L’Emilia “alla ribalta”, dalla Serie C… All’Europa. La Reggiana, Carlo Ancelotti, Stefano Pioli e Simone Inzaghi: una squadra e tre allenatori che hanno in comune appunto la regione emiliana, ma non solo. La formazione granata infatti, sabato 15 aprile ha conquistato la promozione in Serie B a distanza di 3 anni. Ancelotti, Pioli e Inzaghi invece, originari rispettivamente di Reggiolo, Parma e Piacenza, si son distinti centrando la semifinale di Champions League. Quattro traguardi di assoluta importanza e accomunati dall’Emilia, raggiunti dunque nel giro di 4 giorni dagli uomini di Diana, così come dai blancos, dai rossoneri e dai nerazzurri.
Dopo un lungo scontro al vertice a 3 tra Reggiana, Entella e Cesena, ad avere la meglio è stata la squadra granata, trionfante ad Olbia grazie al successo per 2-1. Il team di Diana è tornato così in cadetteria dove mancava dal 2020, quando con Alvini vi ritornò dopo 21 anni vincendo la finale playoff col Bari. Appena 3 giorni, ed ecco due allenatori emiliani che raggiungono le semifinali di Champions. Stefano Pioli è riuscito a far tornare il Milan tra le prime 4 d’Europa a 16 anni dall’ultima volta, traguardo che mancava dal 2007 quando ai quarti venne eliminato il Manchester United. Ai quarti stavolta i rossoneri hanno eliminato il Napoli, dopo aver passato il turno contro il Tottenham e chiuso la fase a gironi alle spalle del Chelsea. Quell’edizione di Champions League del 2007 venne poi vinta dal Milan, alla cui guida c’era proprio Carlo Ancelotti.
Se per Pioli si è trattato di un raggiungimento mai conquistato prima ad ora, per l’allenatore di Reggiolo è stata la nona semifinale raggiunta. Con il Real Madrid, Ancelotti ha eliminato ai quarti il Chelsea per il secondo anno di fila. Agli ottavi invece, successo contro il Liverpool e, prima ancora, il primato nella fase a gironi. La due giorni delle semifinali, si è conclusa mercoledì 19 e, anche in tal caso, in modo positivo per l’Italia e per l’Emilia. A staccare il pass c’è anche Simone Inzaghi che, con la sua Inter, dopo aver chiuso in seconda posizione dietro il Bayern nei gironi ed eliminato il Porto agli ottavi, ha fatto fuori anche il Benfica. Pioli, Ancelotti e Inzaghi, sono solamente 3 dei 6 allenatori italiani ad aver raggiunto almeno una volta le semifinali di Champions da allenatore. Oltre a loro, ci sono infatti Capello e Allegri a quota 2 e Lippi con 4. In generale, a comandare è Pep Guardiola con ben 10 semifinali raggiunte.
Tanti sono anche gli intrecci tra Ancelotti, Pioli, Inzaghi e l’Emilia. Partendo dai primi due, entrambi hanno iniziato le proprie carriere in panchina con rispettivamente Reggiana e Bologna. Dopo essere stato il vice di Sacchi con la nazionale italiana, l’attuale allenatore del Real Madrid ha esordito alla guida degli amaranto in Serie B nel 1995. Un’esperienza in cui lascia subito il segno, centrando la promozione in A con un quarto posto in classifica e 61 punti totalizzati insieme al Perugia. A Reggio vi resta però per un solo anno, perchè in quello seguente c’è la chiamata di un’altra emiliana, ovvero il Parma di Tanzi. Una squadra stellare, che chiusa al secondo posto a -2 dalla Juventus, e composta dai vari Crespo, Zola, Cannavaro, Buffon, Thuram e Chiesa. Record su record per l’allenatore di Reggiolo, che si qualificò in Champions al primo tentativo con quel Parma, abbandonando però la competizione ai gironi, chiudendo alle spalle del Borussia Dortmund.
Sulla strada di Carlo Ancelotti, c’è stata l’Emilia anche per quanto concerne la sua carriera da giocatore. L’ex allenatore del Milan, inizia a tirare i primi calci al pallone proprio nel suo paese natale, nonchè Reggiolo dove milita nella Juniores. All’età di 16 anni a notarlo è il Parma, con cui esordisce in Serie C e dove, nel giro di solamente due stagioni, diventa una pedina fondamentale dei ducali. Oltre 50 presenze e 13 gol per Ancelotti con la maglia emiliana, prima del grande salto alla Roma prima e al Milan poi. Il resto è storia: con i rossoneri, da giocatore, 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europee, una Italiana e 2 Coppe Intercontinentali. In forza ai capitolini invece, conquista 4 Coppe Italia e uno Scudetto.
Anche nel destino di Stefano Pioli c’è stata l’Emilia, sia nella sua carriera da allenatore che da giocatore. Così come Ancelotti, esordisce a Parma e sempre in Serie C1. Con i ducali vi gioca per due stagioni, dal 1982 al 1984, trovando 42 presenze e 1 gol, prima di approdare poi alla Juventus Campione d’Italia. In C, Pioli gioca anche con le maglie di Padova, Pistoiese e Fiorenzuola tra il ’95 e ’98. Ben più ampia invece la sua carriera da allenatore, dove inizia guidando le giovanili del Bologna tra il 99 e il 2022 e in cui vince il Campionato Allievi. Bologna non è stato però di certo l’unica squadra emiliana allenata, perchè ci son state anche il Modena nel 2004 e il Parma 2 anni più tardi.
Con i gialloblù dei vari Ganz, Asamoah, Mauri e Belardi, sfiora i playoff in Serie B, chiudendo al settimo posto con 61 punti. Con quel Parma di Couto, Morfeo e Giuseppe Rossi invece, esordisce in Serie A ed anche in Europa, precisamente in Coppa Uefa contro il Rubin Kazan. Una parentesi però non memorabile, visto l’esonero nel mese di febbraio. A distanza di 9 anni, Pioli ritrova Bologna. Stavolta per guidare la prima squadra, in cui trova i vari Di Vaio, Vantaggiato, Mudingayi e Gaston Ramirez. Nella stagione 2010/11, rileva Bisoli e ottiene la salvezza chiudendo al nono posto a quota 51. Assolutamente indimenticabile, è stata la stagione scorsa per l’attuale allenatore del Milan, che ha conquistato il diciannovesimo Scudetto della storia del club rossonero a distanza di 11 anni.
Simone Inzaghi infine, è stato l’ultimo riuscito a iscriversi in questa speciale classifica tutta italiana e a sfondo emiliano. Dando uno sguardo al passato, l’allenatore dell’Inter, iniziò a giocare nelle giovanili della squadra della sua città, ossia il Piacenza. Anche in questo caso, subito un’esperienza in Serie C1 quando, appena maggiorenne, viene ceduto al Carpi in prestito. Due emiliane dunque, nel giro di 3 anni, tra il 92 e il 95. In C2 invece, trova spazio a Novara e Lumezzane, dove sigla in totale 10 reti tra i professionisti. Sul suo cammino, c’è poi il Brescello, squadra dove si afferma segnando 10 gol in una sola stagione e che gli permette di far ritorno a Piacenza. Un ritorno, che non è di certo uno qualsiasi. C’è la Serie A ad attenderlo per la prima volta e anche Giuseppe Materazzi come allenatore, che gli dà fiducia affidandogli la titolarità in attacco. Con i biancorossi, condivide lo spogliatoio con i vari Gilardino, Rastelli, Stroppa, Vierchowod e Lucarelli.
Si posiziona al tredicesimo posto, chiudendo con ben 15 gol e 4 assist in 30 presenze. In questo caso, sulla strada di Inzaghi come allenatore, non c’è però Emilia, ma la Lazio, allenata per 11 anni tra giovanili e prima squadra. Proprio ai capitolini, segna, coincidenza del caso, la sua prima rete in A col Piacenza e vi approda nel 1999. In biancoceleste, trova una squadra stellare: Nesta, Salas, Mihajlovic, Simeone, Nedved e Veròn, giusto per citarne qualcuno. In quella stagione, vince poi Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Uefa, competizione in cui esordì con l’allora squadra di Eriksson nella finale vinta 1-0 contro il Manchester United. Dalla Reggiana in Lega Pro dunque, a tre allenatori che hanno fatto da cornice a questo “trionfo” italiano in Europa. Il tutto, nel segno dell’Emilia, con una stagione europea che ha ancora varie pagine bianche tutte da scrivere e chissà, pronte ad esser firmate da qualcuno che mai ancora l’ha fatto prima ad ora.
A cura di Antonio Palladino.
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