Felipe Curcio ha solamente quattro anni quando nella sua Jundiai, comune in Brasile nello Stato di San Paolo, si innamora del calcio e inizia a giocare con la maglia del Futsal Clube Sao Joao. No, futsal non è un errore. Il ragazzo infatti non ha dato i primi calci ad un pallone “sul prato”, bensì sul campo del calcio a cinque. La sua qualità però ha bisogno di uno spazio più grande. Di geometrie che possano mettere in mostra la padronanza del pallone. E così, dal gioco di suola passa al rettangolo verde. La maglia è quella del Sao Paolo Futeblo Clube, il sogno, quello di giocare in Serie A.
Nel campo a undici Felipe Curcio veste due maglie prestigiose in Brasile. All’età di dieci anni entra nel settore giovanile del Gremio Prudente e successivamente passa al rossonero dell’Atletico Paranense, lo stesso club che ha visto giocare Renan Lodi, oggi alla corte di un altro Atletico, quello di Madrid, guidato dal Cholo Diego Simeone. É proprio con il Paranense che Curcio firma il primo contratto da professionista ancora diciannovenne. Il suo desiderio però è lontano dalla terra verdeoro. Un viaggio, dal Brasile all’Italia, che è l’opposto di quello affrontato da suo nonno Pietro, che dalla Calabria partì verso il Sud America per cercare fortuna negli anni ’50. L’amore per il campionato italiano lo ha cresciuto e Felipe, dopo aver giocato anche con il Cianorte nella Serie D brasiliana, è pronto a fare le valigie e ripercorre gli stessi passi del nonno. Destinazione Italia.
9.000 sono i chilometri che separano il Brasile dall’Italia. Durante il viaggio si attraversa anche la linea dell’Equatore. Ma quando la forza che spinge Felipe Curcio è quella di un sogno da realizzare, il peso di questi numeri si annulla fino a raggiungere lo zero. L’anno è il 2013, ed il cartello che riceve il ragazzo venuto dal Brasile indica “Foggia“. Sulla panchina dello Zaccheria in quella stagione siede Roberto De Zerbi e in campo gioca Pietro Iemmello. Il campionato è quello di Serie C ma Curcio non riesce a trovare lo spazio che vorrebbe. Il giovane talento arrivato dal Brasile passa dalla Lupa Roma fino ad arrivare al Martina Franca e la musica è sempre la stessa: poco spazio e di conseguenza, poca confidenza con il campo. La tecnica nata con il futsal e le geometrie disegnate sul rettangolo verde in Italia non sembrano convincere, ma Felipe non molla. Questa volta la chiamata arriva dalla Puglia. La Fidelis Andria decide di dare fiducia alle sue qualità. E qui Curcio non delude. In due anni riesce a trovare lo spazio necessario per crescere e giocare, segna quattro reti e colleziona più di quaranta presenze. L’italo-brasiliano è finalmente decollato.
Sull’esterno ha fatto esaltare tutti i tifosi della Fidelis Andria. Il suo gioco è formato da giocate, assist perfetti per i compagni e reti su punizione. É come se il terreno del futsal si fosse solamente allargato. Il campo più grande è un punto a favore per il giocatore che riesce a liberare tutto il suo estro con la palla tra i piedi. Le prestazioni non mentono, il telefono neanche. A chiamare è il Brescia, in Serie B. Felipe accetta e quel ragazzino che non trovava spazio nelle file del Foggia ormai è solo un lontano ricordo. Di lui rimane solamente la voglia di rimboccarsi le maniche ed inseguire la propria volontà. La fascia diventa subito di sua proprietà e dopo un anno al fianco di Sandro Tonali ed Eugenio Corini, quel sogno che sembrava tanto lontano quanto proibito solamente quattro anni prima, adesso bussa alla porta del ragazzo arrivato dal Brasile. Le storie del nonno sono diventate realtà. Felipe Curcio vince il campionato conquistando la promozione in Serie A. Nella massima serie riuscirà a giocare una sola volta contro l’Hellas Verona. Una presenza che il giocatore non scorderà mai.
Da quel giorno, Curcio giocherà anche con la maglia della Salernitana. Però la piazza dove sembra trovare la stessa confidenza respirata a Brescia è Padova. Nel 2021 viene riscattato dai biancoscudati ed il campionato che gioca assieme ai propri compagni viaggia su ritmi impressionanti. In particolare quando a prendere le redini della squadra è Massimo Oddo. La promozione diretta sfugge alla penultima giornata quando il Padova pareggia nello scontro diretto contro il Sudtirol. Ma il cammino prosegue nei playoff e la squadra riesce a raggiungere la finale contro il Palermo di Baldini grazie alla sua rete segnata nel ritorno contro il Catanzaro del vecchio compagno Iemmello. Adesso, il sogno di riportare il Padova in Serie B è vicino. La squadra di Oddo si affiderà anche a Felipe Curcio per raggiungere la promozione. Dal Brasile all’Italia, il ragazzo in fondo sa cosa significa raggiungere un desiderio e vuole vivere quelle stesse sensazioni di quando, con uno zaino e 9.000 chilometri sulle spalle, ha scalato la Serie C per raggiungere quel sogno chiamato Serie A.
A cura di Jacopo Morelli
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