Foggia, Belviso: “La svolta con il ritorno di Cudini. Siamo nei playoff e vogliamo restarci”
“Sono un tipo taciturno, al quale piace lavorare sul campo e negli spogliatoi ed è quello che sto facendo anche a Foggia. I risultati non sono mai mancati nella mia carriera. Ho vinto due campionati (in Eccellenza e D col Bisceglie), una Coppe Italia nel 2012 ed ho perso una finale in C2. Ne ho vinte di guerre ed anche qui le soddisfazioni non stanno mancando“. Schietto, senza peli sulla lingua. Ai nostri microfoni il direttore del Foggia Emanuele Belviso si è raccontato a 360 gradi. Tra il ritorno di Cudini, gli obiettivi, il livello del campionato, i tifosi ma, soprattutto, focus sul momento estremamente positivo della squadra. Dal buio alla luce in poche settimane: questo è avvenuto in casa rossonera. I pugliesi hanno cambiato marcia. 19 punti in 8 partite, quattro successi di fila in casa – non succedeva da ben sette anni – e, soprattutto, playoff per il momento riagguantati. Il vento è cambiato per gli uomini di Cudini, arrivati in forma al rush finale della regular season.
Belviso: “Abbiamo svoltato da tutti i punti di vista”
Proprio sullo straordinario periodo del Foggia si focalizza la prima parte della nostra chiacchierata con il ds: “Nelle ultime settimane è cambiato l’atteggiamento della squadra – evidenzia Belviso – bisogna dare grandi meriti al lavoro fatto nel mercato di gennaio. Abbiamo preso giocatori motivati e funzionali che stanno facendo qualcosa in più. Nella prima metà di stagione c’erano tanti calciatori con poche motivazioni che ci hanno chiesto di andar via. Da quel momento abbiamo studiato il modo per risolvere la situazione. I nuovi innesti e anche il ritorno dell’allenatore ci hanno permesso di svoltare“.
“Cudini ha ridato serenità all’ambiente”
Con l’allenatore marchigiano, in effetti, il Foggia, sembra aver ritrovato un’anima. Richiamato in panchina a fine gennaio dopo l’esonero di dicembre, una scelta che Belviso spiega così: “Il calcio è basato sui risultati, purtroppo non arrivavano e avevamo preso la decisione di cambiare. Quando abbiamo capito di aver sbagliato ad affidare la panchina a dei calciatori, abbiamo subito pensato di richiamarlo ed è tornato con grandi motivazioni. Chiaramente ha voluto un cambiamento totale della squadra e ci ha chiesto garanzie. Una cosa è certa: il suo ritorno ha ridato serenità all’ambiente. Lui, poi, ha dimostrato di aver imparato dai propri errori. Non ci sono fenomeni o scienziati. Si è affidato a tante situazioni in modo benevolo e ne ha pagato le conseguenze. La scelta di farlo tornare è stata presa in accordo col presidente. Io gli ho detto che secondo me era la scelta ideale, a patto che arrivassero giocatori funzionali al suo modo di giocare“.
“Zero rimpianti. I risultati ci hanno portato a cambiare l’idea iniziale”
Detto, fatto. Cudini è tornato in panchina e in simbiosi col suo ritorno c’è stata anche la rivoluzione operata nel mercato di gennaio, con ben 20 operazioni completate fra entrate ed uscite: “Abbiamo completamente cambiato l’idea iniziale – afferma il direttore sportivo – non dimentichiamo che siamo partiti con un ricorso in atto. Non sapevamo in che categoria avremmo giocato e perciò abbiamo deciso di optare per un progetto basato sui giovani. All’inizio c’è stata la contestazione dei tifosi, anche perché venivamo da una finale persa. Noi però eravamo convinti della nostra visione e i risultati nelle prime partite ci hanno dato ragione. Abbiamo fatto tanti punti“.
Poi le difficoltà: “In una piazza esigente come Foggia se i risultati non arrivano con un progetto simile iniziano ad esserci dei malumori. Per questo, appunto, abbiamo cambiato rotta. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo puntellato la squadra, prendendo giocatori che ci permettessero di fare il salto di qualità. Avremmo potuto anche sbagliare poiché il mercato non ti dà alcuna certezza. Devi essere bravo e in questo caso posso dire di aver fatto un grande lavoro. Rimpianti? Nessuno. Sono contento perché tutti i ragazzi che sono approdati a Foggia hanno accettato subito le nostre proposte. Poi – ha concluso sul tema – si sa a gennaio è un mercato difficile. Bisogna cogliere le occasioni. Non hai tempo di programmare come nella sessione estiva“.
“Sorpreso da Odjer, in questo momento è devastante”
Una rivoluzione in cui il direttore sportivo ha creduto sin dal primo momento: “Molti giocatori li conoscevo bene. Santaniello, Millico, Tascone, ragazzi che ci stanno dando una grande mano. Così come stanno facendo molto bene i giovani come Silvestro ad esempio. Poi a loro si aggiunge Odjer, che non è un acquisto di gennaio. Era sul punto di partenza, è stato a un passo dal Brindisi ma dal cambio modulo è diventato devastante. In questo momento è il nostro calciatore più importante. Ho sempre, perciò, avuto sensazioni positive però i problemi sono sempre dietro l’angolo. Lo dimostra il nostro percorso fino alla partita con la Turris“.
Persa per 2-0 l’11 febbraio, con i playout a un passo. “Stavamo facendo molto male – ammette Belviso – in particolare in quella partita ricordo che tornai a casa ed ero distrutto. Da quel momento, però, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti di cambiare marcia. Solo noi saremmo potuti uscire dal tunnel in cui eravamo finiti. Abbiamo affrontato consecutivamente Crotone, Benevento e Picerno e abbiamo fatto tre grandi prestazioni. Poi il successo con la Juve Stabia ha coronato questo periodo magico“. Proprio per la capolista del girone C, Belviso ha parole di stima: “In tanti anni di calcio non avevo mai assistito a qualcosa di simile. Per me il loro è un miracolo sportivo. Loro all’inizio sono partiti anche con l’idea di fare minutaggio con gli under. Poi, invece, si sono ritrovati a dominare. Noi sapevamo che l’unico modo per batterli – ha aggiunto il direttore sportivo – era giocare con il cuore, con l’anima e con le pa**e, altrimenti non avremmo mai ottenuto un successo“.
“Mi aspettavo il campionato di Benevento e Avellino. Delusione? Il Catania”
Non solo Juve Stabia. Il ds del Foggia dice la sua anche su altre protagoniste del girone C: “Mi aspettavo che Avellino e Benevento facessero un campionato importante. Se devo tirare le somme, chi mi ha deluso è il Catania. Ha speso cifre folli, quasi quanto squadre di Serie B, e ha conquistato 39 punti. Questo – ha proseguito Belviso – fa capire quanto sia difficile questo campionato e quanto non sia fondamentale avere necessariamente un organico forte. Per imporsi servono calciatori motivati ad addentrarsi nel progetto. A un calciatore forte che mi costa 400 mila euro ma che ha già la pancia piena, preferisco sempre prendere un giovane con un costo minore ma che è focalizzato su ciò che deve fare. Se costruisco una squadra di nomi importanti ma su 10 corrono solo in tre e gli altri sono lì solo per questione di immagine, non vado da nessuna parte. Volevo complimentarmi, inoltre, con Sorrento e Giugliano, partite con l’idea di salvarsi e che invece stanno disputando un’ottima stagione“.
“Ero andato via per delle divergenze. Obiettivo? Guardiamo in alto”
Anche l’obiettivo del Foggia, esattamente come quello del Sorrento e del Giugliano, è cambiato più volte in questo campionato ma grazie a questo magic moment (scrivilo in corsivo) Belviso non ha dubbi: “Voglio fare i playoff, non mi nascondo. Io guardo sempre in alto“. Un modo di pensare che aveva dimostrato anche nella prima parte della scorsa stagione sempre in rossonero, prima che le due strade si separassero: “Sono andato via dopo aver costruito la squadra che sarebbe poi arrivata nella finale playoff. C’erano state delle divergenze non dipendenti dal sottoscritto. Col presidente, poi c’è stato un chiarimento in estate ma non era successo nulla di importante. La più grande soddisfazione è aver ricostruito la squadra, essere usciti dalla zona calda ed ora avere la possibilità di guardare avanti“. Per rendere più agevole il raggiungimento dell’obiettivo playoff, pur rispettando le scelte di una parte di tifoseria rossonera, il direttore spera di poter ricevere un importante sostegno: “La Curva Nord ha preso la decisione che riteneva più corretta. Si sa il calcio è fatto di risultati, ovviamente c’è stato un periodo negativo e questo ha fatto la differenza. Ora, però, la gente sta tornando allo stadio. A Foggia i tifosi hanno sempre rappresentato il dodicesimo uomo e speriamo con ulteriori risultati di farne avvicinare ancora tanti“.