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D’Errico, gli indizi sono diventati prova: è tra i leader del Bari promosso in B

D'Errico Bari

Era iniziato tutto con un paio di indizi. Il primo l’aveva fornito il diretto protagonista sui social: “Ciao Monza, io vado a vivere un’altra esperienza forte ed intensa, guarda caso con gli stessi tuoi colori. Chissà, magari ci ritroveremo per un derby in Serie A!”. Il secondo era arrivato dalla società che lo aveva accolto dopo sei anni in Brianza, da protagonista e capitano: un rebus con la sigla del telefilm tedesco degli anni ’80 dal titolo “L’Ispettore Derrick”, che faceva pensare, per assonanza, al suo arrivo. Storia di Andrea D’Errico e il Bari. Il primo acquisto voluto nel calciomercato estivo 2021 dal direttore sportivo biancorosso Ciro Polito è stato decisivo per il salto di categoria della squadra allenata da Michele Mignani.

D’Errico e il Bari: dal Covid al gol al Catanzaro

I suoi primi passi con il Bari non erano stati dei più semplici. Tra i 12 giocatori risultati positivi al Covid nel ritiro di Storo, c’era anche lui. Superato quell’inconveniente, però, D’Errico ha carburato come un diesel. Senza fermarsi. I numeri sintetizzano la sua centralità nel progetto biancorosso: 33 presenze, 4 gol e 6 assist in campionato Non è un caso che il gol più importante della stagione sia stato il suo. 13 marzo 2022, Catanzaro-Bari: arcobaleno a giro disegnato dopo 29 secondi del secondo tempo, sul parziale di 1-1. Nocchi superato, gioia dell’1-2 e via alla festa del Bari. Ciliegina su una prestazione monstre di D’Errico, che in Calabria con un Bari in emergenza aveva vissuto un secondo tempo di sacrificio. Quasi da terzino: “Il gol più bello della mia carriera” lo aveva definito al fischio finale. Con ringraziamenti “per Maita e Terranova”, che lo avevano guidato in un ruolo inedito.

All’appello mancano due gol

E dire che i numeri hanno “rischiato” di essere anche migliori. Già, perché il rapporto tra Andrea D’Errico e i legni non è stato idilliaco. E a fine febbraio il numero 14 è passato per due gol “fantasma” nell’arco di quattro giorni. Il nastro si riavvolge al 22 febbraio, Bari-Picerno. Con il risultato di 1-0 per i padroni di casa, D’Errico aveva calciato a giro dai 25 metri: il pallone aveva toccato il palo alla sinistra di Viscovo e ha superato la linea di porta prima di toccare l’altro montante e uscire. L’assistente Grasso non aveva segnalato il gol. Proteste furiose del San Nicola, del Bari e di D’Errico e risultato che resta fermo sull’1-0 fino al fischio finale. Di quell’episodio aveva parlato sui social anche il presidente del Bari, Luigi De Laurentiis, pubblicando nelle sue Instagram stories due scatti che sembrerebbero confermare la svista arbitrale sul tiro: “Non è gol parte prima e parte seconda”. Meno evidente invece quanto accaduto quattro giorni dopo, nel derby di Foggia. Destro violento dai 25 metri di D’Errico, traiettoria che supera Dalmasso ma si infrange infranto sulla traversa prima di rimbalzare nei pressi della linea – le immagini non diranno con chiarezza se il pallone è entrato – ed essere ribadito in rete da Walid Cheddira.

Dai sorrisi con Mignani a quelli con Checco Zalone

C’è un rapporto speciale nel cammino di D’Errico a Bari: quello con Michele Mignani, suggellato qualche giorno fa anche dal club sui social. Un rapporto schietto, sospeso tra l’amore e l'”odio”. Passato anche per un periodo non facile, a inizio stagione, con l’ex Monza finito fuori dall’11 titolare per tre partite prima del rilancio. Fino ai sorrisi di fine anno.

Gli stessi esibiti da D’Errico e Checco Zalone. Il centrocampista ha incontrato nei giorni che precedono la sfida al Palermo l’attore e comico barese, donandogli la sua maglia. Un momento immortalato dalla mezzala milanese su Instagram: dono consegnato a “The King”, come viene ribattezzato Zalone. Già, perché D’Errico a Bari ha ritrovato il suo “Sole a catinelle” e vuole riconfermarsi in B, forte anche di un contratto già prolungato fino al 2024.