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Ghinassi su Dionisi: “Lo notai in Serie D, ora è in A non per caso. E’ fortissimo, arriverà in una big”

Alessio Dionisi, dopo le importanti vittorie a San Siro del suo Sassuolo contro il Milan, contro la Juventus, a Torino e, nell’ultima, contro l’Empoli, si sta conferma come uno degli allenatori del momento. Professionista esemplare, arrivato dal basso e formatosi con umiltà e fame in Serie C, più precisamente all’Imolese. Ad intravedere qualità così importanti prima degli altri è stata la sensibilità di Filippo Ghinassi, ex direttore sportivo dell’Imolese.

La scoperta di Alessio Dionisi

Non mi ritengo lo scopritore di Alessio – afferma Filippo Ghinassi – perché lui è fortissimo e sarebbe venuto fuori comunque. Ha grandi qualità e io ho avuto solo la fortuna di individuarne il talento prima degli altri. La proprietà precedente dell’Imolese era molto lungimirante. Sapevano che lo scouting era una grande risorsa e non un costo. Io andavo a monitorare tutta la Serie D, ma un giorno rimasi colpito da una squadra in particolare. Era il Borgosesia, club piemontese. Lo allenava un allenatore molto giovane, Alessio Dionisi. Hanno fatto un grande campionato e avevano sfiorato la vittoria contro una corazzata forte come il Cuneo. Ho deciso di seguirlo più attentamente – prosegue l’ex direttore sportivo dell’Imolese – L’anno successivo Alessio ha fatto benissimo anche al Fiorenzuola e lì ho capito che mi trovavo di fronte ad un’eccellenza. Non è arrivato in Serie A per caso, ha tutto: fase difensiva, offensiva, gestione del gruppo, intelligenza nelle scelte. Prima o poi allenerà anche una big.” Sì, perché quell’Imolese ha vestito per una stagione i panni della big di categoria, posizionandosi terza in classifica sopra a diverse piazze molto importanti. “Quel campionato è stato veramente speciale per l’Imolese. Siamo riusciti a fare il miglior piazzamento nella storia del club, addirittura sopra a squadre come Ternana, Monza e Vicenza. Avevamo eliminato il Monza anche dalla Coppa Italia. Sempre con il diktat di giocare un calcio propositivo. E’ stata un’annata perfetta.” 

L’importanza dello scouting

L’ultima categoria dilettantistica viene forse troppo spesso sottovalutata dalle serie professionistiche. Invece, tra le formazioni delle tante squadre che la compongono, si possono trovare svariati talenti da formare e da lanciare nel calcio dei grandi. Ne è fortemente convinto anche Ghinassi. “Ritengo che sia fondamentale andare a pescare nelle categorie minori come la Serie D, sono una miniera. Oggi la D è molto dispersiva, ma cercando bene si trovano perle vere disperse in fondo al mare. Noi ne avevamo individuate diverse, ma non siamo riusciti a prendere tutti. Oltre a Dionisi, ci piaceva molto anche Junior Messias. Lo abbiamo trattato tantissimo col suo agente nell’estate 2017, ma non ci fu verso. Le eccellenze ci sono, bisogna saperle cercare. In più – sostiene con convinzione Ghinassi – chi arriva dal basso è più umile e ha più fame.”

Aimo Diana e Ivan Javorcic

La Serie C come palestra di crescita

Anche la Serie C può essere vista come una fucina di futuri talenti per il calcio italiano. Una sorta di palestra che forma i calciatori del domani. “L’Italia ha vinto l’Europeo giocando con 8 calciatori che hanno trascorsi nei campi di Serie C. Mi riferisco a Sirigu, Di Lorenzo, Chiellini, Acerbi, Jorginho, Verratti, Pessina e Belotti. E’ una categoria in grado di formare calciatori, ma anche allenatori, dirigenti ed arbitri. Penso che meriterebbe maggior sostegno a livello economico. In considerazione proprio degli allenatori che si stanno formando in Serie C, l’occhio lungo di Ghinassi, esperto nello scovare giovani allenatori, è convinto che ce ne siano diversi in rampa di lancio. “In Italia, troppo spesso non si affidano le panchine per meritocrazia. Io l’ho sempre voluto fare e negli anni sono riuscito a individuare allenatori molto preparati come Pagliuca, Coppittelli, Gadda, Baldini e Padalino. In Serie C – conclude Ghinassi – mi piacciono molto Javorcic e Aimo Diana, credo che siano già pronti per la B. Se si confermeranno anche nei prossimi anni potranno ricalcare le orme di Dionisi, Zanetti e Italiano.”

A cura di Raffaele Galasso Tommaso Ferrarello

Redazione

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