L’attesa è per lo scontro fra due squadre forti, ma con una visione e una concezione del match diversa. Da una parte i padroni di casa del Cesena che, oramai, a una giornata dal termine del girone di andata non si nascondono più. La Serie B è e rimarrà l’unico obiettivo. Dall’altra, gli ospiti, quelli che non ti aspetti e che, a maggior ragione, sono di quelli ostici: la Torres. I sardi, sorpresa del girone B di questa stagione, si presentano nella bolgia dell’Orogel Stadium con la consapevolezza di non avere nulla da perdere. Giocare per continuare a credere in quel sogno che passo dopo passo Greco sta costruendo da mesi. Nel silenzio e nella cultura del lavoro. Eppure, il match racconta altro. Due realtà che si affrontano a viso aperto e senza timori. È la gara degli attaccanti. Shpendi e Kargbo contro Scotto e Fischnaller. Ma è soprattutto la partita del Dino Manuzzi.
Meno di una settimana a Natale. Giornata soleggiata, non freddissima e perfetta per il classico giro del centro alla ricerca del regalo perfetto. Questo lo scenario tipico delle città in questo periodo. Non vale per Cesena. No, perché il comune romagnolo, nella figura di quasi 13.000 persone decide di trascorrere il pomeriggio della domenica che precede le festività in un luogo particolare: l’Orogel Stadium Dino Manuzzi. Il tempio della squadra della città. L’occasione è di quelle che fanno gola a tutti gli appassionati. Si gioca un match che potrebbe segnare il destino del club bianconero. L’avversario è la Torres. La sorpresa del girone B di Serie C. Direttamente dalla Sardegna con un entusiasmo e una carica degna di una passione sono poco più di 600 i tifosi che giungono in Romagna. Perché l’idea di poter assistere al colpaccio dei loro idoli è qualcosa di incredibile. Sarà la magia del Natale? Chissà. Forse è solo il bello del calcio. Quello che conduce la squadra di Greco ad affrontare una partita a viso aperto. Contro un Cesena agguerrito che sa di non poter sbagliare. La Torres è distante solo due punti. Ogni minimo errore potrebbe essere letale. Il pareggio? Numeri. Perché un vincitore c’è e si chiama Orogel Stadium Dino Manuzzi.
Gli ospiti mettono subito le cose in chiaro con una buona partenza nei primi minuti di gioco. Scotto e Ruocco hanno qualità e non si pongono timori nel metterle in evidenza. Nemmeno davanti a oltre 12.000 tifosi del Cesena che urlano e cantano a squarciagola per sostenere i loro beniamini. Vincere vorrebbe dire garantirsi un primato in solitaria con un distacco di cinque punti. Mica male se ci aggiungi che l’ultima gara prima del giro di boa recita: Perugia. Ma niente, la Torres sa di non avere nulla da perdere. Gioca, si crea spazi e porta Pisseri ad asciugarsi il sudore (freddo) sulla fronte in un paio di occasioni. Primo tempo avaro di emozioni. Nella ripresa il boom! Kargbo, già protagonista nei primi 45 minuti con una quantità di sgroppate che nemmeno con il pallottoliere si riuscirebbe a tenere il conto, serve un pallone a Shpendi. L’albanese sa di dover giocare una sfida nella sfida. Già, perché passi la classifica generale, ma quella dei marcatori per chi fa il suo mestiere ha un peso. Ruocco dall’altra parte non sembra intenzionato a fermarsi. Tantomeno a dimostrare remore al Manuzzi. Ecco, dunque, che mette in mostra il suo marchio di fabbrica. Stop, si gira e infila nell’angolino opposto un diagonale preciso e potente. Dito puntato verso il compagno africano: “Il gol è tuo” si legge dal labiale del ragazzo. Questo è il Cesena di Toscano. Una squadra che va oltre i valori tecnici. Unione d’intenti e rispetto. Così si vincono i campionati. Con l’atteggiamento; lo spiega anche l’allenatore bianconero nella conferenza post match.
Ma se scontro tra potenze dev’essere che sia. Cinque minuti di panico totale avvolgono il Manuzzi in una bolla che si espande leggera e dolce in direzione Sassari. Fischnaller pareggia. La Curva Ferrovia, settore in cui risiedono i tifosi ospiti, si accende. La corsa dell’attaccante e gli abbracci dei compagni sono l’istantanea di un popolo che sta vivendo un sogno. Il match di fatto si chiude qui. Capitan De Rose proverà a dare la scossa a suoi con un tiro dalla distanza, ma nulla di più. Al Cesena resta il rammarico di un gol annullato nel primo tempo e qualche occasione mancata, ma alzando gli occhi verso gli spalti tutto assume un’altra dimensione. La cornice di pubblico, le voci, i cori e il Manuzzi tutto sono il riassunto di un pomeriggio magico. Che in fondo sotto Natale è ciò che serve. Cesena-Torres: l’essenza di uno sport che regala emozione.
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