Bari, Di Gennaro: “Costretti a vincere, ho scelto Bari per questo”
Dopo il secondo tempo giocato nel ko di Castellammare di Stabia, pomeriggio di presentazioni al San Nicola per Davide Di Gennaro, centrocampista del Bari. Queste le sue dichiarazioni in conferenza stampa:
Bari, Di Gennaro: “Patto per la B? Più con me stesso, qui per salire”
Qual è la tua missione in questo Bari?
“Non ci sono missioni singole. Cerco di mettere qualità ed esperienze al servizio della squadra”.
Non ti si possono attribuire responsabilità per il ko di domenica scorsa. Da cosa è dipesa la prestazione contro la Juve Stabia? C’è la sensazione di una squadra che va in difficoltà contro formazioni giovani, che magari corrono di più.
“Credo sia inevitabile il fatto che le squadre contro il Bari abbiano motivazioni diverse. Siamo tutti giocatori di un certo tipo, con una certa esperienza e campionati di vertice alle spalle. Non penso ci sia un problema di preparazione. Quanto a dati fisici, lo staff tecnico ci mantiene sempre nella forma migliore. Sappiamo che dobbiamo migliorare sotto certi aspetti, però siamo sereni e consapevoli del momento che viviamo. L’analisi la facciamo anche e soprattutto dopo le vittorie. Quando andiamo in campi meno agevoli, magari possiamo fare più fatica. Noi siamo costretti a vincere e questo mi piace, è stata la scelta che mi ha spinto a Bari”.
Il Di Gennaro visto con il Bari contro la Juve Stabia non è sembrato ancora al top. Come stai?
“Penso bene, avendo saltato la preparazione con la squadra sono alla ricerca di continuità. Purtroppo ho avuto un infortunio traumatico e ringrazio lo staff medico che mi ha permesso di recuperare in tempi ridotti rispetto alle attese. La forma si guadagna giocando e allenandosi nel quotidiano con i compagni. La scorsa è stata la prima settimana di lavoro intera e ora mi sento meglio”.
Ci racconti la trattativa con il Bari?
“Sono arrivato a un’età in cui l’aspetto economico è importante ma non primario nelle mie soluzioni. Ho scelto Cesena l’anno scorso, ho trovato un gruppo di lavoro forte, con mister Viali che farà tanta carriera. Avevo già scelto Bari dall’inizio dell’estate. Spiegavo al mio agente che è anche una delle piazze che mi sarebbe tanto piaciuta in C. I contatti con il direttore sportivo Polito ci sono stati e quando l’ultimo giorno c’è stato da dire sì o no”.
C’è un patto per la B?
“Più che un patto per la B, è con me stesso. Voglio salire in B e farlo a Bari. Però poi i campionati bisogna vincerli. Se il Bari non ci è riuscito sin qui, ci sono varie motivazioni che non mi interessano. Questo gruppo deve ancora arrivare al suo top e a metà novembre è impensabile pensare di poter già vincere i campionati. Occorre equilibrio nei giudizi e nelle analisi”.
La coesistenza tra te in regìa e Botta sulla trequarti è una sfida da vincere?
“A Cagliari ho vinto un campionato con regista e trequartista, non credo ci sia da discutere. Poi è l’allenatore che fa le sue scelte e cerca di mettere la formazione nelle migliori condizioni possibili. I giocatori bravi possono coesistere sempre, basta avere voglia e disponibilità al sacrificio”.
Sei d’accordo con chi dice che servirebbe un Bari più ignorante?
“Per me il calcio è uno sport semplice. Occorre avere grande organizzazione abbinata alla qualità, è quello che ti permette di vincere. L’anno scorso ho giocato in un girone completamente diverso da questo, con 5-6 squadre che potevano giocare a calcio. Nel gruppo C trovi squadre che vogliono dare qualcosa in più e mettersi in evidenza. Non penso che nessun giocatore voglia giocare in C a vita. L’organizzazione ti evita di stare sulle montagne russe e di essere il più regolare possibile”.
Tre partite potenzialmente alla portata contro Vibonese, Fidelis Andria e Latina. Come si affrontano?
“Giocando per provare a vincerle tutte. Questo si fa allenandosi e provando situazioni di gioco che con la crescita della condizione dei singoli ti porta a migliorare. Vedere il Bari al massimo delle sue potenzialità a metà novembre sarebbe stato difficile, lo sapevamo. Abbiamo cambiato tanto”.
Ti senti pronto per giocare dal primo minuto?
“Di essere pronto, lo sono. Lo ero anche a Francavilla dopo mezzo allenamento con la squadra. Poi c’è un allenatore che valuta e definisce cosa è meglio in quel momento per giocatore e gruppo”.