Il viaggio latino di Ferrari, el “Loco” del Pescara
L’America del Sud e l’Europa. L’Argentina e l’Italia. Terre di storia, di passione, di calcio. Due mondi la cui essenza vive e si fonda sulla cultura latina. I due mondi del “Loco” Franco Ferrari, attaccante del Pescara. Le origini tra le strade di Rosario. Un aereo per attraversare l’oceano. L’arrivo in Italia, paese in cui è cresciuto. Il pallone come filo conduttore. All’orizzonte la volontà di diventare un calciatore. Un sogno diventato realtà. Un percorso, il suo, fatto di ostacoli superati, cadute e risalite. Tra la passione per i tatuaggi, la chitarra e il mate: el Loco Franco Ferrari.
Una maglia dell’Argentina e 50 euro in mano: l’inizio del viaggio
“A me le difficoltà non hanno mai messo paura”. Nette. Sicure. Sono le parole di Franco Ferrari in una intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Lo dimostra la sua vita. Lo dimostrano le sue scelte, come quella di lasciare la sua Rosario appena diciottenne. “Franco non voglio che da grande farai il mio lavoro: o provi a fare il calciatore o studi”, le parole del padre. Lui sceglie la prima: fare il calciatore. Un osservatore lo invita ad andare in Italia. “Devo provarci, è il sogno della mia vita”. Questione di scelte. Si parte: “Avevo addosso la maglietta dell’Argentina, in mano 50 euro”, rivelò sempre ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Il fratello come compagno di viaggio. L’amore per il calcio in comune.
L’Italia, Simeone e il riscatto
Un viaggio verso l’ignoto. Perché il cambiamento porta sempre con sé sfumature nascoste e indeterminabili. Nuovo paese, nuovo calcio. I primi ostacoli: “Non ci servi, la Serie D non fa per te”, il messaggio della sua prima squadra italiana, lo Scandicci. Franco se ne va. Si riparte dall’Eccellenza. Sacrifici e lavoro. La D è riconquistata, questa volta a Montecatini. Poi la rottura del crociato. Una nuova difficoltà, ma mollare non è un’opzione. La fortuna gira. Questa volta sorride all’argentino. Arriva improvvisa la chiamata del Genoa: “Loro hanno scommesso su di me, mi hanno pagato tutte le spese mediche…E io, prima o poi, in un modo o nell’altro, mi sdebiterò con loro. Fosse l’ultima cosa che faccio nella mia carriera…”. Uomo d’onore. Uomo di valori. Il mare, la fisioterapia e l’amicizia nata con Giovanni Simeone. La Genova di Ferrari è una Genova che sa di riscatto.
La Casa di Ferrari
Il percorso di Franco Ferrari coincide, in particolare, con la Serie C, la sua “Casa” italiana. Tuttocuoio, Pistoiese, Piacenza e Bari. Nel messo qualche presenza in B con Brescia e Livorno. Nel 2019, prima dell’anno a Bari, viene acquistato dal Napoli. Quale altra città per un argentino. Storia e cultura. Calcio e passione. Le ultime due le stagioni della consacrazione per il classe ‘95. L’anno scorso l’esperienza a Como con la vittoria del girone A di Serie C: “Una gioia immensa“.
Quest’anno il prestito a Pescara (con diritto di riscatto). Una maglia che vede la sua piena affermazione: “Mi sono innamorato di Pescara, della sua cucina, della sua gente”. Una fiducia ripagata. In Abruzzo supera il sul record di gol stagionali. Anzi, lo distrugge. Il 25 settembre la prima rete contro la Viterbese. Ora sono 17. Numeri che valgono il secondo posto della classifica cannonieri del girone B, a una sola rete dalle 18 di Zamparo. Tre nelle ultime tre contro Lucchese, Grosseto e Pistoiese. Prestazioni con cui ha trascinato il suo Pescara al quarto posto del campionato. Ora ci sono i playoff. Il sogno della promozione sullo sfondo. El Loco Ferrari il trascinatore.
A cura di Nicolò Franceschin