Rappresentative di Lega Pro, parla Corino: “Barbieri in campo in Champions orgoglio per il calcio giovanile”
C’è un mondo che parte dalla Serie C e spera di essere presto protagonista anche nelle categorie superiori: è quello dei giovani calciatori selezionati nelle Rappresentative Under 15, Under 16 e Under 17 delle squadre di categoria. Lo racconta a LaCasadiC.com Luigi Corino, vice del Ct delle Rappresentative, Daniele Arrigoni.
Corino racconta le Rappresentative giovanili di Lega Pro: “Dobbiamo essere meno legati ai risultati a breve termine”
Corino, la Lega Pro è un serbatoio di giovani: che importanza ha per voi selezionatori?
Siamo all’ottavo anno di questo progetto, l’obiettivo è mettere in evidenza i ragazzi di proprietà dei club di Lega Pro dai 15 ai 17 anni. La soddisfazione più grande è vedere Barbieri (QUI la sua storia) che esordisce in Champions League con la maglia della Juventus dopo essere partito dalla Serie C.
Oggi ci sono società che utilizzano i giovani in maniera strategica, per ragioni legate al flusso di cassa, e altre che invece hanno una visione più ampia della questione. A che punto è questa consapevolezza?
Forse siamo un pochino indietro, perchè consideriamo giovani i nati nel 2000 e invece ai Mondiali con la Spagna Gavi, che è un 2004, gioca e fa gol. In Italia gli allenatori e le società sono molto legati ai risultati a breve-medio termine quindi si punta meno sui ragazzi. Come ricorda bene il presidente Ghirelli, è giusto puntare sui giovani per questioni di costi e di strategia.
Calendario molto intenso per i club di Serie C. Questo quanto incide sul vostro lavoro e sull’organizzazione dei raduni?
Chiaramente bisogna dare spazio alle società. Abbiamo iniziato dal mese di settembre a fare dei raduni per zona. Abbiamo iniziato dal centro-nord, poi il centro e infine il sud con l’Under 15. Così faremo anche per l’Under 16 e l’Under 17: è un lavoro bellissimo, hai modo di vedere ragazzi da tutta Italia e ne puoi studiare tantissimi.
Qual è il vostro punto di vista sulle formazioni Under 23 in C?
In tutto il mondo ci sono le cosiddette seconde squadre: l’Under 23 della Juve ha rappresentato un passaggio importante per tanti, come Miretti, Iling-Junior e Barbieri. Quelli della Primavera si considerano sempre dei giovani, invece testarsi in un campionato importante come la Lega Pro ti permette di confrontarti con gente esperta e maturare anche un pochino prima. La Juve ci ha creduto sin dal primo momento e sta ottenendo grandissimi risultati.
Lei ha parlato di maturazione: oltre che dal punto di vista tecnico, in Italia i ragazzi a 17-18 anni sono pronti anche umanamente per confrontarsi con campionati veri?
Su questo dobbiamo essere noi bravi come sistema: bisogna un attimo anche rischiare qualcosa. Solo giocando i ragazzi acquisiscono l’esperienza giusta. Tornando all’Under 23, il fatto di giocare contro avversari che sono già stati a certi livelli aiuta tantissimo. Serve uno switch mentale anche da questo punto di vista.
Diamo i numeri: in un anno più o meno quanti ragazzi visionate?
120 per tre e siamo già a 360. Poi il sabato e la domenica ci muoviamo sui campi per monitorare i ragazzi nella nostra orbita. Il fatto di vedere negli stadi di A e B giocatori che sono passati dalle nostre latitudini ci inorgoglisce.
Appunto, la soddisfazione: quanto è grande se si vedono giocatori approdare alle categorie superiori?
A volte capita anche che ragazzi considerati delle meteore nelle loro società poi accendano un faro su loro stessi una volta che sono convocati da parte nostra. Questo è il maggior motivo di orgoglio, far scattare la “scintilla”.
Cosa l’ha spinta a lavorare sempre più con i giovani? Quanto incide il rapporto con Arrigoni?
Con Daniele ci conosciamo da 25 anni, sono stato il suo secondo a Cagliari, Torino, Palermo e Messina. Dopo alcune esperienze in prima squadra ho preferito riprendere a lavorare con lui. Mi ha coinvolto in questo progetto e ho aderito ben volentieri. Bisogna metterci tanto impegno e con i giovani ci sentiamo giovani anche noi.