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Tre stagioni a Foggia e un’atmosfera da Serie A. Mazzeo: “Tante emozioni lì, a parte l’ultimo anno. Ora meritano la B”

Se andate in giro per Foggia e chiedete “Chi è Fabio Mazzeo?”, la maggior parte vi risponderà “ù bòmber”. Una risposta che, di certo, non ha bisogno di particolari traduzioni. Con la maglia rossonera, l’attaccante ha collezionato 101 presenze, 51 gol e 23 assist in soli tre anni. Dal 2016 al 2019. Numeri che, però, ci ha confidato di non considerare tanto: “Valgono per quell’anno, quello dopo non valgono più niente”. Nel 2022 ha detto addio al calcio giocato. Ora c’è tempo per lo studio e l’allenamento dei più giovani. Quando si chiede a Mazzeo di Foggia, la voce è tremolante e carica di emozione. I primi due anni se li tiene belli stretti. L’ultimo, il terzo, invece lo definisce “l’anno della menzogna”.

Lecco Foggia
Credit: Lega Pro

Mazzeo: “Foggia-Lecco? Il gol non era assolutamente da annullare”

Il suo Foggia non l’ha mai lasciato andare. Ovviamente, Fabio Mazzeo ha seguito la cavalcata nei playoff di Serie C 2022/2023 fino alla finale d’andata persa in casa contro il Lecco“Ho visto la partita martedì – ha raccontato a lacasadic.com -. Le emozioni che mi ha trasmesso sono state bellissime. Io l’ho sempre detto: quando giochi a Foggia, sembra di stare sempre in Serie A. Al di là della categoria in cui giochi in quel momento. Anche se giochi in D, ti senti come se fossi in Serie A. L’atmosfera dello Zaccheria è sempre spettacolare. Una qualsiasi finale è difficile da giocare, anche quella contro il Lecco. Però secondo me quel gol non era da annullare (la rete di Ogunseye viziata secondo l’arbitro da una spinta irregolare in area, ndr). C’erano altri episodi a favore del Foggia, anche se il Lecco ha giocato benissimo. Molto intelligenti. Le finali si decidono tutte sui singoli episodi e quello era fondamentale. Io non penso abbia fatto fallo. Non so cosa abbia chiamato l’arbitro, sinceramente. Non c’è nulla. C’era anche il VAR, che strano. Al di là degli episodi, se la sono giocata bene entrambe le squadre. Un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. I discorsi sono ancora aperti. Il Foggia non muore mai e se la giocherà fino alla fine. Si deciderà tutto al ritorno”.

Mazzeo: “Il Foggia merita la B per tutto quello che ha passato…”

Il match di ritorno sarà in programma a Lecco domenica 18 giugno, si parte dal 2-1 dell’andata a favore dei blucelesti: “Al Rigamonti-Ceppi ci ho giocato solo una volta con il Livorno, ma c’era il Covid e lo stadio era senza pubblico. Al di là di quello, credo che l’effetto sarà totalmente diverso dallo Zaccheria. Un altro ambiente, un’altra mentalità. Avranno sicuramente, però, il loro tifo e lo stadio sarà pieno. Io tifo Foggia, è scontato. Non è una missione impossibile, anzi. Loro sono abituati a rincorrere e a combattere. Per tutto quello che ha passato si merita di andare in Serie B. Un percorso che merita il lieto fine”.

Stroppa Foggia

Mazzeo: “Stroppa fortissimo. Delio Rossi? Si vede la sua mano”

Il mentore di Fabio Mazzeo al Foggia è stato senza dubbio Giovanni Stroppa. Con questo allenatore l’attaccante ha segnato più gol in carriera. E anche Delio Rossi secondo Mazzeo è una guida di livello per il Foggia: “Lui non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. Sarei stato in categorie importanti, se l’avessi conosciuto. Stroppa è fortissimo: sia come uomo che come allenatore. Ha delle idee bellissime. Quello che ti fa fare in campo è tanta roba. Delio Rossi però ha un gioco offensivo importante. In ogni partita riesce sempre a creare quattro o cinque occasioni da gol. La squadra è sempre presente con il palleggio. Si vede che ha un’idea precisa. Gioca a calcio. Si vede la differenza tra prima e ora nel Foggia. Anche a livello di durata della partita. Prima magari finiva subito le energie, ora invece vanno forte fino alla fine delle partite. Letteralmente. Quando una squadra attacca, la fatica non la sente. Quella la provi quando difendi o rincorri il pallone. Questa mentalità li fa andare di più, sono più spensierati”.

Mazzeo: “Alcuni hanno paura di giocare a Foggia per la piazza”

Giocare a Foggia non è per molti, ma Fabio Mazzeo consiglia caldamente l’esperienza. In Puglia l’attaccante ha vissuto le stagioni più importanti in fatto di gol: “Al di là dei numeri. Valgono per un anno, quello dopo non contano più. Io in carriera ho giocato solo fino alla Serie B ma, lo ripeto, giocare per il Foggia è stato come farlo in Serie A. Il mio unico rimpianto è sempre stato quello di non esserci arrivato nella massima serie, ma grazie a quei tre anni a Foggia posso dire che è come se lo avessi fatto. Mi hanno fatto sentire così, la piazza è grandiosa. Tutti dovrebbero andare a giocare lì almeno una volta nella vita. Qualcuno ha paura di farlo, perché dicono che il tifo è caldo, la piazza è pesante, ecc. Ma quando provi quell’emozione, capisci che è unica e irripetibile”.

Mazzeo: “Primi due anni a Foggia bellissimi: poi la menzogna”

Fabio Mazzeo ricorda con piacere i tre anni trascorsi a Foggia, ma c’è differenza tra i primi due e l’ultimo: “La cavalcata della promozione in B, che ricordi. Gli ultimi sei mesi di quell’anno, in particolare, posso dirti che sono stati speciali. Eravamo undici fratelli in campo, più quelli in panchina. L’unione che abbiamo avuto quell’anno e il successivo è stata particolare. Poi quando è andato via Stroppa… Io lo chiamo ‘L’anno della menzogna’. L’ultimo anno. Fino a quando c’è stato lui tutto era sincero, leale e vero. Poi, purtroppo, per questioni societarie si è sfasciato quanto di bello s’era creato. I primi due anni eravamo una famiglia. Il terzo mi è rimasto un po’ dentro in negativo per tutte le bugie che ci hanno detto e ridetto, per come è finita. Per il fallimento, per tutto. Ma, ormai, è acqua passata”.

Mazzeo: “Potevo andare altrove, ma scelsi di seguire il cuore”

Dopo una miriade di reti segnate, non sono mancate in quegli anni le offerte per Fabio Mazzeo. Ma il cuore ha segnato la via: “Rimpianti ne ho pochi o niente. Nella mia carriera ha sempre prevalso il cuore. Magari avrei fatto altre scelte e giocato in altre categorie dopo il primo anno in B. Feci 19 gol e arrivarono chiamate importanti: scelsi di restare. A Foggia c’era un progetto importante, avevano detto che sarebbe stato lungo e che ci avrei potuto finire anche la carriera. Ci hanno detto un sacco di cose che, poi, non sono successe. Ma sono cose di cui uno non si pente mai. Ormai è acqua passata, io mi tengo stretto i primi due anni. Mi tengo solo il buono, il cattivo lo mando via: non serve a niente”.

Mazzeo: “Ora alleno i giovani: in futuro chissà…”

L’ultima esperienza di calcio giocato Fabio Mazzeo l’ha avuta alla Nocerina nel 2022. Da allora, il centravanti ha deciso di smettere per dedicarsi ad altro: “Ho dato l’addio al calcio un anno fa. Provai a continuare a giocare, anche in Serie D. Poi qualche problemino al ginocchio, strascichi col Covid che mi portavo dietro… Insomma, decisi di smettere. Ora vado a Coverciano per prendere il patentino di allenatore e comincio ad allenare i ragazzi. Qui a Salerno c’è un progetto di scuola calcio davvero interessante che non vedo l’ora di cominciare. Ho iniziato a seguire anche la Juve Academy e non solo. Un mondo davvero carino. Mi piacerebbe allenare in futuro, ma sempre a livello giovanile. Non mi piace salire di categoria, per ora. Poi magari le cose cambiano”.