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Cioffi, sacrificio e passione: la storia del nuovo allenatore dell’Hellas Verona

Se qualcuno si stesse domandando cosa è il sacrificio, forse, potrebbe leggere la storia di Gabriele Cioffi. Mai un salto gigantesco: la sua vita è stata sempre una lunga e faticosa rincorsa. Ma forse è proprio questo aspetto che gli ha reso i traguardi più belli. Perché sudati, meritati. Lui non ha mai chiesto niente: le soddisfazioni le ha prese con le idee ma soprattutto con il coraggio, da calciatore prima e da allenatore poi. È partito dalla Serie C, poi è arrivato in Serie A con i suoi scarpini. Dal fango, al verde intenso di un prato che vale di più, molto di più. E con giacca e cravatta, ha poi ripercorso le stesse emozioni e versato le stesse gocce di sudore: dalla Ligue Two alla Serie A. Perché “volere è potere”, aveva dichiarato in un’intervista a Gianlucadimarzio.com. Adesso lo aspetta il Verona, dove è chiamato a raccogliere un’eredità molto pesante lasciata da Tudor.

Dalla Toscana, terra di grandi allenatori

Cioffi è toscano, di Firenze. Nasce nel 1975. Ha già dimostrato il suo valore sulla panchina dei bianconeri, ma è pronto a far vedere al mondo del calcio tanto altro. Del resto, se provieni da quella regione, non puoi essere un allenatore banale. Allegri, Sarri, Spalletti, Dionisi, solo per fare alcuni nomi, provengono da li. Si è formato nella Sestese, dove ha dato i primi calci ad un pallone. La categoria era la Serie D, con cui esordisce con la prima squadra nel 1993. Il professionismo arriva 4 anni dopo, con il Marsala, in C2. La stagione era quella 97/98. Mette a segno 2 gol in 12 partite. Poi la chiamata dello Spezia, sempre in Serie D, con cui sfiora la promozione in Serie C1. La terza serie comunque non si farà attendere e arriverà nei successivi due anni con le maglie del Taranto prima e dell’Arezzo poi. A Mantova, arriva poi la soddisfazione della promozione in Serie B che mancava da 32 anni.

L’allenatore era Mimmo Di Carlo e il suo nome entrò nel cuore dei tifosi grazie alle 16 presenze e le due reti messe a segno. Ma, soprattutto, grazie alla sua grande voglia di lottare e non arrendersi mai nonostante non fosse un titolarissimo. I biancorossi sono stati per lui un trampolino di lancio verso un sogno a cui lui ha sempre creduto: la Serie A. L’anno dopo, il 2006, lo acquista il Torino, che è alla ricerca di un difensore centrale. Zaccheroni, allenatore dei piemontesi, lo fa esordire in Serie A dal primo minuto nel match vinto dai granata per 1-0 contro il Chievo Verona. Colleziona 18 presenze e segna anche 2 gol in Coppa Italia. Ascoli, AlbinoLeffe e Carpi sono le sue ultime squadre. Dal nulla, a tutto. Perché Daniele Cioffi è così: carismatico e sognatore.

Allenatore girovago e le soddisfazioni inglesi

Il suo percorso da allenatore inizia nel 2012 sulla panchina del Carpi, come vice. Poi l’esonero da 4° in classifica insieme al suo staff. Non un inizio semplice, ma lui non si abbatte e, a suo modo, scrive la storia. Dopo l’esperienza al Gavorrano e due anni senza panchina (dove nel frattempi svolge il ruolo di tecnico delle giovanili per l’Eastern United di Adelaide e collabora con l’Aston Villa come direttore tecnico dei centri estivi organizzati in Italia), torna ad allenare nel 2015 nella squadra Berretti del Sudtirol. Poi l’esperienza negli Emirati Arabi dove ottiene una tranquilla salvezza con l’Al-Jazira, squadra di Abu-Dhabi, come assistente di Henk ten Kate.

Nel 2016 ha il piacere di lavorare come collaboratore al fianco di Gianfranco Zola, al Birmingham City, in Championship inglese. Si dimette però a due giornate dalla fine lasciando lo staff. Poi lascia il ruolo di vice e si prende la scena in quarta serie inglese, al Crawley Town. Ottiene la salvezza alla prima stagione e viene riconfermato anche per quella successiva. Entra nella storia con il piccolo club inglese: è il primo a vincere l’esordio casalingo in campionato e a battere una squadra di Premier League nella English Football League Cup. In FA Cup, fa addirittura meglio, raggiungendo il secondo turno, mai raggiunto nella storia del club.

Il sogno Serie A con l’Udinese e un nuovo capitolo in vista

Calciatore o allenatore, la storia non cambia. Gabriele Cioffi raggiunge la Serie A e il proprio sogno, come aveva fatto al Torino da giocatore nel 2006, sempre dopo tanta, tantissima gavetta. Questa volta è l’Udinese a dargli una possibilità. Lo nomina allenatore ad interim l’8 dicembre del 2021, dopo l’esonero di Luca Gotti. Terminerà il campionato al 12° posto con 47 punti conquistati. Non male per un esordiente in Serie A. E i bianconeri, con la nuova guida, hanno pure messo in vetrina un calcio spettacolare a tratti, molto offensivo e spregiudicato. In poche parole, moderno. Non è un caso, che il presidente dell’Hellas Verona Maurizio Setti, lo abbia chiamato per sostituire Igor Tudor, autore di un grande lavoro coi gialloblù. Cioffi risponde, evidentemente, all’idea di calcio che la società veneta vuole produrre sul campo. E adesso è pronto a regalare amore e spettacolo, nella città di Giulietta e Romeo.

Redazione

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