Toscano, il re Mida della Serie C: quarta promozione in carriera in B
Cadere e rialzarsi. Due concetti che da sempre scandiscono il cammino dell’uomo, diventati nel tempo il paradigma fondante sul quale si basa la vita di uno sportivo. Saper accettare la sconfitta e tutto ciò che ne consegue. Assimilarne gli insegnamenti e costruire passo dopo passo la strada per il ritorno al successo. Anche se ci vorrà del tempo, anche se dovessero volerci sei anni. Quelli che il Cesena e i suoi tifosi hanno dovuto attendere prima di abbracciare nuovamente la serie B. I romagnoli, con merito, vincono il girone B del campionato di Serie C 2023/24. Il Cesena di bomber Christian Shpendi, un ventenne capace di superare Massimo Agostini per gol realizzati in una singola stagione e vicino a superare un monumento come Dario Hubner. Il Cesena di Kargbo, Corazza, Adamo e di capitan De Rose. Ma più di tutti, il Cesena dell’ennesima redenzione di Domenico Toscano, lo specialista delle promozioni.
Il legame con la città
Domenico Toscano, per tutti Mimmo, 53 anni, reggino di nascita ma ormai cesenate d’adozione. Lui che al fianco del suo inseparabile vice Michele Napoli, dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna è sceso in strada indossando gli stivali e la tuta del club per spalare il fango dalle strade insieme agli altri volontari. Uno dei tanti episodi che hanno contribuito a creare un legame indissolubile con la città e i tifosi bianconeri. Dalle pendici dell’Aspromonte, nel comune di Cardeto dove è nato e cresciuto, alla quarta promozione da allenatore in carriera in Serie B. Di strada, Toscano, ne ha già percorsa molta. Un percorso fatto di alti e bassi, di grandi vittorie ma anche di delusioni, esoneri e sconfitte. Su tutte l’eliminazione in semifinale Playoff lo scorso anno per mano del Lecco. “La delusione dell’anno scorso mi ha messo di fronte a momenti di riflessione personale – ha raccontato l’allenatore ai microfoni di LacasadiC – Volevo capire se con quello che avevamo fatto sino a lì potessimo costruire qualcosa di ancora più importante”. A posteriori, qualcosa di ancora più grande Toscano è riuscito davvero a costruirla. Cadere e rialzarsi appunto, un autentico dogma trasmesso alla squadra non solo dal suo condottiero, ma da una terra intera che dopo anni d’assenza può finalmente festeggiare il ritorno in serie B.
Toscano, lo specialista delle promozioni
In riva allo Stretto Toscano cresce anche come calciatore. Prima di appendere gli scarpini al chiodo di campionati ne aveva già portati a casa due, uno dei quali proprio con la Reggina nella stagione 1994-1995. L’altro arriverà due anni più tardi, con un’altra delle maglie che ne hanno segnato la carriera: quella del Cosenza, dalla C alla B nel 1998. Cambia il ruolo, ma non il risultato. In panchina continua a collezionare record su record, a partire dal 2008, quando da emergente ha condotto i rossoblù dalla serie D alla C1 in appena due anni. Da lì in poi, Toscano non si è più fermato. Le promozioni con Ternana e Novara in seconda serie. Nel mezzo le due esperienze poco felici con Avellino e FeralpiSaló, prima del ritorno nella sua Reggio Calabria, diventando il primo a ottenere la promozione in Serie B sia come calciatore sia come allenatore nella storia degli amaranto. Insomma, un vero e proprio specialista della categoria. E chissà che il prossimo anno non possa ritrovare da avversario quel Cosenza che in cadetteria non è mai riuscito ad allenare. Quel Cosenza allenato oggi da William Viali, dal quale Toscano eredita nell’estate del 2022 proprio la panchina del Cesena.
Oltre i propri limiti
“Allenare a Cesena non porta pressione – aveva affermato Toscano – Qui regna un sentimento di responsabilità verso la città. Nei confronti di un tifo che in pochi contesti ho incontrato. La responsabilità che ti mette addosso la passione di questa gente è lo stimolo ulteriore che rende tutto più semplice”. Toscano e il Cesena, un connubio vincente costruito nel tempo e certificato non solo dalle dediche sulle sedie e gli amari dei ristoranti in centro città, ma anche e soprattutto dalle statistiche. Se da una parte la squadra bianconera ci sta provando gusto ad eguagliare o addirittura battere i propri record, lo stesso vale per l’allenatore calabrese che in carriera non aveva mai fatto registrare un rendimento altrettanto costante. Numeri inverosimili quelli della società romagnola, che a quattro giornate dalla fine del campionato viaggia a una media di 2,51 punti di media a partita (86 in 34 giornate) per il Cesena di oggi, con 2,15 gol segnati a gara (72 in totale) e soltanto 0,51 gol al passivo (con appena 17 reti incassate complessivamente). Un’ulteriore soddisfazione che evidenzia la fame di un uomo mai sazio di vittorie. Porsi un obiettivo, raggiungerlo e puntare subito al prossimo. Rimettendosi in gioco, una promozione dopo l’altra. Perché la vittoria più bella, sarà sempre quella che deve ancora arrivare.