Lo aveva promesso. “Sono fiero ed orgoglioso di aver fatto parte di tutto questo… a presto… con amore”. Nella sua lettera di saluto ai tifosi nel 2018, Tommaso Coletti sapeva già in cuor suo che non si trattava di un addio. Troppo forti le emozioni vissute sul campo, troppo forte il legame con il mondo Foggia. Come se fosse davvero un figlio di quella terra, anche se la sua città natale è Canosa. Arrivato in maglia rossonera da ragazzo, forse troppo giovane per legarsi definitivamente alla piazza, è ritornato anni dopo. Per non andarsene mai più, anche quando le strade professionali si sono divise. Un giocatore simbolo nella recente storia del club, uno dei protagonisti di quella squadra che tornò in Serie B nel 2017 dopo 19 anni. Si dice che “una bandiera si vede quando il vento soffia forte”. A Foggia ora hanno di nuovo bisogno di quel leader, anche se ormai con un compito diverso. Formalmente come collaboratore nello staff tecnico di Olivieri, in veste di allenatore in seconda. In realtà sarà molto di più, come quando guidava il centrocampo e venne spostato a centrale di difesa. Poco importa, perché per Tommaso Coletti non è mai stata una questione di ruoli. Il Foggia prima di tutto. Sempre.
498 presenze da professionista, 34 gol e 17 assist. Una lunga carriera da giocatore dal 2004 al 2022, nata nelle giovanili del Bari e che poi ha toccato piazze importanti come Pescara, Cosenza, Teramo, Brescia e Triestina solo per citarne alcune. Ma soprattutto Foggia. Per Tommaso Coletti tante le tappe di una lunga carriera divisa tra Serie D, C e quella B riconquistata proprio in rossonero. Quella maglia però, vestita per la prima volta nel 2007/2008 è diventata poi una seconda pelle, una volta ritornato a casa. Richiamato per la terza volta a Foggia da Roberto De Zerbi nella stagione 2015/2016, viene convinto dall’allenatore a retrocedere di qualche metro il suo raggio d’azione. Da centrocampista centrale a difensore centrale accanto a Gigliotti. Un’intuizione decisiva, perchè Coletti finisce per ritagliarsi un ruolo fondamentale nell’undici titolare rossonero sia in quella che nella successiva stagione. Professionalità e leadership al servizio della squadra. Ne ha beneficiato pure Giovanni Stroppa, in panchina nel 2016/2017. L’anno del ritorno in serie cadetta, dopo un’attesa lunga 19 interminabili anni. Un uomo simbolo nei momenti decisivi. E poco importa il ruolo.
Un gol bellissimo proprio nella sfida decisiva. Una rete per entrare definitivamente nel cuore della gente rossonera e non uscirci mai più. Perchè davanti c’era il Lecce, i rivali di una vita, battuti per 3-0. Perchè in quel campionato 2016/2017 il testa a testa era proprio con i giallorossi per la promozione diretta in Serie B. Conquistata dopo un’appassionante duello ma più vicina dopo quella prodezza balistisca dai 40 metri che ha battuto Perucchini. Tommaso Coletti è sempre stato un trascinatore, già da giocatore ha sempre dimostrato di saper guidare la squadra. In quei tempi dalla retroguardia, ora lo farà dalla panchina. Al fianco di Olivieri e di un suo vecchio compagno e amico, Antonio Junior Vacca. Il giovane allenatore ha già avuto esperienze con la Luparense e Vastogirardi in Serie D, portando la squadra al decimo posto in classifica. Per lui un ritorno in Lega Pro, dopo l’esperienza come secondo di Carmine Gautieri alla Triestina nel 2020. Ora per Tommaso l’opportunità rincorsa da tempo, con il compito di aiutare il suo Foggia a risollevarsi in classifica. E perché no, sognare di nuovo insieme quella promozione in Serie B. In un filo indissolubile mai spezzato nemmeno con l’addio del 2018.
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