Fidelis Andria, D’Alesio: “Il mio gesto frainteso. Uniti per la squadra”
Un derby infuocato fin dalla vigilia quello tra Fidelis Andria e Bari. Derby finito 0-3 per la squadra di Mignani e che è costato ai padroni di casa i fischi da parte dei propri tifosi. Animi che sono rimasti caldi anche a fine partita, con una polemica tra il presidente onorario Salvatore D’Alesio e i sostenitori della Fidelis. D’Alesio, infatti, davanti alla contestazione ha invitato, con gesti eloquenti, i tifosi a non fischiare la squadra. Lo stesso presidente onorario, con una lettera apparsa sui canali ufficiali della società, ha voluto far chiarezza sulla situazione, con la volontà di rasserenare l’ambiente e sopire la polemica.
D’Alesio: “La Fidelis a luglio era in D. In C per i tifosi”
Queste le parole con cui si è aperta la lettera: “Mi rivolgo a titolo assolutamente personale ai tifosi della Fidelis. Sono venuto ad Andria, chiamato dal presidente Roselli, per dare una mano alla società e per tentare la scalata alla serie C. Ricordo che a luglio eravamo in serie D. E sono venuto con tantissimo entusiasmo sapendo di trovare una grande piazza e una grande tifoseria. Da quel momento ho cominciato con grande passione a lavorare al fianco del presidente Roselli, del vice presidente Catapano e del direttore generale Camicia. Creatasi l’opportunità di essere ripescati in serie C si è riusciti in una impresa titanica in una sola settimana a presentare tutte le carte in regola per il ripescaggio“.
“E tutto questo per la città di Andria e soprattutto per i suoi tifosi. Sono stati commessi anche alcuni errori soprattutto per mancanza di tempo, ma la società è viva ed è ben presente e cercherà di rimediare. Questo perché la Fidelis è un patrimonio importante. Un patrimonio che non è solo della società ma è soprattutto della città e dei tifosi. Bisogna tutelarlo a tutti costi. E questo è possibile solo ed esclusivamente con l’aiuto di tutti“.
D’Alesio: “Dobbiamo sostenere la squadra tutti insieme”
Poi il presidente onorario si è rivolto direttamente ai tifosi per spiegare il suo gesto a fine partita: “Questa lunga premessa, per spiegare che probabilmente il mio gesto è stato frainteso ieri al termine della gara. Un gesto mirato solo a chiedere una mano da tutti voi tifosi. Dobbiamo tutti insieme sostenere la squadra soprattutto nelle sconfitte.
La curva, che pur legittimamente fischiava i giocatori alla fine della partita con il Bari dopo averla sostenuta ininterrottamente per tutti i 95 minuti della gara, deve restare accanto a questa squadra perché davvero tutti assieme dobbiamo portare a casa questo obiettivo finale della salvezza. Posso assicurarvi che i ragazzi a fine gara erano affranti per aver fatto una prestazione molto ma molto al di sotto delle loro possibilità. Abbiamo giocato male. Invece di aggredire il Bari in ogni parte del campo, come chiesto dal mister, ci siamo “spaventati” davanti ad una squadra costruita per vincere. Purtroppo abbiamo diversi giocatori importanti infortunati (come Alcibiade, Benvenga, Zampano e Bordin). Di Noia ieri ha giocato dopo aver avuto il giorno prima febbre alta ma ha voluto giocare a tutti i costi per dare una mano. E questo è apprezzabile e dimostra l’attaccamento di tutti alla maglia. Problemi ce ne sono tanti ma sono sicuro che tutti insieme riusciremo a risolverli. Spero che il fraintendimento possa esser accantonato per viaggiare assieme verso l’obiettivo. Ci tengo come voi alle sorti della Fidelis. Sempre forza Fidelis”.