“Nemici mai”, è proprio il caso di dirlo: Ragatzu e Dessena, un passato in comune sia sul campo sia nella vita, e un presente diverso. L’esperienza della Serie A li rende un punto di riferimento per le loro squadre, soprattutto ora che ogni minuto pesa per continuare il percorso ai playoff. La Virtus Entella da una parte e la rivelazione Olbia dall’altra. Un sogno per due.
Anno 2008/2009 , la panchina dei sardi viene affidata ad un giovane e promettente Massimiliano Allegri. Ragatzu ha soli 17 anni e si fa notare durante gli allenamenti con la Primavera. A Max piace e lo aggrega alla prima squadra. L’attaccante dell’Olbia, ancora oggi lo ricorda con molta stima: “L’allenatore a cui sono rimasto più legato? Allegri. Si vedeva già che sarebbe arrivato dov’è ora“.
Ragatzu impara molto e si crea una vetrina al termine di una delle stagione più importanti della storia recente del Cagliari: nono posto e sogno Europa ad un passo. Ma torniamo all’inizio della storia e al rapporto con Dessena. Come sono legati i due giocatori? Bisogna fare un passo in avanti.
Come si può migliorare un nono posto? È molto difficile, ma Cellino ci prova. Conferma Allegri, vincitore della panchina d’oro per la precedente stagione e compra un giovane Dessena, oltre Marchetti e Nenè (capocannoniere allora del campionato portoghese). La piazza supporta la squadra, che non inizia benissimo, ma poi mette la quinta. Dopo sedici partite si trova in zona Europa League con ben 28 punti e vittorie importanti come quella contro la Juventus. La duttilità di Dessena lo rende insostituibile: gioca da terzino e anche da centrocampista.
Nel mercato di gennaio arriva anche Nainggolan a rinforzare il centrocampo. Però qualcosa cambia, in negativo. Nonostante i gol di Matri, il Cagliari non riesce più a trovare la vittoria. Allegri viene esonerato, la squadra conquista la salvezza, ma il finale resta senza lieto fine.
Dopo tre stagioni da protagonista Ragatzu è sulla cresta dell’onda ed il suo nome circola per i top club d’Europa. Purtroppo qualcosa va storto. Dopo un anno in prestito al Gubbio, il Cagliari l’estate successiva prova a venderlo, lui rifiuta la destinazione al Lumezzane e la società lo mette fuori rosa. “Ci rivedremo, un giorno tornerò“ – le ultime parole del giocatore prima dell’addio. Un periodo brutto, che ha raccontato anche in un’intervista a Gianlucadimarzio.com, citando anche l’amico Dessena (che subì un bruttissima infortunio a tibia e perone): “Io e Dessena abbiamo vissuto un momento simile e ti posso assicurare che sono mesi in cui si soffre e dove sforzi e sacrifici sono raddoppiati. Vedi gli altri che giocano, magari la squadra che ha bisogno di aiuto e ti senti impotente”. Si sono supportati a vicenda.
Dopo una vita lontano dalla sua terra, nel 2016 accetta la proposta dell’Olbia in Lega Pro. Durante la preparazione estiva della stagione successiva il destino lo mette contro il suo Cagliari in un’amichevole. Segna, vince e si prende la rivincita. Trascina la squadra e diventa un punto di riferimento per i ragazzi. Ma a gennaio 2019 ha la possibilità di concretizzare la sua promessa: il Cagliari lo chiama, lui risponde e chiude così il cerchio ritornando in Serie A. Lo fa per una stagione e mezza, per poi ritornare nuovamente ad Olbia. La sua riconoscenza è tanta. Ora ha un solo pensiero: il playoff. Di fronte però avrà il suo amico Dessena ed una Virtus Entella molto forte. Compagni nella vita, avversari per 90 importantissimi minuti.
A cura di Antonio Salomone
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