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Vlahovic, Mutu e i problemi al cuore: Dutu alla Reggina dopo Montevarchi

Quella di Eduard Dutu è una storia per cuori forti, e il primo ad averlo è proprio il difensore rumeno. Nonostante qualche problema (sia materiale che astratto), è riuscito a sostenere pressione e voci che lo tormentavano. Dopo una grande stagione all’Aquila Montevarchi, il classe 2001 ex Primavera della Fiorentina è pronto a fare il salto in Serie B. Infatti è in chiusura la trattativa per il suo arrivo alla Reggina. Una piazza non calda, di più, un po’ come lui. E con queste premesse, il feeling è già scritto. 

Dalla Romania con furore

Nato a Roma ma con la Romania alle sue spalle e nel cuore. Arriva a Firenze nel 2016, insieme al figlio d’arte Ianis Hagi. Al tempo Adrian Mutu era rimasto molto vicino al club viola, specialmente sui “consigli” per il calciomercato. Non a caso arrivarono i due talentini rumeni. Hagi rimane a Firenze solo per due anni, mentre Dutu costruisce la sua carriera in Toscana.  

Dopo due anni in Under 17, a portarlo in Primavera è Emiliano Bigica, un vero e proprio maestro della gestione dei giovani. Ma Eduard non ha bisogno di essere gestito, ma capito, ed è proprio ciò che fa Bigica. Arrivato con l’etichetta dei problemi caratteriali in campo, Dutu in Primavera si trasforma diventando un leader a tutti gli effetti. E le premesse erano delle migliori dopo quel gol contro il Sassuolo di Raspadori e Dany Mota appena tre partite dopo l’esordio nella categoria. 

Le tre Coppe Italia, la consacrazione a Montevarchi e la Reggina

Nella stagione 2018/2019 diventa sempre più presente tra la formazione titolare viola e gioca anche un paio di partite insieme a un certo Dusan Vlahovic, destinato poi alla prima squadra per manifesta superiorità. Quello sarà l’anno anche del suo primo trofeo con la Coppa Italia Primavera, la prima delle tre consecutive. Nella stagione seguente Eduard si afferma a tutti gli effetti trascinando la Fiorentina in finale contro l’Hellas Verona di Udogie. L’unico che poteva risolvere una partita bloccata come quella è Eduard, con la fascia da capitano per la prima volta in una finale. Grazie al suo gol, la Fiorentina alza il trofeo e scrive un’altra pagina della gloriosa storia dei giovani viola. 

Proprio sul più bello però, la favola si interrompe. Ha messo sempre troppo cuore in campo, nel bene e nel male. L’aveva portato fino a dove era arrivato ma poi gli ha fatto lo sgambetto. Rimane lontano dal campo per sei lunghi mesi. Fortunatamente si è rivelato nulla di grave, ed Eduard non vede l’ora di tornare a calcare il suo campo. Una partita in panchina e Aquilani lo ributta subito nella mischia, e non in una partita qualunque, ma nella sua terza finale consecutiva di Coppa Italia Primavera. Dal primo all’ultimo minuto ha rappresentato una colonna della squadra che ha trascinato alla vittoria: quel cuore si è fatto ripagare per i sei mesi sul divano. Spalluto decide la finale e Dutu si conferma uno dei migliori prospetti di quella squadra. 

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Ora i due, dopo anni di esperienze condivise nello spogliatoio a Firenze, si ritroveranno da avversari in quella Serie B che parte con le migliori premesse del caso. Spalluto alla Ternana e Dutu, con ogni probabilità, alla Reggina. Con l’Aquila Montevarchi Dutu ha dimostrato di poter ampiamente dire la sua: 1,90, piedi educati e tanta tanta personalità. La salvezza tranquilla nel girone B gli ha fatto acquisire consapevolezza di potercela fare veramente. E se una piazza come la Reggina ti vuole al Granillo, un motivo ci sarà.