“La cornice di pubblico era spettacolare e la partita lo è stata altrettanto”. Una semplice frase per descrivere una di quelle partite che un tifoso gialloblù non potrà mai dimenticare. Era il 12 febbraio del 2000 quando la Fermana, neopromossa in Serie B e penultima, battè il Napoli di Novellino per 3-2. Da quel giorno e da quella stagione i marchigiani ne hanno passate di ogni: dal fallimento alla ripartenza dalla Prima Categoria fino al recente ritorno nel professionismo. Una rimonta perdifiato in pieno stile fermano, come successe in quella domenica di 22 anni fa.
Di quella giornata e di quell’impresa ne abbiamo parlato con il capitano della Fermana dell’epoca Guido Di Fabio. “Quell’anno c’erano tante “big” in B: l’Atalanta, le due genovesi ed appunto il Napoli. Io qualche anno di B l’avevo già fatto, ma i miei compagni erano tesissimi. Però eravamo consapevoli dei nostri mezzi”. Un aspetto da non sottovalutare mai, specialmente se ti chiami Fermana. “Poi quando arrivi al campo e vedi quello spettacolo vai avanti per inerzia”.
Il “Recchioni” sembrava Piazza San Pietro all’elezione del Papa: stracolmo. “Quel giorno sono stati dichiarati 9000 spettatori, ma secondo me ne erano molti di più. Avevo dei miei amici che tifavano Napoli che vennero a vedere la partita senza biglietto ed entrarono tranquillamente”. Calcio d’altri tempi. “Gli stessi amici che dopo la sconfitta mi hanno insultato [ride]. Se la ricordano ancora oggi quella partita. Loro ci rimasero talmente male che da quel giorno iniziarono a fare il tifo anche per la Fermana. Videro uno spettacolo vero nonostante il risultato”.
Emozioni che neanche un mediano dalla scorza dura come lui può ignorare. “Dopo quella partita la città venne invasa di euforia. Si riaccesero le speranze di salvezza. Per tutta la settimana seguente i tifosi sono venuti al campo, la gente ci invitava a cena nelle loro case. In quell’anno, nonostante i risultati non ci abbiano assistito, il popolo ci ha sempre supportato. Ogni domenica lo stadio esplodeva. Nessun fermano voleva perdersi quello spettacolo”.
Ad aprire le danze quel giorno, prima delle reti partenopee (Turrini e Schwoch) e fermane (Chianese e Koluosek), fu Paolo Rachini. Anche lui ci ha raccontato quella partita. “Fu una gara molto bella contro una squadra fortissima. Siamo andati subito all’attacco: sbagliammo un rigore ma poi ci riprendemmo tutto con gli interessi”. Di quella rete, l’ex centrocampista ricorda ogni secondo. “Palla allargata su Perna, cross perfetto, colgo il terzo tempo al meglio liberandomi di Oddo e palla all’angolino di testa”. Leggenda narra che l’urlo del “Recchioni” al gol di Rachini rimbomba ancora oggi. “Vedere tutta quella gente esultare è stata una gioia indescrivibile. Ancora oggi vado a riguardarmi il video del gol per rivivere quelle emozioni”.
“In casa quell’anno contro di noi tutte le big faticarono e riuscimmo a strappare anche un’altra vittoria illustre contro l’Atalanta. La Fermana al “Recchioni” era sempre difficile.” Un fattore casa che ancora oggi influisce i gialloblù. “Quell’anno ce la giocavamo sempre con tutti”. L’abruzzese era arrivato a campionato in corso ma aveva subito impattato bene con l’ambiente. “La gente a Fermo mi voleva bene. Ero andato lì sapendo che era una piazza calorosa e da quell’annata porto solo bei ricordi”.
A cura di Filippo Rocchi
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