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Elezioni Lega Pro, Marani: “Vogliamo ricreare valore alla Serie C! I club saranno il motore del cambiamento”

“Ricreare valore, attraverso un’identità – anche culturale – forte, con i club in prima linea nel cambiamento”. È questa l’essenza del programma di Matteo Marani, candidato alla presidenza della Lega Pro (giovedì 9 febbraio l’assemblea elettiva). Creare un calcio virtuoso e sostenibile. Un calcio che guardi oltre la mera dimensione di campo per aprirsi ad una prospettiva totalizzante: economica (improcrastinabile l’esigenza di un aumento delle risorse con contestuale abbassamento dei costi), ma anche culturale e storica. Dare, di nuovo, un’identità precisa alla terza serie. Riportare al centro la dimensione territoriale, di prossimità nella ricerca del ‘talento’ e, di conseguenza, di un futuro (auspicabilmente) diverso del calcio italiano.

Marani: “Custodire e promuovere l’identità di 60 realtà cittadine”

L’esperienza ultratrentennale nel mondo del calcio nonché il desiderio di imbattersi in un ‘percorso istituzionale’ al quale, peraltro, Matteo Marani fu vicino già nel 2018 quando diverse componenti ne invocarono l’elezione a presidente della Figc. “L’idea di candidarmi alla presidenza della Lega Pro – spiega Marani alla Casa di C – nasce già da un po’ di tempo. Due anni fa, infatti, ho avviato un percorso istituzionale da presidente del museo del calcio di Coverciano, ove ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e, in senso lato, custodire l’illustre storia del calcio italiano. Per me, storico e laureato in Storia, poter portare avanti, in quel contesto, l’eredità di Fino Fini è stato sicuramente un qualcosa di gratificante e qui si è rinsaldata la volontà di affrontare una sfida di questo tipo. Credo che un approccio di natura storica e culturale possa trovare massima esplicazione in Serie C, campionato nel quale c’è in un certo senso da custodire e promuovere l’identità, le tradizioni di sessanta realtà cittadine, con tutte le loro differenze e peculiarità. Il processo che ha portato alla mia candidatura, inoltre, è partito dai club stessi, che sono stati i miei primi sostenitori…”.

“La Serie C non è l’inferno dantesco”

Club, che, giustappunto, da diversi anni invocano un innalzamento dei ricavi a fronte di costi che sono diventati sempre più insostenibili (tanto che molte società, spesso, dopo un percorso triennale si trovano in sequenza ciclica nel baratro). Questo è sicuramente l’aspetto più importante! Dobbiamo prendere tutto il buono del lavoro fatto da Francesco Ghirelli, il quale oltre ad essere un galantuomo è anche un caro amico e aggiungerci sopra qualcosa per innalzare il livello qualitativo del prodotto Serie C e renderlo, prima facie, appetibile soprattutto a livello televisivo. Dobbiamo conferire nuovamente valore alla Serie C, un aspetto che prescinde da Marani o chi che sia, perché oggi c’è davvero in ballo il futuro del calcio italiano e questo sistema è ormai insostenibile! Come? Intanto ricomponendo quelle spaccature tra club che nel corso di questi ultimi mesi hanno portato ad un indebolimento sostanziale della Lega Pro e poi, sforzandoci nel non guardare solo al proprio tornaconto, ma ad un benessere del sistema complessivo. Benessere dal quale i club trarranno sicuro giovamento nel medio-lungo periodo. La Serie C, in buona sostanza, non deve esser più vista come l’inferno dantesco dal quale fuggire il prima possibile, bensì come un campionato con una sua logica, una sua dignità e soprattutto una sua precisa identità”.

Marani: “La Serie C non deve avere paura”

Ecco, a proposito di identità: la Lega Pro è sempre stata un po’ il ‘ginnasio’, il laboratorio di idee e progetti importanti. “E questo deve tornare ad essere. La Serie C non ha mai avuto paura di essere un laboratorio, qui sono state partorite le idee più innovative del nostro calcio: dall’introduzione dei tre punti a partita fino al format playoff. La Serie C non deve avere paura! Deve innovare e soprattutto ricercare il talento per garantire sostenibilità alle stesse associate. Dobbiamo mettere i club nelle condizioni di poter coltivare il talento. Per il calcio italiano come sistema e per la sopravvivenza dei club stessi. Pensiamo a Gigi Riva, Roberto Baggio, Gianfranco Zola, che sarà in squadra con me nonché da ultimo a Giovanni Di Lorenzo: sono tutti partiti dalla terza serie. Questa deve essere la strada perché questa è l’identità della Lega Pro”.

“La mia forza sarà determinata dai club”

Sostenibilità economico-finanzaria ( “perché la Serie C ha i costi dei professionisti, ma non ne ha affatto le entrate” ) e valorizzazione dei giovani, nella duplice accezione sopra esplicata. Cosa, in ultima istanza, si sente di promettere ai club? Impegno, lavoro, serietà, idee chiare e soprattutto credibilità, che con orgoglio posso dire sia il fattore agglutinante della mia ultratrentennale carriera. Non voglio fare false promesse. Il successo o l’insuccesso di questo percorso di riforma – conclude Marani – dipenderà soprattutto dai club per cui la mia forza la determineranno loro”.

Redazione

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