Federico Piovaccari, il “pifferaio” giramondo che vuole salvare il Messina
Il calciatore italiano più conosciuto al mondo non ha mai giocato in Nazionale. Eppure, che andiate in Cina, in Spagna, in Australia o in Romania, potete stare certe che al nome “Federico Piovaccari” scatenerete una reazione nel vostro interlocutore. Un nome tutt’altro che indifferente. Ricordi che vanno oltre ai gol. La passione e l’impegno, prima di tutto. E poi quel dolce suono del suo flauto, che risuona negli stadi di tutto il mondo dopo ogni sua rete. La carriera di un “pifferaio” giramondo che ha imparato a farsi conoscere. E, soprattutto, a farsi amare.
Dall’Inter alla Triestina, il gol a Buffon e il titolo di capocannoniere in Serie B
Per girare il mondo c’è sempre bisogno di un punto di partenza. Quello del viaggio di Federico Piovaccari è molto vicino casa. Da Gallarate a Busto Arsizio. Gli inizi in maglia Pro Patria e una stagione in Serie D lo portano all’Inter. Maglia nerazzurra che veste soltanto in Primavera. 15 gol in campionato e 4 al Torneo di Viareggio. Una finale Scudetto persa ai rigori contro il Lecce ma un’annata comunque da incorniciare. L’inizio di una carriera che lo porta in Serie B, nella Triestina. Debutta contro il Treviso e conclude la stagione con 5 gol. E giusto per non essere banali, uno di questi lo mette a segno contro la Juventus di Del Piero, Nedved e Buffon.
I due anni successivi a Treviso non sono dei migliori, ma in Serie C a Ravenna mostra tutto il suo carattere. Ritrova gol e prestazioni e si guadagna di nuovo la Serie B. Precisamente a Cittadella. A 26 anni Federico vuole consacrarsi. E in campo si vede eccome. 23 gol e titolo di capocannoniere. E un’esultanza che diventa il suo marchio. Un gesto che suo figlio Andreas fa in casa per imitare il protagonista di Spongebob. Un flauto che suona (quasi) ogni domenica negli stadi di Serie B. Un suo dolce ma deciso. Come lui. È il suo momento. Federico lo sa. La Sampdoria ci scommette. Ma le aspettative di entrambi non vengono ripagate.
Lo Steaua Bucarest e il gol in Champions League
Dopo quattro stagioni sottotono, decide di ricominciare. L’inizio di una nuova vita. Lontano dall’Italia. Si riparte dalla Romania. Una scelta non banale. Come sempre è stato nella vita e nella carriera di Piovaccari. Lo Steaua Bucarest rappresenta la rinascita per Federico. Oltre ai gol in campionato. Si mette in mostra per le sue prestazioni in Europa. Ai preliminari di Champions League trascina i suoi direttamente alla fase a gironi, dove incontra Chelsea, Basilea e Schalke 04. L’eliminazione è quasi scontata. Partite complicate. Che non impediscono a Federico di far suonare il suo flauto. Al St. Jacob Park di Basilea arriva il suo primo gol nella fase a gironi di Champions League. Il “pifferaio magico” lascia il segno anche stavolta.
La favola Eibar, al Camp Nou con Messi e al Bernabeu con Ronaldo
A fine stagione lascia la Romania e, dopo un brevissimo ritorno in Italia, parte di nuovo in direzione Spagna. L’Eibar vuole lui a guidare l’attacco. La Cenerentola spagnola, alla sua prima stagione in Liga, sceglie Piovaccari. E lui dice sì. Una stagione a due facce. Da una parte, la retrocessione. Dall’altra, le partite al Camp Nou e al Bernabeu. Due palcoscenici mondiali. Come avversari Messi e Cristiano Ronaldo, di cui custodisce con cura i pantaloncini. Il sogno di ogni ragazzino. Ma il tempo passa per tutti. Tranne che per lui. Tornare in Italia? Troppo banale. Inizia così un lungo viaggio che lo porta in Australia, in Spagna (di nuovo) e in Cina. Prima di tornare in Italia, fa tappa nuovamente a Cordoba. Il “pifferaio magico” in giro per il mondo. Tanti gli stadi in cui ha fatto suonare il suo flauto. Tante le persone a cui è entrato nel cuore.
Dopo la breve parentesi con la Paganese, ha scelto Messina. A 37 anni Federico non vuole saperne di smettere. La Sicilia come nuova tappa del suo giro del mondo. Un viaggio che lo ha riportato nella sua Italia. Il paese da cui tutto è cominciato. E dove tutto deve finire. La chiusura di un cerchio. Prima però un ultimo obbiettivo. Anzi due. La salvezza con il Messina. E segnare quei tre gol che mancano per arrivare a quota 150 in carriera. Segnare e suonare. Il “pifferaio magico” vuole ancora lasciare il segno nel cuore dei suoi tifosi.
A cura di Filippo De Gradi