Juve Stabia, Colucci: “Se la palla colpisce un braccio a terra è rigore. L’ho spiegato all’arbitro”
È un Colucci senza freni inibitori quello che si è presentato in conferenza stampa dopo la sconfitta della Juve Stabia a Crotone (1-0) per la 6° giornata del campionato di Serie C, Girone C. Ha deciso la partita un gol di Guido Gomez, un destro potentissimo su calcio di punizione (CLICCA QUI per vedere gli hihghlights del match). L’allenatore dei gialloblù ha puntato il dito contro l’arbitro e poi non ha mandato giù l’atteggiamento di un suo giocatore, di cui però non fa il nome. “Ho spiegato all’arbitro che se un giocatore tocca la palla di mano sdraiato, dentro l’area, deve fischiare rigore”, ha detto con forza l’allenatore.
Juve Stabia, Colucci: “Non esiste una partita che non si possa vincere”
Colucci ha parlato in conferenza stampa dopo il match contro il Crotone: “Non è vero che non si può vincere a Crotone, non esiste una partita che non si possa vincere. Altrimenti quando ho giocato in categoria superiore non avrei mai fatto risultato in casa delle prime 5-6. E altrimenti ce ne andiamo a far Pasquetta, una gita fuori porta. Non parlo mai di arbitri, oggi voglio dire una cosa: su un tiro di Scaccabarozzi, un loro giocatore è andato con la mano a terra in area e la palla è andata a sbattere sul braccio. All’arbitro ho detto che c’è la regola che è rigore se metti il braccio a terra e la palla lo colpisce. Quindi non puoi darmi una punizione a due, devi darmi un rigore. Ponzio Pilato sappiamo cosa ha fatto duemila anni fa, così è lavarsene le mani. Da quando faccio lo pseudoallenatore è la prima volta che dico cose del genere.
“Se qualcuno pensa di correre e basta, ha trovato l’allenatore sbagliato”
L’allenatore della Juve Stabia ha continuato poi pungendo l’atteggiamento di un suo giocatore ed è ritornato sul presunto errore dell’arbitro: “Attenzione, non parlo del Crotone, grande società. Non mi è piaciuto il fatto di due pesi e due misure, solo quello. In campo l’atteggiamento di qualche ragazzo mio non mi è piaciuto: di solito lo dico nello spogliatoio, adesso lo dico anche fuori. Nel calcio si corre e si rincorre: se qualcuno pensa che può correre solo, ha trovato l’allenatore sbagliato. L’errore è parte dell’apprendimento, non è un problema. Però non mi sono piaciuti davanti perché ci vuole anche un po’ di cattiveria agonistica, è lo sport che te lo chiede“.