Elio Di Toro, 47 anni, direttore sportivo del Cerignola, conosce molto bene il prossimo avversario: con la Fidelis Andria, attesa domenica 15 gennaio al Monterisi nel derby della 22^ giornata del girone C, ha giocato per due stagioni dal 2005 al 2007. Da 10 anni siede dietro la scrivania: cinque li ha trascorsi a Manfredonia, due a Foggia da responsabile del settore giovanile e questa è la quarta stagione a Cerignola, dove c’è una proprietà che ha portato l’Audace dalla Prima categoria fino ai professionisti. Ai microfoni de LaCasadiC.com presenta il suo incrocio con il passato.
Cerignola-Fidelis Andria è il derby di Elio Di Toro?
“Sicuramente è la sfida tra due squadre vicine geograficamente e con tifoserie accomunate da un bel rapporto di rispetto e questo crea la condizioni giuste per la partita. Per me ogni volta che sfido la Fidelis è un tuffo nel mio passato calcistico. Della mia esperienza ad Andria vado fiero, ho tuttora dei bei rapporti ma nei 90 minuti sono un avversario e voglio il meglio per la mia squadra”.
Cerignola al ritorno tra i pro dopo 85 anni. E la classifica dice che siete una concreta realtà.
“Quest’estate la cosa più difficile è stata creare un appeal per i calciatori, essendo una neopromossa. Abbiamo puntato sui nostri elementi cardine: una società forte, equilibri tecnici ed ambientali, una tifoseria passionale. Questo però a volte può non bastare per essere attraenti per i giocatori che dovevano sposare il nostro progetto. Attraverso la costruzione di una identità di squadra, l’impegno economico e finanziario della società, il lavoro dell’allenatore e la maturità dell’ambiente, siamo riusciti a creare entusiasmo, identità e raggiungere risultati. Oggi ci considerano tutti una realtà, è il traguardo più bello”.
Qual è la partita manifesto della stagione e quella che vorrebbe rigiocare?
“La vittoria in rimonta a Foggia ci ha dato un’iniezione di fiducia e stima non di poco conto, così come il pareggio in 10 ad Avellino ha esibito tutto il carattere della squadra. Ci sono state tante partite belle. Quella che vorrei rigiocare è quella di Latina, perché abbiamo perso di misura e non siamo stati noi. Lì abbiamo capito che dovevamo crescere nella mentalità”.
Ci sono solo tre squadre che hanno tolto punti al Catanzaro sin qui: una è il Cerignola. E fino al 92′ stavate vincendo…
“Quella partita ha rappresentato un primo momento di svolta nella stagione. Abbiamo incassato il pareggio a tempo quasi scaduto, avremmo potuto anche vincerla. Il Catanzaro ha dimostrato nel tempo la sua forza e il suo spessore. Quella partita ci ha sicuramente dato maggiore consapevolezza”
Ci racconta il binomio Di Toro-Pazienza?
“Ho conosciuto Michele quando aveva 18 anni, io arrivai a Foggia ed eravamo compagni di squadra, avversari per una maglia a centrocampo. Al primo allenamento eravamo avversari e si è subito fatto sentire sul piano dell’agonismo, si vedeva che rosicava perché era aumentata la concorrenza (ride, ndr). Poi siamo diventati amici, lui ha trovato la sua strada, importante, e a a fine carriera si è creata questa possibilità di lavorare insieme. Sta dimostrando quanto vale anche tra i professionisti e c’è gran merito suo in quello che stiamo vivendo. Tutto questo, sostenuto da un ambiente che ha riconosciuto nel nostro lavoro. Abbiamo un rapporto molto diretto: se uno dei due è arrabbiato, l’altro lo sa. A volte non serve nemmeno parlare tanto, ci capiamo con uno sguardo”.
Torniamo al campo e ai numeri di Cerignola e Fidelis Andria. Voi avete il quarto rendimento casalingo del campionato, la Fidelis non vince fuori casa da 14 mesi. Elementi che vi aiutano ad aumentare la soglia di attenzione?
“A me non piace ragionare per numeri, credo che ogni partita sia diversa dalla precedente: il calcio è fatto di insidie. L’anno scorso, in D, ci giocavamo la vittoria del campionato e abbiamo vinto contro la Virtus Matino ultima per 1-0 all’84’. L’Andria verrà al Monterisi per fare risultato e daranno tutto. Noi dovremo fare altrettanto”.
Non possiamo non parlare di calciomercato. Avete tre pezzi pregiati su tutti: Capomaggio, Achik e Malcore. Che fanno?
“Restano con noi al 100%. Fino a giugno non parte nessuno tra loro, si ragionerà solo allora. In entrata cerchiamo dei giovani, mentre ci saranno entrate senior solo in caso di uscite senior. Ora con l’infortunio di Signorile abbiamo solo tre giocatori in attacco quindi qualcosa numericamente dovremo considerarlo. Se poi qualcuno non è sereno o non è soddisfatto e chiede di andare, faremo delle valutazioni insieme”.
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