Dalla D alla A in un anno: la storia di Chiti con lo sguardo ad Avellino
Il mercato non è ancora finito, anzi si prospettano ore intense e ricche di colpi di scena. Il trasferimento dei calciatori, alle volte, ci può regalare anche delle bellissime storie da raccontare. Una di queste è quella di Lorenzo Chiti. Di proprietà della Fiorentina, potrebbe a breve fare il salto tra i professionisti. Lo ha cercato l’Avellino e per lui si prospetta un prestito fino a giugno. Fino a due anni fa era in D, poi il salto in viola con la panchina al Franchi contro l’Inter in A. Per Chiti sarebbe la possibilità di mettersi in mostra in una piazza importante.
Dall’Aglianese fino alla Fiorentina… e quel rifiuto dell’Udinese
Lorenzo Chiti inizia a giocare a pallone nel Prato, prima di passare al Tau calcio di Altopascio. Realtà giovanile importante nel panorama toscano dove è cresciuto e ha sin da subito imparato gli insegnamenti di allenatori preparati. Da qui il salto all’Aglianese, la prima vera esperienza con i grandi da giovanissimo. Appena diciasettenne, e grazie al cambio di allenatore, trova continuità e viene adocchiato dai club di Serie A. Prima il provino con l’Udinese, giorni di attesa prima del “No grazie”. Poi la Fiorentina. Un passaggio importante per la sua crescita.
In viola arriva a toccare con mano la realtà della Serie A e a respirare l’aria del professionismo. Si allena con i grandi. Un sogno. Corre e marca Ribery. Ride e scherza con i compagni che fino a poco tempo prima ammirava in televisione. Impegno, dedizione e qualità tecniche, oltre che morali, vengono ripagate anche con la prima chiamata. Al Franchi arriva l’Inter e Chiti viene aggregato e va in panchina. Emozione indelebile per il classe 2001.
Tifoso del Milan e l’idolo Kakà, dal cambio di ruolo fino all’incubo dell’infortunio
Una doppia emozione quella di affrontare l’Inter, lui che sin da piccolo ha sempre tifato Milan. Cresciuto con le giocate dell’idolo Kakà, quasi da volerne emulare movimenti e gesta in campo. Gioca a centrocampo ad inizio carriera, poi piano piano ha arretrato il suo raggio d’azione. prima mediano e ora difensore centrale. Piede educato e bravo nel far girare il pallone. La sua duttilità può essere utile nel momento del bisogno.
Alberto Aquilani, il suo allenatore, lo ha sempre utilizzato nei suoi due anni in viola e gli obiettivi raggiunti fino ad ora sono due Coppa Italia. Trofei da tenere lì, in bacheca. Nell’ultima stagione con la Primavera, però, Lorenzo ha vissuto una sorta di incubo. L’infortunio al ginocchio nel suo momento migliore e la rabbia di dover rallentare la sua crescita. La ripresa non è semplice, ma Chiti ha voglia e grinta per voler tornare il prima possibile a giocare. A dicembre lo fa contro il Lecce, sempre con la Primavera. Una leggera ripresa e ora la possibilità di andare a giocare. L’Avellino ha chiamato, tocca a Chiti rispondere. Dalla D alle porte della Serie A, la storia di Chiti: il centrale dal piede educato che sogna la massima serie.
A cura di Simone Brianti