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Andrea Dossena, da Anfield Road al Paolo Mazza: chi è il nuovo allenatore della Spal

Dossena Pro Vercelli

Dossena sulla panchina della Pro Vercelli (credit- Pro Vercelli) - LaCasadiC.com

Da una carriera tra le grandi d’Europa alla concezione moderna del calcio, andiamo alla scoperta di Andrea Dossena

Se scorrete il dito sul calendario noterete come il 21 giugno sia la data in cui ha ufficialmente inizio l’estate. Dalle parti di Ferrara, il 21 giugno 2024 segna anche la svolta: coincide con l’ufficialità di Andrea Dossena come allenatore per le prossime due stagioni della Spal. Uno che, da calciatore, ha calpestato i più prestigiosi campi d’Europa e, da allenatore, sta portando modernità in Serie C. Ora avrà il compito di riportare i biancazzurri in cadetteria.

Dalla sua partita d’esordio nel calcio che conta si capisce come la sua non sarà una carriera banale. La gara in questione è il derby di Verona e, dopo un percorso di quasi cinque anni nelle giovanili, Andrea Dossena, il 18 novembre 2001, esordirà finalmente in Serie A con la maglia dell’Hellas.

L’emozione di quella partita ce l’ha raccontata qualche anno fa a La Casa di C: “Si parte da Verona con l’esordio nel primo derby in A tra Hellas e Chievo vinto per 3-2. Bellissimi ricordi, perché comunque arrivo a Verona che sono un bambino di 15 anni e me ne vado che sono un ragazzo di 24. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili“.

Dopo gli anni in gialloblù, vestirà la maglia del Treviso per arrivare, nel 2006, a vestire la maglia bianconera dell’Udinese. Come lui stesso ha dichiarato nel corso dell’intervista, le due stagioni all’Udinese sono state bellissime, intense e fondamentali per arrivare a segnare sotto una delle curve più belle del mondo, la Kop di Liverpool: “Sono stati due anni particolari. La prima volta fuori dall’Italia in un campionato fantastico, emozioni Champions e mi son tolto queste due soddisfazioni di far gol a Manchester United e Real Madrid. Diciamo che è stato un pò il culmine, anche perché da terzino sinistro non avevo molta affinità col gol. Mi son trovato queste due situazioni e le ho sfruttate“.

Le altre maglie importanti nella carriera di Dossena hanno entrambe il colore azzurro: una è quella del Napoli, con cui nel 2012 solleverà la Coppa Italia battendo in finale per 2-0 la Juventus, l’altra, più importante, è quella della Nazionale. A Napoli giocherà dal 2010 al 2013 dove ritroverà il vecchio compagno nell’esperienza biancoceleste di Treviso Christian Maggio, con il quale formerà una delle accoppiate d’esterni difensivi più invidiate d’Europa.

La sua carriera da allenatore

Terminata la carriera da calciatore, Andrea Dossena ci ha rivelato che non ha mai pensato di lasciare il rettangolo verde: “Sapevo che se fossi rimasto nel mondo del calcio avrei fatto solo l’allenatore, perché è il campo la mia risposta senza filtri al mondo al di fuori“. Ha cercato sin dalle sue prime esperienze a Crema e Ravenna, entrambe in Serie D, di mettere in pratica la sua ideologia: “Penso che l’allenatore a differenza di un direttore o procuratore non ha filtri.

Nella stagione 2022/2023 approda per la prima volta su una panchina professionistica, quella del Renate, dove raggiunge i playoff dopo un’ottima prima parte di campionato che per qualche giornata li ha visti persino al vertice. Alcune divergenze con la società lo hanno portato la scorsa stagione sulla panchina piemontese della Pro Vercelli, dove ha centrato per la seconda volta consecutiva il raggiungimento dei playoff.

Andrea Dossena sulla panchina della Pro Vercelli
Andrea Dossena sulla panchina della Pro Vercelli

Le idee tattiche di Dossena

Durante la conferenza stampa di presentazione, il nuovo allenatore biancoazzurro non ha nascosto le sue idee: “Personalmente privilegio il 4-3-3 ma seguo le esigenze dei giocatori, perché ritengo che di volta in volta sia necessario leggere le situazioni e mettere l’abito a misura dei ragazzi“.

Il suo è un calcio moderno, verticale, che prende spunto da tutti i grandi allenatori che ha incrociato in carriera, Malesani e Mazzarri in primis, strizzando l’occhio anche a chi sta cambiando le regole del calcio attuale, come Klopp e Guardiola, permettendogli di esprimere un calcio bello e raffinato, dimenticandosi completamente della categoria.