Pescara, Lescano a 360º: “Che emozione l’esordio in Serie A. Maxi Lopez, Milito e il mate…”
Esordire con un gol? Per informazioni chiedere a Facundo Lescano. L’attaccante del Pescara ha trovato la prima gioia stagionale contro l’Avellino, permettendo ai suoi di portare a casa i tre punti contro i Lupi. Non poteva desiderare di meglio l’attaccante ex Virtus Entella. Dall’esordio in Serie A con il Torino al Pescara, passando dal mate, Maxi Lopez e tanto altro. A tutto Faca. Il centravanti del Delfino ha deciso di raccontarsi in esclusiva ai microfoni della redazione de “lacasadic.com“. Di seguito le parole del classe 1996, tra storie, curiosità e speranze per il futuro.
Lescano: “Pescara è l’esperienza più importante della mia carriera”
Lescano ha parlato così della sua nuova esperienza: “Il mio obiettivo? Voglio superare il mio record di gol. Con i miei compagni mi sto trovando benissimo, la tifoseria è pazzesca. Pescara è l’esperienza più importante della mia carriera“. Parole importanti verso i supporters del Delfino da parte del centravanti argentino. Classe 1996, nel tridente di Colombo affianco a lui gioca Marco Delle Monache, talento di proprietà della Sampdoria nato nel 2005 e cresciuto in Abruzzo: “Marco ha un futuro enorme. Lo conoscevo già, visto che abbiamo lo stesso agente. Se capisce come migliorare, come è giusto che sia a 17 anni, può fare una carriera davvero importante“. Entusiasmo alle stelle per l’attaccante di Colombo, non chiamatelo erede di Ferrari: Faca è un centravanti completo, pronto a trascinare il Delfino verso obiettivi importanti.
Dagli allenamenti con la prima squadra all’esordio con il Torino: “Quagliarella era impressionante”
Toccare il cielo con un dito, Facundo Lescano ci è riuscito. Correva la stagione 2014/15, Faca non aveva neanche 19 anni quando Gian Piero Ventura, in un freddo Milan-Torino, decide di mandare in campo l’attaccante argentino al posto di Matteo Darmian: “Una sensazione bellissima. Ventura mi fece esordire nel pieno del campionato a gennaio, non a fine campionato come in molti fanno. A Torino ho avuto l’occasione di allenarmi con grandi campioni, ricordo le gesta di Fabio Quagliarella: destro, sinistro, non importava. In qualsiasi modo lui era formidabile“. Le sue prestazioni gli valsero la chiamata del Reading, in Championship: “Qualcosa andò storto. Il presidente Cairo decise di non mandarmi in Inghilterra. Peccato, avrei fatto l’U-23 contro Arsenal, Chelsea, Manchester. Fu difficile tornare in Lega Pro, per un ragazzo di quell’eta fu un impatto davvero duro“.
La Serie D come rampa di lancio: “Mi sono rimboccato le maniche e ho fatto 15 gol”
Le difficoltà, lo svincolo e la ripartenza. Faca si è rimboccato le maniche. Tornato in Italia, dopo qualche esperienza in Lega Pro e lo svincolo con il Torino, il classe 1996 nel 2016 ha iniziato la sua carriera 2.0: “Il Torino mi svincolò dopo il Monopoli. Ho deciso di ripartire dall’Igea Virtus. Fu una grande stagione, segnai 15 gol e incontrai una figura importante come mister Raffaele: un vero e proprio maestro di vita che riuscì a tirare fuori il meglio di me. Lo devo ringraziare davvero“. Un trampolino per la sua carriera, perchè da quel momento Lescano non ha più smesso di segnare in giro per l’Italia, neanche a San Benedetto, quando la situazione iniziava a essere difficile: “Fu un anno importante, eravamo sempre tra le prime 7-8. Giocavamo senza stipendio, non lo auguro a nessuno“.
Lescano e il rapporto con Maxi Lopez: “Un grande uomo prima che un grande calciatore”
L’esperienza a San Benedetto fu condivisa anche con grandi campioni, abituati a calcare palcoscenici diversi ma che si sono calati nella realtà del momento: “Una stagione molto burrascosa, con me c’erano Maxi Lopez e Paolo Montero (allenatore, ndr). Due grandi uomini prima che due grandi calciatori. Il mister ci ha sempre aiutato, Maxi aveva una parola buona sempre per tutti. Un grande capitano, ha aiutato anche ragazzi che erano in difficoltà in quel momento. Ancora oggi ci sentiamo, gli faccio un grosso in bocca al lupo per la sua esperienza in Inghilterra“. Tante le società girate da Lescano in carriera, tanti i gol messi a referto. E pensare che a Lecce neanche lo volevano far giocare a calcio.
Lescano: “Mi dissero che non ero pronto perchè non sapevo fare 50 palleggi”
Nato a Mercedes, cresciuto a Lecce, sempre con il calcio nella testa. Arrivato in Italia, l’argentino si trasferisce con la famiglia in Salento: “Iniziai a giocare per una squadra vicino la città. Quando il Lecce chiamava, loro ti mandavano a fare qualche allenamento con i giallorossi. Non ho mai fatto un vero e proprio provino, loro mi dissero che non ero pronto. Il motivo? Non sapevo fare 50 palleggi. Da quel momento ho giurato che non avrei mai giocato nel loro settore giovanile“. Chissà cosa staranno pensando adesso i dirigenti dei salentini. “Tornerei a Lecce? Si, mi piacerebbe: la mia compagna è di Lecce, i miei genitori vivono lì, i miei amici vanno spesso in curva“.
Lescano e l’esperienza al Genoa: “Juric ci trattava come grandi, un’emozione vedere Milito”
Tifosissimo del Racing, ai tempi del Genoa, quando Lescano giocava in primavera e Milito in prima squadra, il classe 1996 ha potuto ammirare il suo idolo da vicino: “Diego è stato uno dei protagonisti dello scudetto del Racing. Al Genoa ho avuto l’occasione di vederlo da vicino, per me è sempre stato un modello. Ho una sua figurina attaccata sul mio termos dove bevo il mate, assieme a quella del club Mercedes dove sono cresciuto in Argentina“. Il Genoa, un’esperienza dove Lescano ha avuto l’occasione di essere allenato da Juric in Primavera: “L’ho avuto poco, però già si vedeva che fosse molto preparato. Era all’inizio, ma già ci trattava da grandi, anche se eravamo tutti giovani. Adesso si sta vedendo tutto il suo valore in Serie A“.
Faca fuori dal campo: il mate, i tatuaggi e una figura importante per la sua carriera
Birra? No, mate: “Lo bevo sempre“. Una bevanda energetica che ha fatto le fortune di tanti calciatori, chiedere allo spogliatoio del Barcellona per informazioni. Argentino nato a Mercedes, Faca ha tatuato sulla schiena un simbolo della sua città: “Dietro le spalle ho tatuato la basilica della mia città, ma io ho tantissimi tatuaggi: la data dell’esordio in Serie A, ad esempio, oltre a quella di nascita dei miei fratelli e dei miei genitori“. Legame assoluto con la famiglia per il classe 1996, che ricorda anche il nonno: “È stata una figura importante per la mia carriera: lui è un ex calciatore del Boca Juniors e della nazionale argentina (Silvio Marzolini, terzino sinistro ai mondiali 1966). Mi ha dato tanti consigli, sempre tutti giusti“. Lescano a 360º, da Mercedes in Argentina al Pescara: i colori sono gli stessi, chissà se gli porteranno fortuna.
A cura di Fabio Basile