Milan Djuric ha da poco firmato un triennale che lo legherà al Verona fino al 2025. La sua carriera, a 32 anni, è all’apice. Quattro stagioni alla Salernitana e il ritorno in Serie A, una salvezza guadagnata sul campo con le unghie e con i denti grazie anche ai suoi gol, sempre decisivi. Il centravanti ha dimostrato ancora una volta il suo valore, dopo scelte calcistiche e di vita che hanno condizionato il suo percorso. Djuric però non dimentica gli esordi: le sue radici sono ben impiantate nel centro Italia, tra Vis Pesaro e Cesena. In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha parlato anche del suo passato.
L’attaccante, nato in Bosnia da genitori serbo-bosniaci, ha passato tutta la sua vita in Italia. Ad appena un anno si trasferì con la famiglia a Pesaro, città in cui è nato suo fratello Marko, anche lui calciatore. La sua passione nasce nelle giovanili della Vis Pesaro, dove rimase dagli 8 ai 15 anni. Iniziò lì la sua avventura, iniziò a innamorarsi di questo sport in una città che è sempre rimasta nel suo cuore e in cui torna ogni tanto a far visita. L’ultima volta appena un mese fa, per salutare amici e società, per tornare a calcare il terreno dello stadio Benelli ma soprattutto ad iscrivere suo figlio al camp della Vis Pesaro. “Mi informo sempre sui risultati della Vis“, affermò in quella occasione, esprimendo anche il desiderio di far ritorno, un giorno, nel club che lo ha visto nascere.
Il primo passo fuori dalla città lo compì in direzione di San Marino, dove prese parte agli Allievi Regionali prima di passare alla Primavera del Cesena. Il florido settore giovanile bianconero, tra i più importanti del territorio, lo fece maturare ancor di più, tanto da raggiungere subito la prima squadra in Serie B. Al termine del suo primo anno da professionista collezionò 24 presenze e 2 gol, guadagnandosi il posto anche dopo la retrocessione in Serie C. Ripartì dalla Lega Pro con i bianconeri, ma dopo un solo anno ritornarono in cadetteria per un’altra stagione di successo conclusa con la promozione in Serie A, categoria che mancava da 19 anni. Dall’estate del 2010 Djuric partì per i vari prestiti senza assaggiare la serie maggiore: Ascoli, Crotone, Cremonese, Ascoli e Cittadella, per poi far ritorno a Cesena nel 2014.
Il Cesena, neopromosso in Serie A, riaccolse l’attaccante facendolo esordire nel massimo campionato italiano. Djuric salutò poi la Romagna nel gennaio del 2017. Direzione Bristol City, insieme a un giovanissimo Tammy Abraham, scelta che potrebbe averne frenato la crescita, anche per il suo stile di gioco. “Probabilmente in Italia e in generale per un centravanti conta tanto il numero di gol fatti – ha raccontato alla Gazzetta dello Sport -. Forse ha inciso il fatto che fossi più un punta da… “legna” e lavoro. A Cesena forse non ho colto l’attimo scegliendo di andare all’estero. Difficile dirlo. Comunque ho sempre dato tutto, sono cresciuto tecnicamente“. La stazza importante è diventata la sua forza caratteristica, proprio come per il suo modello Ibrahimovic: “È stato il mio idolo e la mia ispirazione”. Djuric ripartirà dal Verona, da una nuova stagione in Serie A che si è guadagnato sul campo con lavoro, dedizione e qualità, non dimenticando mai le sue radici calcistiche.
A cura di Lucia Arduini
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