Coli Saco: “Garcia mi aveva detto di rimanere a Napoli: ecco cosa è successo. Colavitto? Pensa che io sia al 40%”
La frase che Coli ripete più spesso, prima di iniziare ogni discorso, è: “Ti dico la verità”. E il centrocampista 21enne dell’Ancona non fa eccezione nemmeno quando comincia a parlare della scelta che lo ha portato a Napoli, club che possiede ancora il suo cartellino. Poi prosegue: “Dopo il Milan, mi volevano la Primavera del Napoli e quella della Lazio. Non ho mai avuto troppi dubbi su quale squadra scegliere”. Destinazione: Campania. Non trascorre troppo tempo prima che Spalletti inizi a spingere per averlo in prima squadra e Coli sfiora l’esordio contro la Juventus. Durante gli allenamenti a Castel Volturno nasce l’amicizia con Mertens, che ancora oggi gli scrive, l’estate scorsa ha potuto ammirare da vicino i colpi di Osimhen e Anguissa, ma soprattutto ha avuto un colloquio con Rudi Garcia che stava per farlo rimanere a Napoli. La sua avventura invece è poi proseguita all’Ancona (in prestito), piazza e progetto che l’hanno convinto subito. E con il nuovo allenatore Colavitto, il classe 2002 ha instaurato un rapporto speciale. Due parole per auto-definirsi? Umiltà e cuore. Così il viaggio di Coli Saco prosegue.
Coli Saco, dalla Primavera azzurra al colloquio con Garcia: “Potevo rimanere a Napoli… Mertens? Ci sentiamo ancora”
Finita la parentesi col Milan, breve ma di crescita, ne è iniziata subito un’altra con i colori azzurri del Napoli Primavera: “Mi voleva anche la Lazio. Ma non ho avuto mai troppi dubbi. Mi piaceva pensare ad un futuro con la maglia del Napoli e quindi ho scelto subito loro”. Alla prima stagione in Primavera, il franco-maliano trascina il club campano verso la salvezza con due gol nelle altrettante partite dei play-out a cui vanno aggiunti gli altri 3 segnati durante la stagione. Coli sa come prendersi la scena, subito. E come attirare gli sguardi giusti per continuare a crescere: “L’anno dopo Spalletti ha iniziato a chiedere sempre di me a Frustalupi. Quindi, a dicembre, mi dissero che da gennaio in poi mi sarei allenato regolarmente con la prima squadra. Così è stato. Era incredibile”. Voce spezzata, Coli quasi non se ne capacita. I ‘grandi’ del gruppo Napoli, come Mertens, fin da subito lo aiutano ad ambientarsi nella nuova realtà azzurra: “Dries mi è stato vicino dal primo all’ultimo giorno. Ha sempre creduto tantissimo nelle mie potenzialità. Infatti ancora oggi mi dice che devo rimanere tranquillo, perché il mio momento arriverà”. Il 6 gennaio 2022 però stava per arrivare un’altra data da cerchiare in rosso sul calendario. In Serie A era il giorno di Juve-Napoli ma il club campano, in vista della trasferta di Torino, doveva vedersela con il capitolo indisponibili. C’era chi era partito per la coppa d’Africa, come Koulibaly e Anguissa, e chi era positivo al Covid: Elmas, Osimhen e Lozano. Le assenze erano tante, troppe, e la posta in palio altissima. Nella lista dei convocati degli azzurri però ecco comparire un nome nuovo: è quello di Coli Saco. L’emozione è tantissima per il classe 2002. La delusione, però, forse sarà anche più grande, perché Coli per Torino non partirà mai: “Era tutto pronto. Il giorno prima della partita raggiungo gli altri compagni per partire. Nei giorni prima della gara, Spalletti mi diceva che dovevo allenarmi forte perché avevo la possibilità di esordire. Io dò tutto. Ma all’aeroporto di Napoli, poco prima di prendere il volo, mi dicono: ‘Coli, sei risultato positivo al tampone per il Covid. Devi tornare indietro’. Ci sono rimasto malissimo. Ero sicuro che avrei giocato, anche solo per un minuto, ed ero anche pronto. In quel momento sentivo la fiducia dell’allenatore e io stavo bene”. Coli rallenta tra una parola e l’altra, le scandisce più di quanto non avesse mai fatto in precedenza. D’altronde, come si racconta una delusione così?
L’anno dopo Coli va in prestito alla Pro Vercelli: la sua prima vera esperienza tra i professionisti. Al ritorno al Napoli, in estate, è un giocatore più maturo. Delle sessioni di allenamento a Castel Volturno, Coli ricorda innanzitutto i giocatori che lo hanno impressionato di più: “Zielinski tecnicamente è il più forte. Per Osimhen il calcio è troppo semplice: una volta gli passo la palla, non la controlla bene e gli scivola sotto al piede. Corre dietro quella palla che sembrava persa e dopo un attimo la riprende. Poi fa anche gol. Ero incredulo. Poi Ounas: l’ho visto due anni fa e come talento puro è un giocatore di livello altissimo”. La preparazione del Napoli in vista della stagione 2023-24 continua e sulla panchina degli azzurri c’è Rudi Garcia. La sintonia tra i due scatta subito. L’allenatore ex Roma e Lione è sempre più convinto di confermare il franco-maliano in prima squadra a un solo patto però, spiega Coli: “Sono stati giorni di riflessione. Fino alla fine del mercato sono stato indeciso se rimanere a Napoli o no. Perché Rudi Garcia mi aveva detto che potevo rimanere definitivamente. Il Napoli mi voleva confermare dopo il pre campionato con loro. C’era solo un problema: avrei fatto panchina. Alcuni giocatori mi dicevano di restare, perché la mia occasione sarebbe potuta arrivare. Ci ho pensato tanto ma alla fine ho detto a Rudi che volevo andare a giocare fuori. Pensavo al mio percorso, volevo giocare e crescere. E poi farmi trovare ancora più pronto”.
Ancona, la nuova pagina: “Dopo il gol Colavitto mi ha detto solo ‘bravo’. Lui è così ma ci siamo intesi subito”
“Avevo offerte anche dalla B, ma per alcune ragioni che non posso spiegare non si è fatto nulla. In Serie C mi ha cercato il Padova. Ma mi sono preso troppo tempo per decidere e non si è fatto nulla. Poi avevo offerte dalla Germania e dall’Olanda, una dall’Utrecht, ma erano tutte a titolo definitivo. Tutte le squadre che mi cercavano mi volevano definitivamente. Il Napoli, però, non voleva perdermi. Quando è arrivata l’offerta dell’Ancona in prestito, sono stato subito convinto”. Nasce così la trattativa che porta Coli a vestire biancorosso. L’offerta del club marchigiano era perfetta, sia per il giocatore sia per il Napoli. Per segnare il suo primo gol con la nuova maglia ha dovuto aspettare la dodicesima giornata (contro il Perugia), ma quanta soddisfazione: “Tutti mi chiedevano: ‘Ma Coli quando segni?’. In questo senso è stata una liberazione, ma è stata anche una grande emozione vedere quel pallone entrare in porta. Peccato, però, che non abbia fatto gol sotto la curva. I tifosi mi piacciono: sono super passionali. In questo mi ricordano Napoli”. Una parentesi, quella di Ancona, resa ancora più entusiasmante dal rapporto che Coli ha instaurato con il suo nuovo allenatore: “Colavitto è napoletano e quindi ci siamo intesi subito: ‘cazzimma’ e intensità, mi chiede questo. Dopo il gol contro il Perugia mi ha detto solo ‘bravo’. Perché per lui è normale che io faccia questo. Mi dice che sono ancora al 40% delle mie potenzialità. Scherziamo molto, comunque. E questo è bello”. Con Colavitto l’Ancona, dopo un inizio deludente, ha ricominciato a marciare. E la squadra marchigiana ha ottenuto gli ultimi tre punti contro il Perugia anche grazie al colpo di testa di Coli. Un giovane arrivato dal sud-est di Parigi con tanti sogni. Alcuni li già ha realizzati, altri continua a inseguirli. E se dovese usare due parole per descriversi, Coli non avrebbe dubbi: “Umiltà e cuore. Sono così, un ragazzo da ‘bar’ che parla, ride e scherza con tutti”.