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Di Natale, tra la Carrarese e la ‘sua’ Empoli-Udinese

Si scrive Di Natale si legge Udinese. Due storie che si sono incontrate, innamorate e legate indissolubilmente. 12 anni di sentimenti e passione che hanno lasciato un segno indelebile nella vita di entrambi. Anni in cui Totò è diventato capitano e simbolo dei friulani, ergendosi a idolo dei tifosi e scrivendo pagine indimenticabili nella storia del club. Le magie con Sanchez, gli scambi con Quagliarella, la conquista della convocazione azzurra, il rifiuto della Juventus. Tutto in nome di un amore, quello per l’Udinese. Fantasia e sentimento. Profondità e vita. Ora Di Natale di mestiere fa l’allenatore e il suo presente si chiama Carrarese. Anche se lì, all’orizzonte, un desiderio si affaccia:Allenare l’Udinese? È un sogno, però è un percorso lungo”.

Di Natale: “L’Udinese la mia seconda casa”

L’Udinese ha da poco compiuto 125 anni e, sui canali ufficiali del club, non potevano certo mancare gli auguri di Totò, che non è potuto presenziare ai festeggiamenti alla Dacia Arena: “Mi è dispiaciuto molto non poter essere presente. È stato molto bello vedere ex compagni ed ex giocatori assieme“. D’altronde, il legame è di quelle veri, profondi: “Tutti coloro che hanno indossato la maglia bianconera hanno fatto la storia della società. Per me l’Udinese è la mia seconda casa“. E lui, da giocatore, di pagine importanti ne ha scritte. Pagine che proverà a scrivere anche da allenatore, un ruolo decisamente diverso: “Ci sono delle difficoltà nel passare dall’essere un giocate e diventare un allenatore. Da giocatore pensi da solo come allenatore devi pensare per un gruppo. È un’esperienza diversa perché hai a che fare ogni giorno con diverse persone dai giocatori, allo staff ai tifosi“. Una battuta sull’uomo del momento in casa Udinese: “Beto è un buon giocatore, bello e rapido. È uno sveglio. È un giocatore giovane e deve ancora lavorare ma può diventare un buon attaccante“.

Consapevolezza, lavoro e tempo. Il percorso di Di Natale parte dalla Carrarese

Ora la prima esperienza da allenatore in una prima squadra: “L’avventura con la Carrarese sta andando molto bene. Ci sono tanti ragazzi giovani che, assieme ai giocatori più esperti, hanno creato un buon mix. La squadra sta facendo un buon campionato“. Realtà, quella della Carrarese, e più in generale, quella della Serie C, in cui crescere e fare esperienza. L’inizio di quello che vuole essere un percorso importante, per lasciare il segno come ha saputo fare per anni con il numero 10 sulle spalle. Di Natale è consapevole che le cose bisogna conquistarsele, e che per farlo due elementi sono fondamentali: tempo e lavoro. Insomma, un percorso:  “Io devo proseguire per la mia strada, devo migliorarmi“. Consapevolezza e obiettivi. Cercando di trasmettere ciò che gli è stato insegnato: “Durante la mia carriera ho visto diversi allenatori e da ognuno di loro ho imparato qualcosa. Adesso, come allenatore, sto cercando di trasmettere la mia esperienza ai più giovani. È un mondo diverso da quello del giocatore ma è un’esperienza bellissima“. Con la panchina del suo Udinese all’orizzonte: È un sogno, però è un percorso lungo“.

Credit: Carrarese Calcio 1908 – Gianni Barbieri

Empoli-Udinese, un tuffo nel passato di Di Natale

Una è la squadra in cui è esploso. L’altra quella in cui si è consacrato. Con una si è iniziato a conoscere il nome Di Natale. Con l’altra è diventato per tutti Totò. Empoli e Udinese rappresentano il Passato per l’attuale allenatore della Carrarese. Quello con la P maiuscola. Sono i posti in cui è cresciuto e si è affermato. Le società con cui è diventato calciatore, facendo innamorare tutti gli appassionati di questo sport. Perché la sua carriera, sostanzialmente, si è divisa tra queste due realtà. A Empoli ci è arrivato nel 1999 e, dopo tre anni di B, è arrivato l’esordio in A. Nel 2004 il passaggio all’Udinese. Gol, giocate, nazionale e Champions League. Ma, soprattutto, il legame con la società e i tifosi. Lunedì Empoli e Udinese si sfideranno. Con un nome in comune: Totò Di Natale. 

Ora l’attenzione è tutta sulla sua Carrarese e sulla sfida contro la Lucchese. Anche se, lunedì un occhio sarà lì, sul suo passato e sui suoi ricordi. Poi sarà tempo del presente, quello da allenatore. Con un futuro tutto da disegnare, magari con due colori: il bianco e il nero.

Redazione

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