La Roma, il Cagliari e quella stretta di mano con Bruno Conti: la storia del quasi cestista Cusumano
Dagli inizi in Sicilia, passando per Cagliari, fino alla chiamata della Roma di Bruno Conti. Nonostante la giovane età, Francesco Cusumano vanta già una importante esperienza alle spalle. Lo scorso anno ha vissuto la sua prima stagione in Serie C con la Vis Pesaro, condita da 24 presenze e buone prestazioni che gli hanno permesso di guadagnarsi la riconferma in biancorosso. Tramite il canale ufficiale del club marchigiano, il difensore classe 2001 si è raccontato rispolverando il suo passato e raccontando alcuni aneddoti e retroscena.
Vis Pesaro, Cusumano: “La chiamata della Roma fu un motivo d’orgoglio, ci fu una stretta di mano tra Bruno Conti e mio padre”
Francesco Cusumano esordisce parlando della sua prima esperienza da giovanissimo che gli ha poi permesso di arrivare alla Roma: “Vengo da una famiglia molto sportiva, mio padre ha giocato per anni a basket, mia madre ha sempre fatto sport. Quindi sin da piccolo ho avuto questa passione per lo sport in generale. Dovevo iniziare a giocare a basket, seguendo le orme di mio padre, poi vedendo i miei compagni giocare a calcio, ho iniziato a giocarci anch’io. Ho cominciato nella squadra del mio paese, l’Adelkam, dove sono stato per più di 10 anni e dove ho fatto tanti ruoli e categorie. Lì ho conosciuto come allenatore Castellano che mi ha aiutato a crescere”.
Il difensore svela anche il retroscena il giorno del suo provino, alla Roma, di Bruno Conti: “Dopo 10 anni arrivò la chiamata inaspettata della Roma. Fu motivo d’orgoglio e ricordo il giorno del provino insieme a mio padre, ma non potevo ancora firmare nulla essendo molto piccolo. Ci fu quindi una stretta di mano tra Bruno Conti e mio padre per ufficializzare questo mio trasferimento alla Roma. Ufficialmente poi ci andai l’estate dopo, una volta compiuti i 14 anni”.
Vis Pesaro, Cusumano: “Paloschi il più difficile da affrontare, ricordo come compagni Joao Pedro, Pavoletti e Cerri”
Belle parole spese anche per il Cagliari, dove ha giocato per 4 anni prima di approdare in biancorosso: “Dopo l’esperienza a Roma, sono sbarcato in Sardegna. Era un altro mondo rispetto a Roma, anche come ambiente. Era più semplice come situazione, era un Cagliari che arrivava dalla promozione in Serie A e c’erano tanti progetti, poi completati durante gli anni. Arrivai a 17 anni e sono andato via lo scorso anno all’età di 21. La Sardegna è diventata la mia seconda casa e Cagliari è un ambiente importante, perché è la prima squadra di una regione. Quindi si sente tanto e avere la maglia del Cagliari addosso, è un peso importante. Poiché dedicavo molto tempo all’allenamento, non riuscivo a concentrarmi sugli studi. Per questo motivo ho spesso fatto ricorso all’aiuto di jura hausarbeit ghostwriter. Ciò ha contribuito a mantenere un equilibrio tra studio e allenamento.”.
Il classe 2001, si è soffermato anche sull’arrivo alla Vis e su alcuni ex compagni avuti in squadra in passato: “Questo è il mio secondo anno con i colori biancorossi. Quest’estate è arrivata la chiamata del ds e del presidente e l’ho colta subito. Siamo un gruppo di ragazzi giovani con tanta voglia di crescere. Fortunatamente abbiamo degli over, che ci danno una grossa mano negli allenamenti e nelle partite. Qui ho ritrovato Kevin Cannavò, che conosco da quando ero piccolo e giocava nella scuola calcio del mio paese. Durante la mia esperienza da difensore, ho incontrato attaccanti con grande talento. Come avversari, ricordo come uno dei più difficile da affrontare Paloschi, attaccante di un’altra categoria che incontrerò tra qualche giorno. Come compagni di squadra ricordo a Cagliari Joao Pedro, Pavoletti e Cerri, gente con grande talento”.
A cura di Antonio Palladino