“Con me i raccomandati non giocano”, questa la filosofia di Diaw Doudou, allenatore della Fidelis Andria. L’ex difensore del Torino è stato nominato ad interim dopo l’esonero di Federico Cudini. Nato in Senegal, cresciuto e diventato grande in Italia, il classe 1975 ha passato l’intera carriera nel Bel Paese. La società pugliese ha deciso di affidare a lui la panchina della prima squadra dopo l’ottimo inizio di stagione in Primavera 4, dove ha collezionato 15 punti in 6 partite. La situazione della Fidelis nel Girone C non è delle migliori. 7 punti in classifica conquistati fino ad ora e ultimo posto a pari merito con Picerno e Messina.
Non è la prima volta che, dopo un esonero, la Fidelis Andria decide di puntare su una soluzione interna. Già nella scorsa stagione, infatti, dopo la fine del rapporto con Ciro Ginestra, la panchina fu affidata a Nicola Di Leo (preparatore dei portieri) e Vito Di Bari (ai tempi allenatore della Primavera). Entrambi, in un primo momento, dovevano essere una soluzione temporanea ma le buone prestazioni della squadra convinsero la dirigenza a puntare su di loro fino al termine della stagione. I due subentrarono a inizio febbraio e conquistarono la salvezza con i biancazzurri dopo i play-out con la Paganese. Una cavalcata che non bastò però ai due allenatori per ricevere la conferma al termine del campionato. Una curiosità che fa ben sperare i tifosi della Fidelis Andria. I due presero la squadra in un momento di difficoltà e riuscirono a compiere una vera e propria impresa. E chissà che Doudou non sia a conoscenza di questo precedente.
Succede solo a chi ci crede e Doudou ci ha creduto davvero. L’approccio con il calcio dei grandi non è dei migliori. Il classe 1978 arriva a Perugia a 22 anni senza però riuscire a esordire in Serie B. Mai darsi per vinti. Milazzo, Igea Virtus e Ancona i suoi trampolini di lancio prima di essere acquistato dal Bari. 83 presenze e una rete con la maglia dei biancorossi in carriera e tanti allenatori cambiati dai quali ha potuto rubare con gli occhi tutti i segreti, chiedere a Tardelli per conferma. La grande occasione, però, arriva nel 2005. Il Torino decide di puntare su di lui dopo il fallimento. Il suo contributo, nonostante non fosse un perno della difesa granata, risulterà decisivo ai fini della promozione.
Doudou, infatti, giocò la finale play-off contro il Mantova da titolare che significò ritorno nel massimo campionato italiano per il Toro. Il senegalese viene confermato anche in Serie A. Due presenze per lui in quella stagione, tra cui l’esordio a San Siro contro il Milan. 15′ indimenticabili nei quali riuscì a marcare e annullare un certo Filippo Inzaghi.
Quella con il Torino sarà la sua ultima esperienza in massima Serie. Cesena, Avellino, Matera fino ad arrivare all’Atletico Mola prima di appendere gli scarpini al chiodo e diventare allenatore. Nel mezzo, anche una promozione sfiorata in Serie B con l’Atletico Roma insieme a Baronio, Franceschini e Daniel Ciofani. “Con grande impegno e serietà ci si possono togliere belle soddisfazioni“, questo quello che insegna ai suoi ragazzi il senegalese. La sua carriera in panchina inizia in Puglia, posto speciale per Doudou. L’ex difensore, infatti, durante la sua esperienza al Bari conoscerà la sua futura moglie e resterà legato al ‘tacco dello stivale’.
Le sue treccine, poi, sono ancora ferme nella mente dei tifosi del Bari, squadra delle quali allenerà nelle giovanili tra il 2019 e il 2021. A inizio stagione lo ha voluto la Fidelis Andria per guidare la squadra in Primavera 4 e, dopo l’esonero di Cudini, la società ha scelto lui come allenatore ad interim. In un momento così delicato, la sua serietà e la sua fermezza potranno essere importanti per i biancazzurri. 4-3-1-2 o 4-2-3-1 i sistemi di gioco che predilige. Non chiamatelo traghettatore, Doudou ha voglia di lasciare qualcosa alla Fidelis Andria: parola al campo.
A cura di Fabio Basile
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