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La bellezza del cambiamento e l’essenza del sacrificio: Dossena ha cambiato il Renate

dossena renate

Sono i valori familiari, quelli trasmessi dalle persone che ti hanno educato che formano il DNA di una persona” È il 14 luglio. Andrea Dossena si presenta così nella prima conferenza ufficiale da allenatore del Renate. Parole semplici, significati profondi. Perché il passato spiega tanto. Nella storia di una persona si nascondono le sue sfumature, il suo essere, i suoi principi. Un concetto che, forse, per l’ex giocatore del Liverpool e del Napoli vale più di altri. Cultura del lavoro e del sacrificio, entusiasmo, fame come stelle polari. Essenze che è stato capace di trasmettere in pochi mesi ai suoi giocatori. Partita dopo partita. Anzi, allenamento dopo allenamento. Già, l’allenamento. Universo sacro. Genesi della sua creatura. Il Renate dopo 11 giornate è in testa al girone A. Una sorpresa, non solo per il valore delle avversarie, ma, soprattutto, per i cambiamenti rispetto alla scorsa stagione. E la risposta di un tale percorso la si trova proprio lì, nel cambiamento. Un nuovo (giovane) allenatore. Prospettiva. Nuovi giocatori. Progetto. Perché, spesso, per costruire grandi traguardi bisogna avere anche la forza di scegliere e di trasformarsi. Pensare per pianificare. Pianificare per disegnare concrete realtà. Umiltà e dedizione. Dossena si è preso Renate. Dirompente.

Lavoro

È un martello“. Queste le parole che veleggiano tra il caldo e la fatica durante la preparazione estiva del Renate. Esausti, i giocatori rispondono così a chiunque chieda loro un commento sul nuovo allenatore, Andrea Dossena. Ore e ore di allenamento. Temperature proibitive Estenuanti. Questione di mentalità. “Quando gli altri non ce la faranno più e molleranno, noi ci saremo e costruiremo i nostri successi“. E la partita contro la FeralpiSalò lo ha dimostrato. Il lavoro a fondamento di tutto. Una cultura del lavoro che arriva da lontano. Una forma mentis toccata, conosciuta, abbracciata. Una impostazione diventata il fil rouge di una carriera. Anzi, due. Prima da calciatore, ora da allenatore. Una famiglia di agricoltori alle spalle. Origini che ti segnano. Radici che ti formano. Valori che i giocatori del Renate hanno imparato a comprendere e ad apprezzare. “Giovani o vecchi, non mi importa. A me interessa lavorare con gente che ha fame“. 

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Entusiasmo

Valori e principi che si innestano nella passione. La passione per il calcio. Il campo come cornice in cui disegnare la sua carriera. L’esordio in A con il Verona con Malesani: ” “Faccio un nome. A diciannove anni ho avuto Malesani a Verona (anno 2001, ndre già lì si vedeva che era un innovatore: voleva giocare bene a calcio e non amava le presunte gerarchie all’interno della rosa. Con lui servivano spalle ben larghe“. Poi l’affermazione con l’Udinese, la Nazionale. Il Liverpool, con la magia di Anfield e l’emozione di un gol contro il Real. Il calore di Napoli.

Una nuova carriera da allenatore. L’entusiasmo e la voglia come costanti. Attenzione al particolare, dedizione totale alla sua missione. Ossessione e perfezionismo. Lo raccontano i risultati ottenuti dal suo Renate. Lo raccontano, ancor di più, i volti, le espressioni, l’atteggiamento dei suoi ragazzi. Pronti a seguirlo in tutto. L’ascolto delle sue parole, l’attenzione negli allenamenti, la cattiveria e il coraggio nelle partite. Istantanee perfette e significative. Immagini di un legame. Andrea Dossena è stato capace di portare il suo credo nella realtà nerazzurra e di farlo comprendere. Ottenere il rispetto, mostrando rispetto. Principi sacri di un leader carismatico. Un primus inter paresal servizio della squadra. E per questo riconosciuto da tutti come condottiero. Da giocatore ad allenatore, senza mai perdere la propria identità. 

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Renate e la dirompenza di Dossena

Personalità e aggressività. La concretezza unita alla bellezza. Un calcio propositivo che ricorda lo stile di Jürgen Klopp. In una parola, coraggio. Il Renate, nel corso di questi anni, è stato una conferma. Conferma nella stabilità di risultati e di sistema. Una realtà capace di portare un paese di poco più di 4mila abitanti ai vertici dei campionati di Serie C. Progettualità e studio. La riflessione come base di ogni azione. Un solco in cui si è innestato “l’uragano” Dossena. Dirompente. Un cambiamento nella mentalità. E lo si vede nella differenza rispetto al passato nell’affrontare le altre grandi squadre. Una nuova solidità mentale e tattica. Nell’atteggiamento, nel risultato. La ferma volontà di superare tutto e tutti. Una “macchina da guerra” che vive per quei 90 minuti. Un trascinatore che ha portato serenità e fiducia. E i numeri lo dimostrano. Un 4-3-3 capace di trasformarsi in un 4-2-3-1. Arrivare al risultato con il gioco. Dettami chiari e fantasia. Abnegazione e propensione offensiva. Coraggio e consapevolezza. 22 punti, striscia di imbattibilità che dura da 10 partite. Primo posto in classifica. Crescere sempre. All’orizzonte dei nuovi obiettivi.

Il Renate è cambiato. Il Renate è cresciuto. Umiltà e lavoro come coordinate del percorso. Dossena e Renate. La bellezza del cambiamento in una perfetta continuità. 

A cura di Nicolò Franceschin