Foggia, Canonico: “Non pagherò gli stipendi, confermo che il mio capitolo è chiuso”

Canonico, presidente Foggia
Incombe il termine ultimo per saldare gli stipendi in casa rossonera: si va incontro ad una penalizzazione nel prossimo campionato.
Lo scorso 31 marzo la comunicazione riguardante le proprie dimissioni irrevocabili, oggi mercoledì 16 aprile, un nuovo intervento a confermare quanto detto in precedenza. A distanza di due settimane, l’ormai ex presidente del Foggia Nicola Canonico è tornato a parlare in un’intervista rilasciata a “La Gazzetta del Mezzogiorno”, ribadendo la sua decisione iniziale e affermando quindi a chiari lettere la sua intenzione di lasciare Foggia e non pagare gli stipendi.
Nessuna retromarcia, dunque, l’imprenditore barese conferma tutto e non si tira affatto indietro: “No, non pagherò gli stipendi. Peraltro non sono più il presidente del club. La società ora fa riferimento ad un amministratore unico, che è Michele Bitetto. Il Foggia per me è un capitolo chiuso”. Questo quanto dichiarato da parte dell’ex patron tra le altre di Bisceglie e Fidelis Andria, che quindi ha anche svelato l’incarico di amministratore unico nei confronti di Michele Bitetto, nuova figura del club pugliese.
Canonico era stato chiaro nella conferenza stampa tenutasi da remoto allo stadio Zaccheria davanti ai media, affermando di voler cedere il passo a qualcun altro, ma ancora in attesa di una PEC per l’acquisizione del titolo sportivo del Calcio Foggia 1920. Ancora nessuna comunicazione a tal proposito è arrivata e la scadenza del termine federale del 16 aprile è ormai giunta per onorare i pagamenti di emolumenti, contributi e ritenute.
Il Foggia, a questo punto, va incontro ad una grave inadempienza e di conseguenza scatterà con ogni probabilità il deferimento, che dovrebbe portare ad una penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Nicola Canonico, oltre a confermare quanto detto in precedenza, ha anche ricordato che sono in corso indagini su determinate intimidazioni e evidenziato come manchi l’interesse da parte dell’imprenditoria locale per l’eventuale acquisizione delle quote del club.
Foggia, Canonico: “C’è un limite a tutto, non è ammissibile che agli errori si risponda con minacce”
Nell’intervista a “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Nicola Canonico ha parlato anche delle varie minacce e intimidazioni subite negli anni, dicendosi irremovibile sulla decisione di lasciare Foggia: “Ho tutte le ragioni per essere irremovibile sulla mia decisione. La cosa che mi fa impazzire è che da vittima si cerca di farmi passare per carnefice. Sono stanco di offese, minacce, insulti, intimidazioni. Voglio ricordare che c’è in corso un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Bari sulle intimidazioni che la mia famiglia e il club, giocatori inclusi, hanno subito negli anni scorsi. Stiamo parlando dell’ordigno trovato a pochi metri dall’automobile di mio figlio, dei colpi di pistola sparati contro la macchina di Di Pasquale, l’auto incendiata a Garattoni, le intimidazioni all’ex dg Milillo e al segretario Severo. È normale tutto questo? È calcio questo? Penso che si sia andati ben oltre, e sfido chiunque a dire il contrario. Per non parlare delle contestazioni che ho ricevuto”.
Inoltre, su alcune scelte nel corso della sua gestione e sull’intervento di Sannella: “C’è un limite a tutto e arriva un momento in cui non ce la si fa più ad andare avanti. Ho sbagliato alcune scelte, ma non sono io che alleno o che vado in campo. Nel calcio si può sbagliare ma non è ammissibile che agli errori si risponda con minacce e intimidazioni. Sannella? Mi ha chiesto se fossi davvero intenzionato a cedere la società e gli ho confermato che voglio vendere il club. Dopodiché è sparito e non si è fatto più sentire”.
Canonico: “Vedo disinteresse da parte dell’imprenditoria locale, non regalo il club”
L’ex presidente del Foggia ha quindi sottolineato a grandi lettere il disinteresse dell’imprenditoria locale e le condizioni per rilevare il club: “Sono disposto a cedere il club, di certo non lo regalo. Ma vedo disinteresse da parte dell’imprenditoria locale. Mi sembra che del destino del Foggia non interessi al tessuto produttivo del territorio. Chiedo 6 milioni per cedere il club incluso la debitoria e le spettanze economiche della stagione in corso e si dice che è troppo? Bene, ma il problema è che non mi è arrivata nessuna proposta, nemmeno al ribasso. Non c’è neanche la possibilità di trattare perché nessuno si fa avanti”.
Infine, sul finale di stagione che Emmausso e compagni avranno: “Credo che il Foggia non corra il rischio dei playout, visti i risultati e il calendario delle altre squadre coinvolte nella lotta salvezza. Gli emolumenti dei giocatori sono coperti dalle fideiussioni depositate. Io ho garantito tutto finché sono stato presidente. Ora dico basta, lascio a costo di rimetterci milioni di euro”.