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Dal Canto, l’uomo delle sfide. Al via la seconda “vita” alla Viterbese

Ad Alessandro Dal Canto le sfide piacciono eccome. Anche per questo, quando si è trattato di tornare sulla panchina della Viterbese, non si è fatto spaventare dalle statistiche per niente rassicuranti relative a marzo. Un mese nefasto per lui, in cui da quando allena ha raccolto appena 1,08 punti di media. Sei vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte in 23 incontri disputati. Insomma, sabato sul campo dell’Ancona servirà invertire il trend. E, soprattutto, sarà necessario segnare. La Viterbese non ci riesce da 418′, una vita. L’ultima gioia l’ha regalata Volpicelli – su rigore – contro il Grosseto lo scorso 16 febbraio, poi niente più. Per questo lo hanno richiamato, anche se la prima parentesi non si era chiusa bene. Solo tre punti in 7 partite e ultimo posto in classifica. Ma a Dal Canto, appunto, le sfide piacciono.

Foto Cirinei – Arezzo Calcio

Juve e non solo, la storia di Dal Canto

Come quella volta in cui, primo calciatore italiano di sempre, decise di andare in Russia. Era il 2003, ad aspettarlo l’Uralan: “Il primo giorno che arrivai ad Elista, nella Calmucchia, pieno deserto stepposo, ebbi davanti a me uno scenario da film horror. Era metà marzo, la neve si stava sciogliendo e si mescolava con il fango, creando un impatto visivo davvero pesante. Il primo giorno ammetto di esser stato almeno quattro ore a ripeter tra me e me ‘chi te lo ha fatto fare’, ‘chi te lo ha fatto fare’“, ci raccontò in una vecchia intervista. Lui, che iniziò la sua carriera alla Juventus. 14 marzo 1993, erano i bianconeri di Trapattoni, Vialli e del suo amico Antonio Conte. Dall’altra parte il Brescia di Lucescu e Hagi, che si regalò una giornata di gloria grazie al 2-0 finale. La Juve, qualche anno dopo, l’allenerà. Stagione 2017/18, con la Primavera si fermerà in semifinale sia in Coppa Italia che nei playoff scudetto: “Che mentalità a Vinovo. Respiri aria di vittoria, anche quando ti siedi a tavola per pranzare“.

Foto Cirinei – Arezzo Calcio

Pesca, caccia e tatuaggi

A Torino non solo calcio, però. Anche problemi di salute, di cuore. A vent’anni due ablazioni ventricolari, un momento duro, terribile. Il mondo che ti crolla quasi addosso, la forza di capovolgerlo ancora. Pensi, fissi l’obiettivo e colpisci. Un po’ come nella caccia, sua grande passione oltre alla pesca, ai tatuaggi e al buon vino. Salvare la Viterbese è una sfida, come lo sono state subentrare a soli 36 anni in B alla guida del Padova, la semifinale playoff con l’Arezzo, le difficoltà societarie con Siena e Livorno. Dal Canto ci vuole riprovare ancora.

Redazione

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