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La C, la Nazionale e la sfida alla “sua” Inter in Serie A: la storia di Salvatore Esposito

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Ci sono date che un calciatore porterà sempre con sé nel corso della sua carriera: per Salvatore Esposito l’11 giugno 2022 sarà per sempre il giorno del suo debutto con la Nazionale. È il 64’, il centrocampista rileva Pellegrini ed entra nel match tra Inghilterra e Italia, valido per la Nations League, a Wolverhampton, un momento indimenticabile per lui. Un premio che il ct Mancini gli ha concesso, riconoscendogli il gran lavoro svolto negli ultimi anni. Un punto d’arrivo, ma soprattutto di partenza per il giovane centrocampista campano. In inverno, poi, la realizzazione di un nuovo sogno chiamato Serie A, con l’addio alla Spal e il passaggio allo Spezia. Questa sera affronta il suo passato nerazzurro.

Chi è Salvatore Esposito, l’ultimo azzurro di Mancini

Salvatore nasce il 7 ottobre 2000 a Castellammare e il suo destino è già segnato: sarà un calciatore, così come lo è stato suo padre Agostino (anche allenatore della Juve Stabia), e così come lo sono i suoi fratelli Sebastiano, in forza al Basilea, e Francesco Pio, protagonista nelle giovanili dell’Inter. Una famiglia in cui il calcio è una religione, in una delle regioni più produttive del nostro movimento.

Gli Esposito si formano nella scuola calcio Club Napoli di Castellammare di Stabia (la stessa anche di Gianluigi Donnarumma), ma restano in Campania ben poco. Comprese le potenzialità dei tre ragazzi, la famiglia si sposta a Brescia dove questi possono crescere tra scuola e pallone. Salvatore resta 3 anni nel settore giovanile e poi si trasferisce all’Inter, una nuova famiglia che accoglie i 3 fratelli e spiana loro la strada per diventare calciatori. Con i nerazzurri, il centrocampista vive da protagonista la stagione 2017/2018, portando a casa Supercoppa e Scudetto Primavera.

La C meglio della Primavera

Si tratta di un periodo complicato nella sua carriera, il primo in cui prendere delle scelte: continuare tra i ragazzi oppure andare a farsi le ossa in campionati più duri e impegnativi come quello di C? Salvatore non ha dubbi e, proprio durante la sua prima conferenza stampa da azzurro, spiega i motivi. “Ho preferito non fare la Primavera e andare a giocare in Serie C, sentivo l’esigenza di andare a giocare imparando il sacrificio e il lavoro quotidiano. Nelle Primavere sei più coccolato e andando fuori ti costruisci una esperienza diversa. Ho deciso di fare questa esperienza e la consiglio a tutti coloro che fanno la Primavera, è una esperienza molto formativa”, ha detto.

Idee chiare e personalità, due tratti distintivi sia del suo modo di vedere la vita che il gioco in campo. Esposito viene quindi affidato alle cure della Spal e si trasferisce poi, in prestito, al Ravenna in Serie C. Qui il 22 gennaio 2019 esordisce fra i professionisti nella partita di campionato contro la Triestina, trovando anche il gol con una punizione al 94′, un debutto da predestinato. Nei sei mesi in C, si mette in mostra e arriva fino al secondo turno playoff, giocando 14 partite e segnando 2 gol. Sfumata la promozione in B, Esposito fa comunque il salto di categoria andando a giocare per il Chievo dove mette insieme 36 presenze in campionato e 3 nei play-off, dimostrandosi uno dei centrocampisti più promettenti del nostro panorama calcistico.

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Salvatore Esposito

La crescita a Ferrara e la Serie A

Ritorna dunque a Ferrara, dove diventa un punto fermo della Spal e ha la possibilità di giocare con il fratello Sebastiano, in prestito dall’Inter. Le sue prestazioni sono sempre di livello, divide il campo anche con giocatori di culto come Pepito Rossi e, nell’ultima stagione, conferma il suo status di ormai pronto al salto definitivo. Salto che arriva nel mercato invernale, con il passaggio allo Spezia e l’arrivo in Serie A. Un 2023 da incorniciare: contro la Roma l’esordio, contro il Napoli la prima da titolare. Or la sfida all’Inter, club in cui è cresciuto. “Ho dei bellissimi ricordi dell’Inter, crescere nel settore giovanile più importante d’Italia ti regala grandi soddisfazioni“, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport. Differenze con la B? “Cambia l’intensità della pressione, la velocità di pensiero“. La volontà di imporsi anche in Nazionale: “Noi giovani di oggi siamo dei miracolati ad avere Roberto Mancini come c.t. e dobbiamo sfruttare qualsiasi occasione“.

Mancini

Famiglia e caratteristiche

Esposito ha rivelato di ispirarsi e di modellare il suo gioco su quello di De Rossi, ma di apprezzare molto anche la qualità di Jorginho, suo compagno in azzurro. È un centrocampista continuo, duttile che può destreggiarsi da regista e mezzala. È grintoso e qualitativo, un mix che gli assicurerà un gran futuro, e calcia alla perfezione da fermo, tanto che molti dei suoi gol sono arrivati su punizione. Un altro tratto in comune con Sebastiano, suo fratello e capostipite di questa nuova dinastia di calciatori. Anche su questo, Salvatore è stato chiamato in causa, uscendosene con una battuta. “Sì, siamo tutti e tre bravi, abbiamo avuto la fortuna di avere un campetto sotto casa e questo ci ha aiutato molto… ma vi assicuro che quello più forte è il più piccolo, si dice sempre così, no?”.

Il rapporto tra i tre è forte, come aveva spiegato il centrocampista:Ci sentiamo tutti i giorni, prima e dopo le partite per parlare, per vederci e confrontarci sulle nostre gare. Da piccoli litigavamo e giocavamo tutto il tempo per le strade del nostro quartiere”. Ora quei piccoli ragazzini si sono fatti uomini e uno di loro ha appena esaudito un sogno che aveva fin da bambino, ma, c’è da scommetterci, si tratta solo del primo di una lunga lista di obiettivi da realizzare.

A cura di Simone Gervasio