Scendere per risalire, riscrivere la storia del predestinato: chi è Giuseppe Leone
Scendere per risalire. Cadere per poi rialzarsi ancor più forti. Cercare le difficoltà per assumere la consapevolezza di poterle sconfiggere tutte, dalla prima all’ultima. La storia di Giuseppe Leone comincia in alto. La carriera del centrocampista parte sin da subito con l’etichetta del predestinato, di colui che in un modo o nell’altro, volente o nolente, arriverà a fare della sua passione un lavoro. Il centrocampista, da buon predestinato, non nasce in una data qualsiasi, ma viene al mondo il 5 maggio 2001 a Torino. Ad un anno esatto dalla sua nascita, l’Inter gettava al vento uno scudetto cadendo per 4-2 sotto i colpi della Lazio di Karel Poborský. Esattamente 180 anni prima, invece, lontano dai campi da calcio, un altro comandante storico come Napoleone Bonaparte lasciava questo mondo, causando la disperazione di Alessandro Manzoni che scrisse la celebre poesia intitolata proprio il 5 maggio. Giuseppe Leone, il predestinato dalla nascita, che ha deciso di prendere carta e penna e riscrivere completamente il proprio destino.
Giuseppe Leone, il predestinato bianconero
La carriera del calciatore inizia in un contesto agiato. La Juventus punta su di lui sin da giovanissima età e Leone comincia tutta la trafila del settore giovanile bianconero. Nella sua avventura sui campi di Vinovo, Giuseppe ha la fortuna di potersi allenare fianco a fianco con campioni del calibro di Paulo Dybala, Cristiano Ronaldo, maturando presto l’etichetta del “nuovo Pirlo”. Grazie al suo talento cristallino e alla tecnica fuori dal comune, il centrocampista esordisce a 17 anni in Primavera disputando 11 presenze al suo primo anno. La stagione successiva è sufficiente per far capire ai piani alti della società che lui non appartiene a quelle categorie e l’arrivo in Serie C alla Next Gen non è altro che il risultato di un’equazione matematica lineare. L’impatto con il mondo dei grandi avrebbe potuto mettere in difficoltà tanti giocatori, il rischio di fare il passo più lungo della gamba avrebbe aleggiato nella testa di diversi giocatori, ma non di Giuseppe Leone. Fagioli, Miretti, Nicolussi Caviglia, il centrocampo dell’Under 23 pullulava di talento e il centrocampista natio di Torino è sempre riuscito ad imporsi senza grandi difficoltà.
Cercare la gavetta per conquistare cime ancor più alte
A vent’anni non vi erano tanti giocatori dal talento di Leone con già due anni di Lega Pro alle spalle, le porte aperte per il giocatore erano innumerevoli. Tuttavia, nella carriera di un calciatore, il ruolo del procuratore può essere determinante ed è proprio qui che è entrato in gioco l’avv. Clemente Severati. Invece di far salire immediatamente il proprio assistito in categorie maggiori, porta il ragazzo prima a Siena e poi a Castellammare di Stabia. Scendere, per risalire. Il talento del ragazzo non è mai stato messo in discussione, ma nel calcio, come in tanti altri sport, il talento cristallino molto spesso non basta. Per formare la personalità del centrocampista, Severati lo toglie dalla propria comfort zone in quel di Vinovo. Tifosi “veri”, calcio di provincia, il fatidico girone C di Lega Pro. La sfida è grande, ma i predestinati non si fanno di certo intimorire. Leone coglie al volo l’opportunità di poter lavorare con Guido Pagliuca, allenatore dei gialloblù che lo ha a lungo cercato nell’ultima sessione di calciomercato. In pochi mesi di lavoro, il play ha già affrontato tutte le difficoltà legate all’approdo alla Juve Stabia, migliorando come persona e come giocatore.
Calma e consapevolezza il mantra di Leone
Assumersi le proprie responsabilità in campo non è semplice per nessuno, a maggior ragione per un ventiduenne neo-arrivato in una delle piazze più calde dell’intera Serie C. Eppure, grazie all’aiuto dei propri compagni e dello staff ha sviluppato una personalità importante, un’intelligenza tattica fuori dal comune e doti fisiche straripanti. Dagli spalti del Romeo Menti, sono frequenti i: “Ma perché è finito qui? Ma da dove da dove esce? Non c’entra nulla con la categoria” a testimonianza dell’impatto considerevole anche sui tifosi. La proverbiale calma che lo contraddistingue in mezzo al campo e nella vita gli ha permesso di scendere agli inferi, senza paura di non tornare più laddove merita. La Juventus tiene costantemente un occhio su di lui, infatti ha permesso al ragazzo di allenarsi con la squadra, quando il centrocampista è rimasto svincolato dopo il fallimento del Siena. Riuscirà il ragazzo nato il 5 maggio a riconquistare il bianconero e la Serie A? Ai posteri l’ardua sentenza, ma i buoni presupposti ci sono tutti.