“Essere maturi significa avere un contachilometri che segna i 210 km, senza mai superare i 60 km“ – l’Entella è la perfetta dimostrazione della crescita consapevole, guidata da Gennaro Volpe. Una squadra che è migliorata nel tempo, offrendo ora tante soluzioni di gioco. I liguri hanno uno dei migliori attacchi del girone B di Serie C, ma hanno subito qualche gol in più, che spesso ha tolto dei punti.
L’equilibrio è il segreto delle squadre di alta classifica e spesso a fare la differenza nell’Entella, oltre ai gol degli attaccanti, è la gestione dei tempi. A farlo sono un ex Inter e un ex Milan. Rada, cresciuto nelle giovanili nerazzurre, è il motore che guida la squadra, che varia il ritmo della partita in base ai momenti. Pochi gol, ma tanti passaggi chiave e molta quantità.
Schenetti, scuola rossonera, ha invece maggiore estro, la fantasia che appartiene ai trequartisti. Lega perfettamente il gioco con Magrassi ed uno tra Lescano e Merkaj ed oltre a fornire palle gol per le punte, è bravissimo a riempire l’area di rigore con i suoi inserimenti. Ha segnato sei reti in campionato, un bel bottino per un centrocampista. A irrobustire il reparto ci pensa Dessena e la sua esperienza da Serie A.
La grande qualità di Gennaro Volpe è stata di inserire tutti all’interno del progetto. L’Entella ha una rosa molto lunga, con tanti attaccanti che possono partire dal primo minuto. L’allenatore è riuscito a trovare un equilibrio anche nella gestione delle forze. Lescano, Magrassi, Merkaj e Morosini: spesso due tra questi quattro giocatori partono dalla panchina. Nel calcio moderno i match spesso si divido in due fasi e le sostituzioni stanno diventando sempre più importanti.
I giocatori che hanno segnato più reti nell’Entella sono proprio le quattro punte. Ognuna ha caratteristiche differenti e permettono a Volpe di variare la coppia d’attacco in base all’avversario che ha di fronte. Magrassi e Lescano sono giocatori d’area, mentre Morosini è molto più mobile e può sposarsi bene con entrambi. Merkaj (qui l’intervista) può definirsi come un ibrido. Tante qualità al servizio della squadra. Una rosa umile e consapevole e che potrà dare filo da torcere anche alle “capoliste”.
A cura di Antonio Salomone
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