Una vita alla ricerca del bel calcio e del talento, addio a Christian Argurio
Il mondo del calcio dice addio a Christian Argurio, direttore sportivo del Novara.
Una vita alla ricerca di talenti. Un amante del calcio in tutte le sue forme. Anche oltre i confini dell’Italia, specialmente in Croazia, paese dal quale, tra gli altri, era riuscito a portare per la prima volta Petkovic in Italia, prima di lavorarci per coronare uno dei suoi più grandi sogni. Sempre accanto al compagno di tantissime avventure, Pietro Lo Monaco, con il quale ha condiviso molte esperienze, dentro e fuori dal campo. L’ultima di queste al Novara, dove era approdato nella scorsa stagione raggiungendo la salvezza ai play-out.
Messinese e siciliano nel sangue. L’avventura nel mondo del calcio di Cristian Argurio inizia proprio dalla sua città. Prima come team manager, nel 2001, poi come direttore sportivo nel 2007. Con i giallorossi vivrà emozioni uniche, come la scalata dalla Serie B alla A e uno storico settimo posto nel massimo campionato italiano.
Più di vent’anni nel mondo del calcio. Più di vent’anni lavorando con passione, dedizione, determinazione e attaccamento alla causa. Ovunque è andato, ricoprendo ruoli diversi. Dall’addetto stampa al ruolo di direttore sportivo, da quello di scout a quello di team manager. Girando tanto, in Italia e in Europa, lasciando sempre un segno del suo lavoro.
Christian Argurio, infatti, in carriera ne ha vissute tante. Dalle gioie con il Messina, ai talenti scoperti alla Juventus, passando per la Croazia. La sua grande passione insieme al calcio britannico, dicevamo. Oltre i confini dell’Italia, infatti, il direttore lavorerà due volte. Prima con l’Hadjuk Spalato, poi con l’NK Istra. D’altronde, quello è sempre stato uno dei suoi più grandi sogni.
Una vita alla ricerca del bel calcio e del talento
Sempre nei campi di calcio. Sempre in giro per stadi. Guardando, osservando, studiando e imparando sempre di più. Ne ha scoperti tanti in carriera. Ha lavorato con Antonio Conte alla Juventus, con Bortolo Mutti a Messina, con Lucarelli a Catania e non solo. Sempre stringendo legami umani con le persone, addetti ai lavori, calciatori, dirigenti e non solo.
Ai tempi del Catania scoprì, tra gli altri, Petkovic, che poi diventerà uno degli eroi della Croazia nel mondiale del Qatar, concluso al terzo posto. Ma non solo. Anche Gyomber, passando per Marko Pjaca, del quale stilò la relazione che poi convinse la Juventus a tesserarlo quando faceva l’osservatore. La lista è lunga e frutto di un incessante lavoro costante, giorno per giorno, che ha portato tanti risultati.
Il rapporto con Pietro Lo Monaco
C’è una figura che, forse, più di tutte, è stata vicino a Christian Argurio. Ed è quella di Pietro Lo Monaco. Insieme hanno vissuto anni importantissimi a Catania, fatti di gioie e di dolori, condividendo quotidianamente il lavoro e la pressione di una piazza esigente come quella siciliana. Un’esperienza che ha segnato sicuramente la carriera del dirigente.
E proprio un anno fa i due si erano “ricongiunti”. Lo Monaco, infatti, dopo essere diventato direttore generale del Novara lo ha voluto con sè. Sin da subito. Impossibile dire di no a un amico e un fratello. Insieme sono riusciti a conquistare la squadra piemontese, lottando, come sempre. Christian Argurio ci lascia a 52 dopo aver dedicato quasi, anzi, tutta, la sua vita al calcio.