Home » Dal tridente con Insigne e Immobile alla missione Catania. De Luca:”Finalmente sono tornato”

Dal tridente con Insigne e Immobile alla missione Catania. De Luca:”Finalmente sono tornato”

Credit: Catania FC

Eccomi, piacere, iniziamo”. Vibrazioni positive, sguardo furbo e sorridente di chi sa farsi aspettare per poi sbucare al momento giusto, proprio quando ormai il Massimino è deserto dopo l’allenamento pomeridiano del Catania. Giuseppe De Luca, attaccante classe 1991 è meglio presentarlo così. Anche perché l’attesa, ha ormai restituito dolci sensazioni in campo dopo un avvio difficile. “Ho trovato continuità e sto facendo gol che é sempre molto importante -racconta il numero sette ai nostri microfoni – sono contento di essere ripreso in considerazione. Era ciò che aspettavo da tempo, come la prima rete al Massimino davanti a un pubblico straordinario”. Primi centri (ben due consecutivi) in casa e in stagione tra Crotone e Francavilla dopo i primi sette di Serie D segnati tutti in trasferta e un arrivo importante per dimenticare mancanza di risultati e poco spazio iniziale con Tabbiani in panchina. “Lucarelli conosce bene i momenti, la piazza e ci ha dato soprattutto la serenità che mancava”.

Dal mito Ronaldo all’amore Varese: calcio secondo De Luca

Parla con grande sicurezza, De Luca. Il suo amore per il calcio è viscerale, fortissimo. “Da interista sono amante di Ronaldo il Fenomeno, il pallone è sempre stata una malattia: da piccolo facevo le palline di carta e stavo in oratorio fino a sera. Col brutto tempo mamma mi diceva di restare a casa ma piangevo e pregavo si potesse giocare una volta al campo con papà. Tutte robe folli per chi non comprende questo mondo o per i tempi attuali ma per me quella era vita”. Passione, sogni e talento: la zanzara, soprannome scelto per lui da Bonetti in virtù del carattere scherzoso e della pericolosità offensiva, esplode nella sua Varese. Merito di un campionato primavera da protagonista e di due allenatori in particolare. “Giocare lì da varesino è stato un sogno- spiega Giuseppe emozionato – con Sannino ricordo ancora il gol di controbalzo segnato ai playoff contro il Padova di El Shaarawy che poi pareggiò e ci eliminò mentre agli ordini di Maran ci fu la mia consacrazione”. Dieci reti in stagione, quinto posto finale e un sogno Serie A interrotto proprio sul più bello. “Sentire il pubblico biancorosso esultare come se avessimo vinto la Champions, in un Marassi di 40 mila persone nella finale di andata contro la Samp fu unico, dopo la mia rete sembrava tutto perfetto ma il traguardo poi sfuggì all’ultimo”.

Credit: Catania FC

Atalanta e nazionale: emozioni da zanzara

Dopo aver sfiorato per due volte la massima serie con la maglia della sua città, Giuseppe De Luca passa all’Atalanta nell’estate del 2012. “La Serie A ti cambia la vita, ho coronato un sogno e avuto la fortuna di fare anche qualche gol, una sensazione speciale. La prima volta fu proprio a Marassi, nella stessa porta in cui avevo segnato col Varese, ancora contro la Sampdoria: mi sono sentito chiamato dal destino”. Il rendimento è inferiore alle aspettative ma sono le difficoltà a formare il carattere. Il ragazzo lombardo assorbe, matura e non dimentica un gruppo che tra i vari Denis, Bonaventura e Maxi Moralez è sempre stato disposto ad aiutarlo. “Scaloni? Veniva dalla Lazio e voleva già fare l’allenatore, era un teorico, molto propenso come tutti ad aiutare i giovani, non mi aspettavo questi risultati in così poco tempo ma sono felice abbia vinto con l’Argentina perché è una splendida persona”. Da Bergamo alla nazionale, i ricordi sono tanti. “Il tridente con due campioni quali Immobile e Insigne, lo 0-3 in Olanda, tutte cose che mi fanno venire la pelle d’oca perché quell’U21 ebbe nel tempo pure altri giocatori importanti come Verratti e Florenzi. Van Dijk? Non era il fuoriclasse di adesso ma vincere così a casa loro fu speciale.”

Credit: Catania FC

Catania, De Luca:”La vittoria con Ferraro fu incredibile. Zeoli? Un fratello”

Bari, Vicenza, Chiavari, Cluj e ancora Chiavari. Una vera e propria odissea quella di Peppe De Luca che vince un campionato di C di ritorno all’Entella con Boscaglia in panchina, raggiunge la doppia cifra in B e trova la sua isola felice. “Già ai tempi di Bergamo si parlava di un possibile arrivo a Catania ma non se ne fece nulla, i siciliani specie ai tempi del Bari erano un po’ una mia vittima e mi piaceva affrontarli. Ci avevo perso le speranze ma quando ho avuto la possibilità di giocare qui non ho potuto rifiutare”. La voce cambia, gli occhi brillano nel ricordo di una Serie D stravinta con ben 31 punti di vantaggio sul Locri secondo. “Sin dal ritiro eravamo un blocco unito- ci confessa l’attaccantevincere non è mai semplice e Ferraro è stato l’allenatore giusto anche nella gestione delle situazioni. Ci si prendeva sempre in giro tra di noi in spogliatoio, soprattutto con Rapisarda, Rizzo, Sarno, Palermo e Sarao, c’era voglia di stare tutti insieme in allenamento e riportare l’ambiente dove meritava di stare, pensare a queste categorie per la storia di questo club è folle. La festa è stata unica”.

Sette gol, un ruolo da protagonista e l’idillio che dopo la conferma estiva rischiava di essere spezzato. “Con TabbIani non c’era feeling ma non ho rancore. Zeoli? Lo chiamo il profeta perché è il re delle palle inattive, è un fratello, una persona speciale”.

Credit: Catania FC

Obiettivi e cuore: l’uomo De Luca

Schietto, sincero, autentico ma chi è De Luca fuori dal campo? “Una persona a cui piace stare bene, circondarsi di persone positive come gli amici, la famiglia e mio figlio”. Qui la commozione è evidente, diverse lacrime sfiorano il viso e a parlare ci pensa il cuore. “Lui gioca nell’accademia Varese, è ancora piccolo, non so quale sarà il suo futuro, prima di tutto deve andare bene a scuola. Fa l’attaccante, l’ho indirizzato io dicendogli che così guadagnerà più soldi”. La risata è contagiosa, il messaggio per il futuro una volta indossata di nuovo la tuta rossazzurra molto chiaro. “Sono sempre stato lo stesso, sapevo che allenandomi forte sarebbe arrivato il mio momento anche se ancora non ho fatto nulla di eclatante. Pensiamo al Messina e tra un po’ di mesi posso dire se la lettera può trasformarsi in B oppure no. Speriamo di fare già quest’anno qualcosa di importante”.

Sorrisi, umiltà, consapevolezze e positive vibes: la zanzara vuole ancora dare fastidio.