Ciro Ginestra prende il posto di Luigi Panarelli sulla panchina della Fidelis Andria. Una scena non inedita. Quattro anni dopo, in un’altra categoria e in un’altra piazza. Ma i protagonisti restano gli stessi. La settimana biancoazzurra si è aperta con l’esonero di Panarelli, allenatore protagonista del ritorno tra i pro del club, e con l’arrivo in panchina di Ginestra, ultime tappe tra i professionisti con Bisceglie e Casertana prima dell’avventura in Serie D con il Picerno. L’addio con Panarelli è maturato l’11 ottobre 2021, a quattro anni esatti da un’altra separazione: quella tra lo stesso Panarelli e l’Altamura. 11 ottobre 2017, campionato di Serie D, squadra ottava in classifica: i murgiani decidono di esonerare l’allenatore tarantino e di affidarsi per la panchina a Ciro Ginestra.
Il Cobra, come era conosciuto nelle aree di rigore avversarie da attaccante, ad Altamura partì con il piede pigiato sull’acceleratore e nove vittorie consecutive. Diede una netta impronta a una stagione chiusa al terzo posto con 69 punti, alle spalle di Cavese e Potenza. Quella striscia fu avviata al settimo turno e si chiuse al diciassettesimo con il ko casalingo contro il Nardò (il derby contro il Gravina, fissato alla quindicesima giornata, fu rinviato a marzo 2018).
Ora avrà un compito ancora più arduo: rileva una squadra che ha perso cinque partite nelle prime otto uscite nel girone C di Serie C, che ha trovato il gol sette volte – dato che fa dell’attacco della Fidelis il quintultimo reparto avanzato del raggruppamento per rendimento – e ha incassato già 14 gol in campionato. Accanto a lui il suo staff: Gennaro di Maio sarà l’allenatore in seconda mentre Gaetano Vastola avrà il ruolo di collaboratore tecnico. Vincenzo Russo completa lo staff come match analyst.
E dire che Ginestra alla Fidelis si era avvicinato già nell’estate 2018: intesa a un passo con il club pugliese, poi fallito e non iscritta in C, per spostarsi successivamente alla guida del Bisceglie per due volte. Prima a luglio nel ritiro di Alfedena, abbandonato per il caos societario, e poi dal 9 settembre – richiamato dalla proprietà – alla guida di un gruppo allestito in pochi giorni.
Il modello per la panchina è chiaro: Maurizio Sarri.“Mi ha fatto vedere il calcio in maniera diversa” diceva di lui Ginestra, che dall’attuale allenatore della Lazio è stato allenato a Sorrento, stagione 2011/2012: il Cobra segna 23 reti, la squadra perde i playoff per la B contro il Carpi. “Andavamo sul campo, conoscevamo l’avversario nei dettagli e capivamo che si doveva andare oltre il dare un calcio ad un pallone”. Gli stessi input che dovrà trasmettere a Benvenga e compagni, oggi penultimi nel girone C di Serie C: potrebbe ripartire. già domenica contro l’Avellino, dal 4-3–3, cambiando pelle a una squadra nata e cresciuta con il 3-5-2 e passata per il 3-4-1-2, con una sola keyword da inseguire. Risultati, come quelli sempre ottenuti in carriera dall’attaccante di Pozzuoli: sette campionati vinti e quattro finali playoff perse, oltre a 160 reti tra i pro.
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