Dal basket alla Fiorentina, ora Simonti corre con Trento: “Gol, quanti insulti! E il sogno è Anfield”
“Ho preso più insulti che complimenti, non ci credeva nessuno!”. Federico Simonti, terzino sinistro 21enne del Trento, sorride nello scorrere i commenti sotto il suo ultimo post Instagram. La foto lo ritrae mentre corre con la maglia numero sei ed esulta come LaMelo Ball, rookie of the Year con gli Charlotte Hornets nella passata stagione Nba. Ha appena segnato il gol vittoria contro il Fiorenzuola nell’ultima giornata del girone A di Serie C: “Sapete cosa mi ha scritto mio fratello? ‘Ti ricordo che l’ultima volta che hai segnato è scoppiata una pandemia’” – ci racconta. Era il 6 marzo 2020, si giocava Fiorentina-Napoli: “Segno per la mia prima e unica volta con la Primavera e vinciamo 2-1. Tre giorni dopo Conte avrebbe messo l’Italia in lockdown”. Da lì la palestra in casa con mamma Laura, i giochi da tavola con la famiglia e le partite alla play a Fifa e Call of Duty con gli amici. Poi il primo anno con i grandi alla Pistoiese, dove è titolare indiscusso. Ed ora eccolo, giusto qualche chilometro più al Nord: “In estate ho avuto diverse proposte, ma Trento è davvero un bel progetto”. Lo dice anche la classifica: ottavo posto dopo otto giornate, se il campionato finisse oggi vorrebbe dire playoff per la B. Già, perché se nel tempo è stata nominata la città più green d’Italia e anche quella dove si vive meglio, Trento ora si è riscoperta brava pure a giocare a calcio. Nel 2019 si trovava in Eccellenza, tanto per rendere l’idea.
La Trento di Simonti
A inizio stagione, nel giorno dello shooting fotografico per stabilire le esultanza da sparare poi all’occorrenza sui social, Simonti ha fatto impazzire tutti: “Non sapevo quale scegliere, li ho fatti aspettare un po‘”, sorride. I compagni lo punzecchiano: “Ma tanto quando ti capita di segnare...”. Lo avrebbe preso in giro pure suo fratello maggiore, Gabriele: “Anche lui calciatore? No, pallanuotista. Vive negli Stati Uniti. College in California, università a Washington e adesso magistrale in psicologia dello sport nel Minnesota. Quello più piccolo, Niccolò, invece gioca a calcio“. A Trento Federico condivide casa con un altro Niccolò, cioè Bigica, suo ex compagno nella Primavera della Fiorentina e figlio di Emiliano, campione d’Europa con l’U21 di Cesare Maldini nel 1994. Nello spogliatoio c’è un bel clima: “Nunes (Gabriel, centrocampista ndr) da buon brasiliano è quello che sceglie la musica. La sera spesso usciamo anche con quelli più grandi per un aperitivo. E poi c’è il nostro allenatore Carmine Parlato. Uno che ha vinto 5 volte la D e che è bravissimo a gestire il gruppo”.
L’amico Vlahovic e il sogno Anfield
Federico da piccolo giocava a basket: “L’ho fatto per due anni, quanto mi ha aiutato nella coordinazione...”. Col calcio ha iniziato nella Faellese, in provincia di Arezzo. Ci giocava anche Simone, il padre: “Un libero vecchio stampo. E soprattutto un grande tifoso della Fiorentina. Mio fratello Gabriele si chiama così in onore di Batistuta“. Poi sei mesi alla Settignanese (dove è passato anche Chiesa) e a 10 anni l’ingresso nelle giovanili viola: “Mi trovavo al mare, al Lido di Camaiore. Come ogni fine settimana babbo e zio ci avevano raggiunto con una copia della Gazzetta dello Sport. Ad un certo punto a tavola zio Enrico si alza: ‘La sapete l’ultima?’, chiede: ‘La Fiorentina ha preso Federico Simonti!’. Mio fratello aveva preparato anche una pagina della Gazzetta con un finto articolo”. Da lì tutta la trafila fino alla Primavera, dove gioca e fa amicizia con Vlahovic: “Il classico libro da non giudicare dalla copertina. All’inizio lo vedi e pensi: ‘Questo si comporta come Ibra’. Poi però si rivela un ragazzo d’oro, gentilissimo. Ricordo ancora il cucchiaio su rigore nella finale di Coppa Italia contro il Torino. Lì abbiamo capito di che pasta fosse fatto”. Al fantacalcio però Federico non l’ha preso: “Non l’ho tradito, semplicemente l’hanno pagato troppo. Non avevo più crediti!“. Fiorentina-Barcellona dell’estate 2008 il primo ricordo da stadio: “Ma il più bello resta il 4-2 alla Juve di Conte nel 2014″. Vargas il primo idolo, seguito da Marcelo. Ora, fra un manga e un film della Marvel, studia Theo Hernandez e Alphonso Davies. Un sogno ben preciso: “Giocare nel Liverpool. Che spettacolo Anfield e il You’ll Never Walk Alone”. Beh, gusti davvero niente male.
Di Simone Golia