Attendere il momento giusto: Amadou Sarr e il suo primo gol tra i pro

Amadou Sarr esulta dopo aver segnato il suo primo gol con il Foggia - Credits: Calcio Foggia 1920
L’attaccante classe 2004 scuola Inter, attualmente al Foggia, ha trovato al Massimino di Catania la sua prima rete tra i “grandi”.
“Ogni cosa ha il suo tempo” recita un passo dell’Antico Testamento per giustificare l’attesa che spesso condiziona la vita umana. Non c’è un concetto così profondo o sacro dietro la storia che vi stiamo per raccontare ma certamente il protagonista della stessa ha saputo cogliere la sua chance dopo un percorso di crescita fatto di piccoli passi.
Il soggetto in questione è Amadou Sarr, attaccante classe 2004 attualmente al Foggia ma di proprietà dell’Inter, che nella 29esima giornata del girone C ha trovato il suo primo gol tra i professionisti.
Un momento indimenticabile nella carriera di un qualsiasi ragazzo abituato da sempre, sin da quando è bambino, ad avere feeling con il gol. Non è stato diverso per Amadou: la gioia non è stata descrivibile. Sentire di esser diventati grandi in uno dei palcoscenici più importanti dell’intera terza serie del campionato italiano è qualcosa che rimarrà per sempre scolpito, in maniera indelebile, nella sua testa.
Poi però è venuto fuori il carattere di un ragazzo abituato ad anteporre il “noi” all'”io“. Nel post gara della sfida del Massimino fra il Catania e il suo Foggia, terminata 1-1, ha detto: “Sono molto contento per il gol, è una gioia immensa. Resta però il rammarico per non aver collezionato i tre punti“. Poche semplici parole che permettono di capire appieno l’essenza del 20enne di Gossas.
L’amore per la famiglia e la passione ereditata dal padre
Amadou, sin da piccolino, ha mostrato un amore incondizionato per la propria famiglia. Ha ereditato l’amore per il calcio da suo padre, che già in Senegal coltivava questa passione, rimasta tale anche quando la famiglia Sarr è approdata a Ormelle, in provincia di Treviso.
Una passione sconfinata, tradotta nell’approdo in una squadra amatoriale nel quale, per pura casualità, giocava anche un dirigente del Liventina, squadra trevigiana, che dal 2012 è Centro di Formazione Inter. Il connubio sembra potersi creare in maniera immediata o almeno questo vorrebbe il dirigente ma Amadou, essendo ancora troppo piccolo, va al Basalghelle. L’attesa di approdare alla Liventina, però, è molto breve. Il suo allora allenatore Gianfranco Zigoni chiamò Bruno Cover, Responsabile Scouting della Liventina dicendogli: “Bruno guarda che qui c’è un ragazzino forte, deve fare un percorso importante“.
L’approdo al Liventina, il sogno chiamato Inter e il concetto di squadra
Il “momento giusto” non tardò ad arrivare come detto. Amadou dopo un anno lascia il Basalghelle e approda alla Liventina. Qui continua a stupire: è sempre nel vivo del gioco, salta l’uomo con facilità e ha un’ottima conclusione. Ciò gli permette di giocare praticamente sempre da sotto età.
Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti coloro che lo seguono ma ciò che spicca, come già anticipato, è il suo valore umano. “Non è mai stato uno che voleva metersi in mostra e attirare l’attenzione” – disse di lui Cover ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. E questa qualità comportamentale, questo concetto di squadra, abbinato appunto alle doti sul campo gli hanno permesso di approdare in una delle squadre simbolo del calcio italiano: l’Inter.
Dall’Inter al Foggia, dal nerazzurro al rossonero fino al primo gol tra i pro
Nelle giovanili nerazzurre, così come nel Foggia, c’è un comune denominatore: una partenza a rilento. Anche nell’Inter, per Amadou, c’è stata la continua attesa del momento giusto. Senza mai abbattersi il nativo di Gossas ha sempre lavorato, alla ricerca di miglioramenti.
Questo lo ha portato a vivere momenti già di un certo spessore all’interno del panorama nazionale. Nello scorso campionato Inzaghi diverse volte lo ha convocato sia per gare di campionato che in quelle di Champions. Quanto fatto prima nell’U17, poi nell’U18 e, infine, nell’U20 nerazzurre non è passato inosservato, neppure agli occhi del Foggia, che, come detto, in estate gli ha concesso la sua prima volta tra i professionisti. Non è stato semplice ritagliarsi uno spazio, anche perchè nel momento in cui sembrava poterlo fare – dall’arrivo in panchina di Zauri – un infortunio si è frapposto tra lui e il campo. Il recente addio di Murano, però, ha riportato Amadou al centro dell’attacco rossonero e, dopo, tredici presenze senza mai riuscire a trovare la via della rete, la gara del Massimino contro il Catania gli ha regalato la prima gioia. Una rete che è il perfetto riassunto del suo modo di essere: capacità di usufrire al meglio di un’azione ben archiettata in contropiede dalla squadra e approfittare del momento giusto per colpire. Tra umiltà, voglia di migliorare e la capacità di essere sempre a disposizione dei compagni: ora, dopo essersi sbloccato, Amadou Sarr è pronto a divenire un protagonista della terza serie del campionato italiano.