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Foggia-Catania, quando i silenzi valgono più di mille parole

Il silenzio dei 10.000 dello Zaccheria durante la sfida con il Catania, in omaggio dei tre tifosi del Foggia scomparsi.

Piena di te (anzi di voi, ndr) è la curva del silenzio“. In questo incipit di Pablo Neruda c’è tutto il pomeriggio vissuto allo stadio Zaccheria, c’è tutto di un surreale Foggia-Catania. Il soggetto della frase è da modificare nel racconto ma il tema è perfettamente combaciante: l’amore nella sofferenza.

La piazza rossonera ha vissuto una delle settimane più difficili della propria storia recente. Il dolore per tre “figli” venuti a mancare per amore della propria maglia è insiepagibile e i foggiani hanno deciso di omaggiarli con il silenzio.

Circa 10000 tifosi, per la precisione 9380, uniti nel ricordo di Gaetano, Michele e Samuel. Ma non solo loro. Il Catania ha deciso di deporre dei fiori sotto la Curva Nord, il settore in cui fino a due settimane fa i tre giovanissimi cantavano e gioivano tifando la squadra della propria città.

Poi è stata la volta del presidente rossonero Canonico, del capitano Luigi Carillo e di Ezio Capuano andare sotto il settore con una corona di fiori in mano. Tutto questo ha preceduto la gara, in cui il letimotiv non è cambiato: tanti silenzi valevoli più di tante parole.

Il 13′, il 17′ e il 21′: il boato in un silenzio senza fine

In uno scenario senza precedenti è iniziata la sfida. Le voce dei calciatori, degli allenatori hanno accompagnato i movimenti in campo tra gli sguardi e i volti tristi di un arena totalmente assuefatta all’omaggio e al ricordo delle tre giovani vittime.

Fino al 13′. Quando si sente un incredibile boato. È la Curva Nord che gridaSamuel“. Passano pochi istanti e fa lo stesso la Curva Sud. Le due curve all’unisono continuano a nominare il più piccolo dei tre ragazzi scomparsi. Lo stesso succederà quattro minuti più tardi. Questa volta il nome riecheggiante è Michele, che di anni ne aveva 17, e infine al 21′ il nome recitato dalle due Curve è quello di Gaetano. Momenti indelebili, le uniche parole proferite dall’intero tifo organizzato per l’intera durata della partita. Sussulti che piano piano tornano ad avvolgersi nell’assordante silenzio di un cupo pomeriggio.

Credit: Calcio Foggia 1920

La commovente dedica di Tascone

In campo la partita meriterebbe di essere raccontata. Un 2-2 ricco di pathos, con il Catania capace di rimontare due reti di svantaggio nei minuti finali della gara ma a prendersi la scena, seppur non sia servito poi a regalare al Foggia il successo finale, è la dedica di Simone Tascone, autore delle due reti rossonere.

È il 39′ della gara, il Foggia ha a disposizione uno dei tanti calci d’angolo del primo tempo. Sembra un momento come tanti della partita. Ma è da un batti e ribatti in area che nasce il senso di tutto il pomeriggio dello Zaccheria. Tascone batte Adamonis con uno spettacolare tiro al volo e sigla il vantaggio dei rossoneri. Si capisce sin dai primi istanti, semplicemente da come da come sono direzionati i piedi del centrocampista a inizio della sua esultanza: il suo obiettivo è la Curva Nord. Innanzitutto si solleva la maglietta rossonera e mostra quella sottostante in cui c’è la foto dei tre ragazzi, poi scavalca i cartelloni pubblicitari e va a baciare un’altra immagine raffigurante i giovani tifosi scomparsi: quella presente nella corona di fiori portata ad inizio partita. In quel momento anche l’essenza del calcio, il gol, ha perso importanza: una sensazione unica, come unico è stato il silenzioso pomeriggio dello Zaccheria.