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L’amicizia con Perisic e Nainggolan, gli allenamenti con Spalletti. Attys: “Dall’Inter al Trento, il mio viaggio”

Christopher Attys è un ragazzo giovane, classe 2001. Nonostante i 22 anni d’età ha comunque alle spalle un background calcistico rilevante. Nato in Francia, ma con il passaporto di Haiti, è cresciuto nelle giovanili dell’Inter, dove ha costruito un bel rapporto con Perisic e Nainggolan. Di fede interista, anche se oggi ammira Loftus-Cheek, in nerazzurro si è allenato anche con la prima squadra agli ordini di Spalletti. Poi ha giocato in Croazia e ora splende con il Trento, club che ha da poco rinnovato il suo contratto fino al 2025. Attys in gialloblù si trova bene, ha feeling con la piazza ed è affascinato dal progetto; il mercato di gennaio, infatti, non lo riguarda perché il 22enne ha le idee chiare e non intende cambiare maglia. Anche perché in questa stagione di Serie C in gialloblù ha collezionato finora 17 presenze (di cui 13 da titolare) e 3 gol. Insomma, Tedino difficilmente riesce a fare a meno di Christopher.

Attys: “L’allenamento con Spalletti? Fortunatamente non sento troppo la pressione”

Ma torniamo all’Inter. Attys in nerazzurro è arrivato a 17 anni, dopo aver vestito la maglia del Torcy. Un salto di livello del genere forse nemmeno riusciva a immaginarlo, ma il ragazzo ha ricordato quei momenti con una tranquillità invidiabile: “Il mio procuratore, Fabio Sommella, mi ha visto giocare quando ero in Francia e mi ha portato all’Inter in prova. Ho fatto due settimane lì e sono andate bene, poi ho firmato il contratto“.

Nonostante la giovane età, presto Attys ha cominciato ad allenarsi anche con i grandi: “All’inizio non è stato facile per me, soprattutto con la lingua, ma col tempo ho imparato molto. Gli allenamenti all’Inter erano molto intensi. Mi sono allenato con la prima squadra e ho percepito davvero la differenza che c’è con il calcio giovanile“. Chi era l’allenatore di quella Inter? L’attuale commissario tecnico dell’Italia: “Spalletti è una persona speciale. Urla parecchio e vuole sempre molto ritmo negli allenamenti – ha spiegato Attys -. Ero giovane e pretendeva tanto, ho avuto bisogno di capire il suo modo di fare e come lavorava, poi mi sono trovato bene. Quando mi hanno chiamato ero molto emozionato, ma fortunatamente io non soffro troppo la pressione. Sono andato lì e ho fatto quello che dovevo fare“.

Grande club, grandi figure. Lavoro intenso ma anche legami importanti e soprattutto che restano a distanza di anni. Con due giocatori su tutti: “All’Inter ho fatto amicizia con Perisic, che parlava francese e mi ha aiutato molto. Ma ho legato anche con Nainggolan. Loro due mi hanno dato sempre tanti consigli. Ogni tanto li sento ancora“, ci ha confidato la mezzala del Trento.

Passioni oltre al calcio? L’NBA, ma niente pazzie

Da piccolino ho sempre voluto fare il calciatore professionista. Sono malato di calcio, ma seguo molto anche il basket: Michael Jordan e LeBron James sono i miei cestisti preferiti. Certo, non mi sveglio alle 3 di notte per vedere l’NBA, ma guardo le partite in differita”.

Tornando al pallone, il desiderio dell’Attys bambino di diventare un calciatore professionista è diventato realtà con il trasferimento in Croazia nel 2021: “Dopo aver giocato in Francia e in Italia sono andato in Croazia: lì ho fatto il salto nei professionisti. In Croazia il calcio è molto diverso rispetto a quello che si gioca in Italia: sono molto fisici. Secondo Perisic era un bel paese per i giovani e avrei potuto avere delle occasioni per crescere parecchio”.

Francia, Italia, Croazia. Girare l’Europa per Christopher era fantastico e farlo giocando a calcio è ben presto diventato un sogno da coltivare tappa dopo tappa: “Già con l’Inter in Youth League abbiamo fatto belle trasferte. Abbiamo giocato contro il Barça, poi la sera siamo andati al Camp Nou a vedere la partita della prima squadra. Barcellona è la mia città preferita. Siamo andati anche a Dortmund: sensazioni incredibili, i loro tifosi sono assurdi”.

Trento, Attys: “Sono interista, però mi rivedo in Loftus-Cheek”

Per raggiungere buoni livelli e poter giocare in determinati palcoscenici secondo Attys non c’è una formula precisa. Piuttosto bisogna farsi spazio con talento, un po’ di destrezza ma anche un pizzico di fortuna: “E’ vero, bisogna essere sia bravi che fortunati. Il lavoro da parte del calciatore conta molto: devi avere qualcosa di diverso dagli altri“. La chiamata dell’Inter resta un bel traguardo ma allo stesso tempo si è rivelata un nuovo punto di partenza: “Io ho capito di poter giocare a buoni livelli quando ero alla Spal e ho avuto l’occasione di andare in prima squadra, che allora giocava in Serie B. Lì ho capito veramente di poter fare qualcosa. Il mio punto di riferimento era Mattia Valoti. Lui mi è sempre piaciuto molto, ma io mi rivedo in Loftus-Cheek. Nonostante questo, però, resto interista“.

È vero, certi amori possono finire: “Sono andato via dall’Inter perché non avevo tanto spazio, volevo giocare con continuità“, ma uno dei ritornelli più famosi ci insegna che a volte fanno giri immensi e poi ritornano. Nel caso di Christopher, chissà. Intanto lui si gode il presente al Trento, la sua nuova dimensione in cui continuare a crescere.

Alessandro Gotter

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