri

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