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Falcone: “Taranto è casa mia. Futuro? Prima la salvezza”

Quando si passa accanto a Luigi ‘Gigi’ Falcone, l’odore della Serie A sembra essere ancora presente. Vivo, quasi come se il professionismo se lo porti a casa finita la partita. È suo, punto e basta.

Lo percepisci che Falcone non sia uno che sta passando di là per caso. Con buona pace di tutti, se sulla sua strada non si fosse inserito qualche infortunio di troppo, probabilmente il nome di Falcone sarebbe uno di quelli tirati in ballo da qualche romantico durante le aste di agosto del fantacalcio, magari non prima di Dzeko ed Ibra, ma sul taccuino, cerchiato, ci sarebbe stato, eccome. Due, forse tre vite in perpetuo peregrinare. Questo è, o meglio era Luigi Falcone da Mesagne, prima di far tappa a Taranto, vera e propria terra promessa del dieci a tinte rossoblù.

Falcone, il ritorno al gol e l’amore per il Taranto

Ai nostri microfoni, Falcone ha esordito così parlando del suo primo gol stagionale (QUI GLI HIGHLIGHTS): Sto molto bene. Dopo sette mesi da spettatore sono felicissimo di aver finalmente ritrovato il campo, riuscendo anche a firmare il primo gol stagionale nell’ultima interna prima della sosta. Quella vittoria ed i tre punti conquistati sul campo della Turris nella giornata successiva certificano che stiamo molto bene e mi auguro che questo 2022 possa regalarmi le gioie che desidero ed un campionato da vero protagonista”.

Sul legame tra Falcone e la squadra rossoblù: “Taranto per me è qualcosa di particolare. L’unica volta nella mia carriera nella quale mi sono fermato per due stagione nella stessa piazza è stato in B, a Varese. Quella fu un’esperienza importantissima nel mio percorso di crescita ma con questa città c’è qualcosa di diverso. Dopo lo storico campionato vinto lo scorso anno, rimanere in rossoblù per me era la priorità. Mi sono sentito subito parte integrante di questa realtà, quasi come se la conoscessi da sempre e ora il desiderio più grande è quello di regalare ai tifosi la salvezza. A Taranto mi sono ritrovatoha sottolineato Falcone -, ho un rapporto splendido con la piazza, con la società, con il mister ed il mio auspicio è che questo idillio prosegua. Perché proprio questa continuità, questa sensazione di serenità è una di quelle cose che mi è mancata in carriera. Io a Taranto mi sento amato, e vi assicuro che per un calciatore non è poco”.

Uomo prima che allenatore

Falcone ha poi voluto spendere qualche parola anche su Laterza, l’uomo che guida il Taranto: “Anche con lui ho un legame particolare che si è rinsaldato forse anche in virtù del trascorso che abbiamo alle spalle. Aver vinto un campionato come quello dello scorso anno ha certamente cementato la nostra unione. Un grande tecnico che in quest’anno e mezzo di Taranto sta facendo cose importanti, ma ancor prima un uomo vero. Lui sa come prendermi, sa come guidarmi e quando necessario sa anche come spronare Gigi Falcone per tirare fuori il meglio da lui. Laterza è uno dei segreti del nostro spogliatoio”.

Falcone, un viaggio in Serie A

Impossibile per Falcone evitare di parlare di Serie A. Quella categoria che ha avuto l’opportunità di annusare ai tempi del Lecce, nella stagione 2011/12: Il massimo, il sogno di ogni ragazzo. Ho avuto l’onore di far parte di quel Lecce dopo essere stato svezzato nel settore giovanile giallorosso, avendo la possibilità di rubare tanto a calciatori veri, come Muriel e Cuadrado, solo per citarne alcuni. Grazie a quell’esperienza posso inserire nel curriculum anche diverse presenze con la Under 20 in un biennio fantastico per me con mister Di Biagio, che mi ha consentito di crescere anche sotto il punto di vista della mentalità.

Poi la Serie B: “Grande palcoscenico. Ma dopo il fallimento del Varese ho fatto delle scelte che col senno di poi si sono rivelate errate. Ci sta a ventidue anni. Gli infortuni? Hanno certamente condizionato la mia carriera ma ho sempre avuto la forza per rialzarmi e Taranto ne è la dimostrazione. Futuro? Oggi mi sento felice, questo è quello che conta. Taranto mi rende felice ed è una sensazione fantastica. Caratterialmente sono un sognatore a trecentosessanta gradi, questo fa sì che io abbia tanti progetti in agenda, in campo e fuori, di diversa portata e in vari ambiti, tutti però hanno come comune denominatore l’amore di una vita: il pallone”.

A cura di Dario Gallitelli

Redazione

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