Comunque andrà a finire, sentiremo ancora parlare di lui. Il suo Legnago è un miracolo costruito giorno dopo giorno. E Massimo Donati, lo stratega che sta impressionando tutti. Non è un caso se, dalla Serie B, ci sono già i primi ammiratori . Prima, però, testa ai playoff. Giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. L’allenatore, che fu anche calciatore di Palermo e Celtic tra le altre, sfiderà (sabato, ore 20.30) il suo passato. Proprio quell’Atalanta in cui gioco prima dal 1998 al 2001 e poi nella stagione 2006-2007. Sfiderà di nuovo quel “suo mondo” nerazzurro. O meglio, quel che di quel mondo è appena nato: la formazione U23.
Ancora dalle parti di Zingonia, il centro sportivo dell’Atalanta. Questa volta non per ascoltare i consigli di Giovanni Vavassori, ai tempi allenatore del club di Bergamo, né per tirare un calcio di punizione o smistare palloni (da buon mediano qual’era). Donati guiderà il suo Legnago verso l’impresa. A metà tra l’ambizione (massima) e il sogno. Questo, innominabile, per ora. Contro l’Atalanta U23, infatti, la squadra biancazzurra avrà solo un risultato a disposizione per sperare di continuare il viaggio verso la promozione: la vittoria. In caso di pareggio, sarebbero proprio i bergamaschi ad accedere alla fase nazionale degli spareggi (LEGGI QUI il regolamento).
Contro il suo trascorso, dicevamo. Chissà se sabato chiudendo gli occhi Donati ricorderà l’esordio in Serie A proprio coi colori nerazzurri. Era l’1 ottobre del ‘2000. Il centrocampista aveva appena 20 anni. Una prima volta niente male, contro la Lazio dell’allenatore Eriksson e i vari Nesta, Stankovic, Mihajlovic e Nedved in mezzo al campo. Novanta minuti, leadership e geometrie. Parabole che hanno segnato una carriera. “È un universo che forma la persona prima del calciatore. Mi hanno aiutato a crescere. Poi ci devi mettere del tuo”, Disse in un’intervista rilasciata a La Casa di C.
Un luogo che lo ha segnato e cresciuto. Un posto nel cuore, dove tornerà per scrivere una pagina importante del suo presente, adesso spostatosi a 150 chilometri di distanza, in Veneto. Bergamo è stato l’inizio, e la breve parentesi della sua carriera: tornò nel 2006 (33 presenze, 2 gol e 4 assist tra tutte le competizioni). In totale 92 presenze. Novantadue battaglie. Poi il passaggio in Scozia, al Celtic.
La vittoria del campionato di Serie D, una stagione da protagonisti in Serie C. Donati in due anni è diventato allenatore cercato, voluto, studiato. Non può essere un caso se i maestri da calciatore sono stati Ventura e soprattutto Gasperini, tra gli altri. Concetti, idee, che l’allenatore ha portato anche in provincia di Verona. E ne sta raccogliendo i frutti. Ha piazzato la squadra al sesto posto nella stagione regolare e ha già passato il primo turno dei playoff contro il Lumezzane (1-0). Senza pressioni, ma con una voglia costante di alzare l’asticella e andare oltre i propri limiti. Sabato sarà una partita speciale per lui, ma il presente è adesso. Ed è più bello che mai.
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